Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Mediterraneo centrale: report agosto 2022

Tra migrazioni e propaganda: cosa c'è di vero?

L’arrivo in banchina a Porto Empedocle del pattugliatore d’altura della Guardia Costiera CP 905 “PELUSO”, con a bordo 384 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia (Photo credit: Eleana Elefante)

Divampa confusa la propaganda politica nazionale in vista delle elezioni che si terranno il 25 Settembre. Nei dibattiti pubblici, strumentalizzati dalle varie fazioni in gioco, riemergono le questioni legate alle migrazioni, alla esternalizzazione dei confini, ai porti aperti per taluni e chiusi per altri, in una caccia al voto che stravolge qualsivoglia oggettiva narrazione sul tema. C’è chi, cavalcando l’instabilità sociale ed economica in cui versa il nostro Paese, urla, mentendo, al record degli sbarchi e all’invasione e, c’è persino chi propone un impraticabile blocco navale in accordo con i Paesi del Nord-Africa per impedire le partenze. Intanto milioni di persone, bambini compresi, sono costretti a lasciare le proprie case. A determinarne le cause sono i molteplici conflitti aperti su più fronti delle aree che si riversano sul Mediterraneo oltre ai cambiamenti climatici che, mai come ora, provocano inondazioni, siccità, malnutrizione, epidemie e dunque esodi conseguenti a catastrofi umanitarie.

Non solo Ucraina dunque ma, anche Sud Sudan, Afghanistan, Siria, Iraq, Etiopia, Tigray, Nigeria, Camerun, Yemen, Chad, Palestina, Mali, Sierra Leone, Libano, Pakistan, Libia, Tunisia. Questi sono solo alcuni dei contesti in cui instabilità politica, economica, ecologica e rivalità amministrative e tribali, sfociano in disumane emergenze, sanitarie e sociali, che costringono alla fuga per la sopravvivenza milioni di persone, incolpevolmente nate dalla parte sbagliata e sulla cui pelle si arricchisce il mal capitalismo del mondo. Sempre più complesso, in questo scenario, tracciare le partenze, gli arrivi, i salvataggi in mare, i naufragi ed i push-back. Da inizio anno 57.168 persone sono approdate in Europa attraversando il Mediterraneo centrale contro le 39.410 del 2021. Nel mese di Agosto 2022, 15.733 persone. Nel corrispondente mese del 2021 ne arrivarono 10.269. I minori non accompagnati sono 6.050 contro i 10.053 registrati in tutto il 2021. Le nazionalità prevalenti degli approdi di questo mese sono la Tunisia con 11.742 arrivi, l’Egitto con 9.958 ed il Bangladesh con 8.727. Seguono l’ Afghanistan, la Siria e molti dei paesi in guerra sopracitati. Le vittime dei naufragi conosciuti sulla rotta del Mediterraneo centrale salgono a 940 (tra loro 216 corpi recuperati e 724 scomparsi in mare). Di seguito alcuni degli avvenimenti del mese appena concluso.


I respingimenti (Push-back)

In Tunisia, nei primi 8 mesi del 2022, le autorità locali (anch’esse come la Libia sostenute finanziariamente dall’Italia e dall’Unione Europea per frenare le migrazioni verso il continente), hanno impedito a 15.700 persone (7.000 tunisini e 8.700 sub-sahariani) di attraversare il Mediterraneo centrale, bloccando, sulle coste o in mare, 1.509 imbarcazioni. Secondo il portavoce della Guardia Nazionale Houssemeddine Jebabli “299 trafficanti di esseri umani (di cui 11 stranieri) sono stati arrestati e 150 fra loro accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina”. Jebabli ha sottolineato come intere famiglie tunisine, comprese donne e bambini piccoli, hanno recentemente ripreso la pericolosa traversata verso l’Europa, cosa che in precedenza riguardava prevalentemente i cittadini dei paesi sub-sahariani in transito nel Paese. Ha anche affermato che, molte persone con diplomi universitari e lavoro, sono tra coloro che cercano di raggiungere l’Europa, indice della grave recente regressione/repressione tunisina dei i diritti umani e della libertà. I migranti tunisini in Italia rappresentano oggi il 20% degli arrivi via mare. In Libia, nello stesso lasso temporale, la sedicente Guardia Costiera libica ha respinto 14.157 persone tra cui 848 donne e 505 minori. Di questi respinti ed intercettati, solo 2.000 sono nei centri di detenzione ufficiali. Tutti gli altri sono pressoché dispersi in lager abusivi gestiti arbitrariamente da milizie armate e nell’indifferenza dei Paesi europei. Nel 2021 sono state respinte 32.425 persone.

