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Anagrafe digitale: quale impatto sui diritti?

Una nota redatta da ActionAid, ASGI, Avvocato di strada, fio.PSD ed Enrico Gargiulo (Università di Bologna) e inviata agli attori istituzionali

A pochi mesi dall’avvio della possibilità di effettuare il cambio di residenza online, ActionAid, ASGI, Avvocato di strada, fio.PSD ed Enrico Gargiulo (Università di Bologna) segnalano alcune delle principali questioni connesse alla nuova procedura digitalizzata per le dichiarazioni anagrafiche in un documento inviato ai Ministeri e soggetti – istituzionali e non – coinvolti per favorire il dibattito pubblico intorno a un argomento certamente centrale e delicato.


Negli ultimi mesi, le procedure anagrafiche sono state interessate da rilevanti cambiamenti. Per la prima volta dalla nascita dei servizi anagrafici è disponibile una banca dati nazionale. La possibilità di presentare la dichiarazione relativa al cambio di residenza direttamente attraverso il portale predisposto dal Ministero dell’Interno è un’ulteriore tappa di questo processo.

La possibilità di avere accesso al sistema anagrafico senza spostarsi fisicamente e la semplificazione di molte procedure amministrative rappresentano chiare opportunità per le persone. Ma non per tutti questo è possibile.

Allo stesso tempo, la digitalizzazione delle procedure anagrafiche pone questioni di tipo nuovo ai numerosi e variegati attori – residenti, operatori, funzionari pubblici, ricercatori, avvocati, attivisti – che si occupano, direttamente o indirettamente, delle politiche di gestione della residenza. Il portale, per come è articolato finora, desta alcune perplessità, a cominciare dai criteri di accesso. Ad esempio: quali modalità di accesso saranno predisposte per consentire la prima iscrizione anagrafica alle persone che non hanno possibilità di accedervi?

Inoltre, le linee guida che accompagnano l’implementazione del nuovo portale sono in parte non chiare e, per quanto riguarda alcuni profili – si pensi alla condizione delle persone senza dimora, attualmente non ricomprese da questa possibilità – destano varie perplessità.

Per analizzare le potenzialità e i rischi di questa nuova modalità digitale di presentazione della dichiarazione anagrafica, ActionAid, ASGI, Avvocato di strada, fio.PSD ed Enrico Gargiulo (Università di Bologna) hanno elaborato la nota ANPR E DIGITALIZZAZIONE DELLA DICHIARAZIONE ANAGRAFICA: QUALE IMPATTO SUI DIRITTI? che è stata inviata, con richiesta di incontro, agli attori istituzionali coinvolti nell’implementazione di questa misura.

Si tratta di un argomento spesso sottovalutato ma cruciale. Le procedure anagrafiche hanno un impatto diretto sulla qualità della vita di moltissime persone. La registrazione della residenza configura, di fatto o di diritto, la possibilità di esercitare rilevanti diritti. Più in generale, il funzionamento dell’anagrafe è un argomento di pubblico interesse, denso di implicazioni di tipo giuridico, sociale, politico, amministrativo.

Cos’è l’ANPR

L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente è il progetto di anagrafe unica a livello nazionale che raccoglie i dati e i servizi demografici degli italiani. Oltre ad evitare duplicazioni nelle informazioni, grazie ad ANPR i cittadini possono verificare e modificare facilmente i propri dati demografici e fruire dei servizi anagrafici in un unico luogo, indipendentemente dal comune di residenza.

Consultare i dati anagrafici e aggiornarli, stampare le autocertificazioni, e formulare richieste di rettifica, sono tra i servizi disponibili su ANPR. Dal 27 aprile 2022 è attivo il servizio di richiesta di cambio di residenza o dimora dal portale dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR).

Dal 15 novembre 2021, inoltre, i cittadini possono scaricare i certificati digitali in maniera autonoma e gratuita dalla piattaforma www.anagrafenazionale.interno.it disponibile anche attraverso l’indirizzo www.anagrafenazionale.gov.it.

Rischi e potenzialità della nuova anagrafe

La digitalizzazione delle procedure anagrafiche pone questioni di tipo nuovo ai numerosi e variegati attori – residenti, operatori, funzionari pubblici, ricercatori, avvocati, attivisti – che si occupano, direttamente o indirettamente, delle politiche di gestione della residenza.

Ecco alcuni rischi ma anche diverse potenzialità che questa nuova modalità digitale di presentazione della dichiarazione anagrafica presenta secondo l’analisi di ASGI, ActionAid, Avvocato di strada, fio.PSD ed Enrico Gargiulo (Università di Bologna).

