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Ph: Sea Watch
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La Sea Watch 3 è, di nuovo, arbitrariamente bloccata

Le autorità italiane ignorano la sentenza della Corte di Giustizia EU

«Dopo 13 ore e mezza di controllo a Reggio Calabria, le autorità hanno bloccato la nave accusandoci, ancora una volta, di aver soccorso troppe persone», scrive l’organizzazione tedesca in un comunicato stampa.

Reggio Calabria, 23 settembre 2022 – Dopo il salvataggio di 428 persone in difficoltà in mare, le autorità italiane hanno bloccato la Sea-Watch 3 la sera di mercoledì 21 settembre 2022. Solo all’inizio di agosto, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha dichiarato che il salvataggio in mare è un dovere e che i controlli non possono essere utilizzati arbitrariamente contro le ONG 1.
Per ostacolare i soccorsi in mare, le autorità italiane si concentrano ancora una volta sul numero di persone salvate, ignorando la sentenza della Corte di giustizia UE.

Durante una regolare ispezione di controllo dello Stato di approdo all’inizio di agosto 2022 erano state individuate carenze minori. All’arrivo nel porto di Reggio Calabria, la Sea-Watch si aspettava quindi, una breve ispezione di rettifica delle corrispondenti carenze. Le autorità italiane hanno invece effettuato un Psc (Port State Control) esteso che durato 13 ore e mezza con il successivo blocco arbitrario della nave.

In passato, le navi di soccorso sono state trattenute dopo i controlli dello Stato di approdo con giustificazioni assurde: mancava una certificazione immaginaria o c’erano troppe persone salvate a bordo. Per intervenire contro questi blocchi arbitrari, Sea-Watch ha presentato una denuncia nel 2020, che è stata poi inoltrata alla Corte di giustizia europea. Il 1° agosto 2022, la Corte ha finalmente dichiarato che il salvataggio in mare è sempre un dovere e che i controlli dello Stato di approdo non possono più essere utilizzati arbitrariamente contro le ONG. Nella sua sentenza, la CGUE ha sottolineato che l’Italia non può richiedere una certificazione fittizia che non esiste sotto la bandiera tedesca. Anche il numero di persone soccorse non costituisce un motivo valido per un blocco. I controlli da parte dello Stato di approdo possono ancora essere effettuati, ma solo entro i termini stabiliti o per giusta causa.

Contro la sentenza, le autorità italiane stanno ancora una volta usando un argomento creativo per ostacolare gli sforzi di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Collegando il numero di persone soccorse alla sicurezza della nave, le autorità italiane sostengono che un numero eccessivo di persone soccorse “costituisce un rischio per le persone, le cose o l’ambiente” (citazione dal rapporto di ispezione), in quanto presumibilmente diminuisce la sicurezza della nave. In realtà, tuttavia, il comandante della nave e l’organizzazione riesaminano e valutano costantemente la sicurezza della nave durante ogni singola operazione di soccorso, assicurando che tutte le operazioni si svolgano in modo sicuro.

L’assurda argomentazione che troppe persone sono state salvate porta alla conclusione che le persone dovrebbero essere lasciate annegare. Questo non tiene conto del fatto che è dovere di ogni capitano fornire assistenza in mare. Inoltre, le autorità italiane si contraddicono: facendo aspettare l’equipaggio della Sea-Watch 3 per oltre una settimana in attesa di un porto sicuro, e ignorando attivamente il proprio dovere di salvataggio in mare nel Mediterraneo centrale, si mettono attivamente in pericolo le persone salvate e gli equipaggi delle navi di ricerca e soccorso – e non il contrario.

Queste pratiche, così come i controlli e i blocchi arbitrari per perseguire la propria agenda politica, devono cessare immediatamente.

Johannes Bayer, membro del consiglio direttivo di Sea-Watch, riassume: «Poco prima delle elezioni parlamentari, le autorità italiane stanno intensificando la criminalizzazione della migrazione e del soccorso civile in mare. Ancora una volta cercano di impedirci di far rispettare il diritto di tutti alla sicurezza e alla vita con metodi assurdi. Ma non ci riusciranno, perché noi continueremo il nostro lavoro e lotteremo con ancora più determinazione di prima».

A bordo della Sea Watch 3 arriva la notizia dell’assegnazione del porto di Reggio Calabria. Ph: Paul Lovis Wagner (16 settembre 2022)

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