I naufragi

Il 9 Agosto 3 bambini e 3 donne sono morti naufragando al lardo dell’isola di Kerkennah in Tunisia. Almeno 4 persone risultano ancora disperse. Il 12 Agosto, nella stessa area, un altro naufragio porrà fine alla vita di altre 8 persone e 2 dispersi. Sopravvivranno solo in 20. Nello stesso giorno, a Zuwara in Libia, si capovolge un’altra imbarcazione con 36 persone a bordo. 18 persone sono decedute mentre altre 18 sono sopravvissute e riportate in illegale detenzione. Il 27 Agosto, sempre in Libia, dinanzi alle coste di Al Jabal si capovolge un altro barchino. 19 persone risultano disperse. Verranno riportati a terra 6 persone e due corpi. Al di là dei naufragi del Mediterraneo centrale, in questo mese, altre rotte mediterranee sono state coinvolte da altrettanti tragici naufragi. L’8 Agosto, al largo delle coste dell’Algeria, 6 persone sono morte in mare e altre 8 risultano disperse. Fra i sopravvissuti anche una donna incinta. Sulla barca c’erano circa 20 persone, di età compresa tra i 20 e i 30 anni provenienti da vari paesi dell’Africa sub-sahariana. Secondo i dati forniti dalle autorità nazionali, in questo tratto di mare, quest’anno, più di 2.350 persone sono state soccorse o intercettate nel tentativo di raggiungere la Spagna. Il 10 Agosto al largo dell’Isola greca di Karpathos, nel Mar Egeo, affonda una barca sovraffollata con a bordo circa 80 persone. Riusciranno a sopravvivere 29 persone mentre altre 50 risulteranno disperse. I naufraghi, provenienti da Afghanistan, Iraq e Iran, erano diretti in Italia. Il 29 Agosto, in Spagna, altri 3 corpi vengono restituiti dal mare, di fronte alle coste delle province di Murcia e Alicante, nel sud-est del Paese. I corpi, due di uomini e uno di donna, saranno oggetto di autopsie da parte di medici legali ma, secondo la stampa locale, una delle ipotesi più probabili rispetto a questi decessi è che si tratti persone vittime dell’ennesimo sconosciuto naufragio.

Sbarchi autonomi

L’ultimo fine settimana del mese è stato particolarmente denso. Tra il 27 ed il 28 Agosto, una sequenza di approdi si è riversato sulle nostre coste con una cadenza di quasi 2 sbarchi all’ora. A Lampedusa in meno di 24h sono arrivate 1.517 (221 persone giunte con i primi 7 approdi il 27 Agosto), seguite da altre 43 imbarcazioni. Nell’hotspot di Contrada Imbriacola, dal quale settimanalmente vengono trasferiti circa 300 persone, è di nuovo emergenza. Nelle stesse ore, altre 20 imbarcazioni hanno raggiunto Pantelleria, dove sono arrivate 392 persone intercettate dalle motovedette della Capitaneria di Porto e delle forze dell’ordine al largo dell’isola. In Puglia, al largo del Capo di Leuca in località Torrevado, frazione di Morciano di Leuca, un’imbarcazione a vela con a bordo 92 persone è stata intercettata dalle unità navali della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. Quasi tutti i migranti sono di nazionalità afghana. Le motovedette le hanno condotte al porto di Santa Maria di Leuca. Ultimate le visite mediche e le procedure di identificazione sono stati condotti in pullman nei centri di accoglienza del Salento.