1. Il portale, per come è articolato finora, desta alcune perplessità, a cominciare dai criteri di accesso.

L’accesso al cambio di residenza digitalizzato è possibile, allo stato attuale, con l’autenticazione via SPID, carta d’identità elettronica oppure con la carta nazionale dei servizi. Per alcune componenti della popolazione, i dispositivi di identità digitale sono difficili talvolta impossibili – da ottenere.

Inoltre in vista dell’apertura dei servizi online dell’ANPR anche alle prime iscrizioni, quali modalità di accesso saranno predisposte per consentire la prima iscrizione anagrafica alle persone che non hanno possibilità di accedervi?

Infine, le linee guida che accompagnano l’implementazione del nuovo portale sono in parte non chiare e, per quanto riguarda alcuni profili – si pensi alla condizione delle persone senza dimora, attualmente non ricomprese da questa possibilità – destano varie perplessità.

2. Il nuovo portale sarà un’opportunità cancellare le prassi anagrafiche discrezionali e non conformi alla legge?

Sarà importante che le informazioni richieste dai moduli online siano in linea con la normativa evitando ogni discrezionalità da parte degli uffici d’anagrafe che si troveranno a prendere in carico le dichiarazioni presentate in maniera digitalizzata.

Appare utile che i cittadini abbiano la possibilità di fornire indicazioni relative alla propria condizione anche al di fuori delle opzioni predisposte nel modulo da compilare online, riportando le motivazioni per le quali hanno diritto all’iscrizione anagrafica.

3. Le persone senza fissa dimora hanno diritti

Allo stato attuale, nell’ambito del portale non è prevista la possibilità, per le persone senza fissa dimora, di presentare la propria dichiarazione anagrafica. Si ritiene indispensabile che tale previsione sia ricompresa, pur con le cautele e gli strumenti adeguati, inclusa la necessità di aggiornare l’ANPR anche con le residenze cd. virtuali istituite dai Comuni – come da Circolare Istat n. 29/1992 – per garantire l’esercizio del diritto soggettivo all’iscrizione anagrafica delle persone senza dimora. Questa tipologia di iscrizione, infatti, ha a tutti gli effetti, identica matrice giuridica rispetto a quella formulata da chi dimora abitualmente in un’immobile.

4. Occupazioni abusive e residenza

Per negare il diritto all’iscrizione in anagrafe dovrebbe essere necessario che l’occupazione sia «abusiva» e «senza titolo». Non è possibile alcun automatismo: l’applicazione del comma 1 dell’art. 5 decreto-legge 47/2014 è legittima solo nei casi in cui il carattere «abusivo» del possesso sia accertato in via giudiziale su richiesta del legittimo proprietario dell’alloggio interessato.

Inoltre, l’implementazione del portale dell’ANPR potrà essere un’occasione per superare le illegittimità anche in relazione al ruolo del proprietario nelle procedure di registrazione della dichiarazione anagrafica, – del quale viene erroneamente spesso chiesto dai Comuni il consenso anche in presenza di un contratto registrato .

Allo stesso tempo l’ANPR potrà permettere di superare le prassi illegittime che vedono i Comuni non accettare in alternativa ai contratti di locazione o di comodato d’uso, anche documenti di natura diversa o, semplicemente, un’autocertificazione, come da indicazioni del Ministero dell’Interno.

5. Cittadini stranieri e apolidi

Va considerato valido all’iscrizione anagrafica o al cambio di residenza il foglio dell’appuntamento in possesso del cittadino straniero che ha chiesto il rinnovo o la conversione del permesso di soggiorno.

Inoltre, dove è indicato «cittadino extracomunitario» sarebbe opportuno modificare la
dicitura in cittadino «di Paese terzo» o di «Paese non UE».

Infine è necessario prestare analoga attenzione per i cittadini apolidi, per i quali ulteriori chiarimenti e criteri andranno individuati.

6. Le vittime di violenza domestica, tratta, e persone con problematiche similari

Vista la situazione delle donne vittima di violenza domestica o tratta, per le quali può essere rischioso indicare l’indirizzo di residenza, alla luce della natura pubblica del portale, che permetterebbe anche il maltrattante, lo sfruttatore, ecc. di acquisire informazioni relative al luogo di dimora abituale della vittima, si ritiene che, per tali categorie, venga predisposta idonea tutela, similmente ai collaboratori di giustizia o ad altre categorie di persone da proteggere.

Conclusioni

Le procedure anagrafiche hanno un impatto diretto sulla qualità della vita di moltissime persone.

Si tratta di un argomento spesso sottovalutato ma cruciale.

La registrazione della residenza configura, di fatto o di diritto, la possibilità di esercitare rilevanti diritti. Più in generale, il funzionamento dell’anagrafe è un argomento di pubblico interesse, denso di implicazioni di tipo giuridico, sociale, politico, amministrativo.