Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
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Perché si deve abolire Frontex e il sistema che rappresenta?

La risposta a queste domande nel documento di Abolish Frontex

Sit-in nell'aeroporto di Rotterdam contro le deportazioni e Frontex (agosto 2022)

Frontex è l’agenzia di frontiera dell’Unione Europea e ricopre un ruolo chiave nell’attuazione della regolamentazione delle frontiere dell’UE. Con le sue operazioni, è responsabile di violazioni sistemiche dei diritti umani; coinvolgimento nelle deportazioni; cooperazione con paesi terzi e ruolo nel consolidamento delle frontiere dell’Unione.

Quella che era inizialmente una piccola agenzia in Polonia è oggi una delle più grandi dell’Unione Europea. Il suo budget ha visto un aumento di più del 7.560% dal 2005, con 5,6 miliardi di euro stanziati all’agenzia dal 2021 al 2027. Frontex ha reclutato un esercito di guardie di frontiera che possono possedere e usare pistole e mira ad avere 10.000 guardie entro il 2027.

L’agenzia può ora acquistare il proprio equipaggiamento – come navi, elicotteri e droni – a beneficio delle imprese di armi, sicurezza e sorveglianza che hanno pesantemente influenzato la creazione delle politiche di frontiera e di difesa dell’Unione Europea attraverso attività di lobbying.

Frontex:

  • Gestisce operazioni di controllo delle frontiere in tutto il mar Mediterraneo e nei paesi balcanici. Secondo quanto riferito, le guardie di frontiera e i mezzi impiegati da Frontex sono state ripetutamente coinvolti direttamente e indirettamente in respingimenti illegali, e sono complici di atti di violenza contro i migranti.
  • Coordina e facilita le deportazioni in tutta l’Unione europea. Sebbene le deportazioni siano già di per sé un atto di violenza, sono stati riportati e descritti come “disumani” episodi di violenza fisica avvenuti durante i voli di deportazione coordinati da Frontex.
  • Opera come “agenzia di rimpatrio” dell’Unione europea coordinando i voli di espulsione congiunti dai paesi dell’Unione, avviando le deportazioni, contribuendo con i cosiddetti rimpatri “volontari” ed esercitando pressioni sui paesi terzi affinché riammettano i rifugiati espulsi.
  • Coopera con paesi terzi nell’ambito degli sforzi dell’UE per esternalizzare il controllo alle frontiere. Frontex collabora attivamente con – e/o schiera ufficiali in – con più di 20 paesi extra-UE, tra cui Niger, Senegal e in tutti i Balcani. Inoltre, Frontex collabora e provvede all’addestramento della cosiddetta Guardia Costiera Libica, responsabile di molteplici trattenimenti in Libia, dove i migranti sono detenuti in “condizioni paragonabili a un campo di concentramento”.
  • Svolge un ruolo fondamentale nel rafforzamento del controllo alle frontiere dei paesi membri dell’UE. Frontex fornisce “sostegno” (umano e materiale) agli Stati membri che desiderano rafforzare le loro misure di controllo delle frontiere. Frontex facilita l’acquisizione da parte dei paesi dell’UE di tecnologie e dispositivi per la sorveglianza e il controllo delle frontiere, agendo da intermediario tra gli Stati membri e le imprese di difesa e sicurezza.

Frontex ha inoltre un gran potere nel far leva sull’aggressività della risposta dell’Unione europea nei confronti dei migranti. Lo fa attraverso le sue “analisi dei rischi“: rapporti “analitici” pubblicati dall’agenzia con i quali stabilisce il livello di “rischio” in cui si trova l’Unione in rapporto alla “minaccia” migratoria. Frontex utilizza queste rapporti per raccomandare che l’UE agisca in base al livello di “rischio“, rafforzando il controllo delle frontiere, ampliando le aree di influenza di Frontex e arricchendo le risorse dell’agenzia.

Frontex dipinge spesso la migrazione come una “minaccia“; una narrazione che non fa che alimentare l’ascesa di nazionalismo, razzismo, xenofobia e islamofobia.

Le politiche militarizzate della Fortezza Europa hanno causato la morte di oltre 40.555 persone dal 1993. Annegate nel Mediterraneo; colpite alle frontiere; morte suicide nei centri di detenzione, torturate e uccise dopo essere state espulse – l’Unione Europea ha le mani sporche di sangue.