Nello stesso giorno sono arrivate nel Porto di Gallipoli altre 61 persone di nazionalità iraniana e irachena che viaggiavano a bordo di un catamarano. In Calabria, a sud di Roccella Ionica, un motoveliero con oltre 100 persone a bordo di varia nazionalità è stato soccorso dalla Guardia di Finanza nella giornata di ieri. Il 30 Agosto, poco prima della mezzanotte, la motovedetta V802 della Guardia di Finanza, ad un miglio da Lampedusa, soccorre una barca di 8 metri, partita da Sfax con 34 persone originarie della Guinea, Costa d’Avorio, Camerun e Nigeria. Nel gruppo anche 10 donne e 3 minori. Sempre sull’isola, il 31 Agosto dalle 2 del mattino, altri 5 sbarchi per un totale di 63 persone. I Carabinieri hanno identificato, 22 persone di nazionalità Egitto, Sudan, Nigeria, partiti da Sabratha, Libia. Con loro anche 2 minori e 1 donna incinta che è stata portata al Poliambulatorio. Poi la motovedetta CP-327 della Guardia Costiera ha intercettato un barchino di 4 metri con a bordo 13 tunisini partiti da Sfax. In mattinata 11 originari di Guinea, Camerun e Costa d’Avorio sono stati intercettati quasi sotto costa dalla Guardia di finanza: erano su un gommone di 3 metri.

La stessa motovedetta ha individuato altri 9 tunisini, anch’essi su un piccolo gommone. Direttamente al porto sono invece approdati 8 tunisini con un gommone che era stato avvistato e segnalato nei pressi di Cala Croce. Su quest’imbarcazione pare viaggiassero 15 persone. Sono in corso le ricerche di coloro che sarebbero riusciti a far perdere le loro tracce. Nella notte è anche avvenuto il trasferimento di 230 persone dall’hotspot dell’isola che, ad oggi ospita circa 1.300 persone a fronte di 350 posti.

I soccorsi in mare

Il° 1 Agosto, la Ocean Viking sarà autorizzata a condurre nel Porto di Salerno le 387 persone soccorse tra il 24 ed il 25 Luglio.Tragicamente, uno dei 134 minori non accompagnati morirà il 3 Agosto presso l’Ospedale di Nocera Inferiore. Aveva solo 16 anni e proveniva dal Mali. La permanenza in Libia aveva notevolmente aggravato il suo quadro clinico già di per se complicato: cuore ingrossato, ipertiroidismo e valori del sangue sfasati, hanno reso vane le cure dei sanitari dell’Umberto I che hanno tentato l’impossibile per curarlo. Il 9 Agosto, dopo 9 giorni di attesa in mare con 659 naufraghi a bordo, la Geo Barents di Medici Senza Frontiere, sarà autorizzata a sbarcare nel Porto di Taranto. Il 27 Agosto, verrà assegnato il Porto di Messina per lo sbarco dei 101 naufraghi soccorsi dalla nave Open Arms Uno. Nazionalità prevalenti: Egitto, Bangladesh, Sudan, Nigeria, Marocco, Pakistan, Siria e Chad. Il 28 Agosto la piccola imbarcazione Nadir di ResqShip, verrà fatta attraccare a Lampedusa per lo sbarco di 59 persone soccorse a largo di Malta il 27 Agosto. Il 21 Agosto la Geo Barents di Medici Senza Frontiere metterà in salvo 106 persone di cui 26 donne (1 incinta) e 42 minori (7 di età fra 1/4anni). Il 24 Agosto verrà assegnato loro il Porto di Taranto per lo sbarco dei sopravvissuti a bordo. Ripreso il mare il 27 Agosto, gli operatori di Medici Senza Frontiere metteranno in salvo, in 6 operazioni di soccorso, 235 persone, tra cui 61 minori. fuggite dalla Libia. Nelle stesse ore, la Ocean Viking di SOS Mediterranee effettuerà 10 soccorsi in meno di 60h, mettendo in salvo 466 persone. Tra loro molte donne incinte. Il 29 Agosto, per 6 di loro, fra cui 2 donne con minacce di aborto e due neonati (uno di soli 3 settimane), è stata necessaria una evacuazione medica urgente.

Speciale Libia

Il 28 Agosto violenti scontri armati si sono registrati a Tripoli. Scontri mortali sono scoppiati sabato nella capitale libica tra milizie sostenute dalle due opposte fazioni rivali (da una parte i sostenitori di Dbeibeh e dall’altra i sostenitori di Bashagha), facendo presagire un ritorno alla violenza in un lungo stallo politico e ponendo fine al periodo di relativa calma nella capitale. 32 persone hanno perso la vita durante gli scontri (almeno 17 civili) e 159 feriti. I residenti temono ora che i combattimenti possano esplodere in un conflitto ampio e di lungo corso. L’attuale situazione di stallo è nata dal mancato svolgimento delle elezioni di Dicembre e dal rifiuto del Primo Ministro Abdul Hamid Dbeibah di dimettersi. In risposta, il Parlamento con sede a est del Paese ha nominato un Primo Ministro rivale, Fathy Bashagha, che da mesi cerca di insediare il suo governo a Tripoli. I combattimenti di sabato si sono concentrati nel centro densamente popolato della città e hanno coinvolto l’artiglieria pesante. Centinaia di persone sono rimaste intrappolate e ospedali, edifici governativi ed edifici residenziali sono stati danneggiati. Veicoli bruciati sono stati visti disseminati nell’area degli scontri.

Per inciso, la Libia è precipitata nel caos da quando una rivolta sostenuta dalla NATO ha rovesciato e ucciso il dittatore di lunga data Moammar Gheddafi nel 2011. Il Paese, ricco di petrolio, è stato per anni diviso tra amministrazioni rivali, ciascuna sostenuta da milizie canaglia e governi stranieri (Russia e Turchia).


In questo scenario a dir poco geo-politicamente complicato ed incerto per tutti, soprattutto per chi è di già di per se vulnerabile come le persone migranti (siano essi economici, ecologici, rifugiati) e gli Stati da cui fuggono, rilanciare l’idea di un blocco navale come “unico modo per fermare l’immigrazione clandestina” appare poco realistico. In primis perché si tratterebbe (nella pratica) di bloccare i porti di uno Stato attraverso le forze militari di un altro Stato. Secondo poi, il diritto delle Nazioni Unite, prevede il blocco navale esclusivamente in alcuni casi estremi di legittima difesa: aggressione oppure invasione. Nelle altre circostanze è vietato dalla legge e viene considerato come un atto di guerra verso il Paese di cui si vogliono controllare i porti. In terza analisi, un accordo per un’azione militare congiunta fra Unione Europea e Libia per impedire le partenze e l’apertura sulle coste libiche di centri per identificare i migrati, distinguendo i “veri profughi” dai “clandestini” è impensabile: la Libia non ha ancora un Governo di Unità Nazionale stabile con cui poter siglare degli accordi e, difficilmente demanderebbe parte della sua agognata sovranità a terzi. Detto ciò, vedremo, nel prossimo Report sul Mediterraneo Centrale di Settembre, gli esiti di quanto proposto in campagna elettorale.

Eleana Elefante

Giurista esperta in Advocacy & Communication dei Flussi Migratori del Mediterraneo Centrale.
Collabora con diverse NGO’s e Patners Europei nel Monitoraggio & Valutazione dei flussi migratori in linea con l’analisi geopolitica di aree geografiche quali il Nord - Africa ed il Medio-Oriente.