Le politiche di frontiera dell’UE sono intrinsecamente razziste e consolidano strutture di potere coloniali e capitalistiche. È ora di abolire Frontex e il sistema che rappresenta.

Quello che chiediamo:

  • L’abolizione di Frontex
  • La regolarizzazione dei migranti
  • Fermare tutte le espulsioni
  • La fine delle detenzioni
  • Fermare la militarizzazione delle frontiere (e la struttura militare industriale)
  • Interrompere la sorveglianza dei migranti
  • Incoraggiare la solidarietà
  • Interrompere il ruolo dell’UE nel costringere le persone a spostarsi
  • Libertà di movimento per tutti
  • Porre fine alla polita di frontiera dell’Unione europea

L’obiettivo di #AbolishFrontex non è quello di riformare o migliorare Frontex, o di sostituirlo con qualcosa di simile. Ma piuttosto mirare alle politiche e al sistema che mantengono Frontex operativa. Stiamo lavorando per lo smantellamento del complesso industriale-frontaliero e per la creazione di una società in cui le persone siano libere di muoversi e vivere.

Perché abolire Frontex e non chiederne una riforma?

Le riforme hanno lo scopo di migliorare qualcosa che già esiste. Ma non crediamo nel rendere Frontex – o le politiche di frontiera dell’Unione europea – più “efficienti”. Non vogliamo “monitorare meglio” i respingimenti; vogliamo che i respingimenti si fermino. Non vogliamo rendere i voli di espulsione “più sicuri”; vogliamo che le espulsioni non avvengano. La nostra idea di sicurezza è essere in grado di rimanere nel proprio paese di residenza vedendosi riconosciuto lo stesso status giuridico di tutti gli altri e conseguentemente gli stessi diritti. Non vogliamo rendere il controllo delle frontiere “conforme ai diritti umani“; il controllo delle frontiere è incompatibile – e di fatto mira a sopprimere – i diritti umani dei migranti.

Lo scopo della riforma è di prendere un’idea o un sistema e renderlo migliore, partendo dal presupposto che sia un sistema che vale la pena migliorare. Ma Frontex e il sistema che rappresenta non sono mai stati né buoni né positivi. Nella sua essenza e nei suoi metodi, Frontex incarna le politiche di confine razziste e coloniali dell’Unione europea che vengono regolarmente attuate con violenza.

Stiamo cercando di abolire un sistema ingiusto e oppressivo. Parallelamente, cerchiamo di costruire nuove strutture che possano garantire sicurezza e libertà per tutti.

Lo scopo dell’abolizione è smantellare e creare; è un processo costruttivo. Le richieste di Abolish Frontex hanno lo scopo di ridurre “l’entità, la portata, il potere, l’autorità e la legittimità” di Frontex e del sistema che rappresenta. D’altra parte, delineano nuove strutture attraverso il disinvestimento e la riparazione.

Frontex non è mai stata una buona idea e non può essere migliorata. È ora di abolire Frontex e il sistema che rappresenta.

Ricerca e fonti:

  • The Frontex Files: Lo show televisivo ZDF Magazin Royale spiega cos’è Frontex e come interagisce con i lobbisti della difesa e della sicurezza.
  • Frontex Observatory: l’osservatorio di Statewatch per analizzare e documentare il ruolo e le attività di Frontex.
  • Frontexit: Il sito della campagna che ha riunito 19 associazioni, ricercatori e individui della società civile del nord e sud del Mediterraneo (Belgio, Camerun, Francia, Italia, Mali, Marocco, Mauritania, organizzazioni internazionali, reti europee ed euro-africane). Il collettivo è coordinato da Migreurop e EuroMed Rights.
  • Registro pubblico dei documenti di Frontex: un database di oltre 1000 documenti Frontex, ottenuti grazie alla libertà di informazione e a fughe di notizie.
  • Matthias Monroy, attivista che scrive regolarmente sugli sviluppi riguardanti Frontex.
  • The Black Book of Pushbacks, Volume I e Volume II: il Border Violence Monitoring Network raccoglie una vasta gamma di prove su queste violazioni, analizzando nel dettaglio come questi atti brutali sono diventati sistematici alle frontiere esterne.

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