Una sentenza ottenuta presso il Tribunale di Trento che applica la scriminante art 54 cp al cittadino straniero che aveva reso false generalità in fase di sbarco a Lampedusa (e poi recepite nella patente di guida, nella carta di identità e nel permesso di soggiorno), per paura della propria incolumità in caso di rimpatrio in Libia. Il richiedente era scappato a seguito del conflitto civile scoppiato nel 2011, dopo aver vissuto e lavorato per molti anni dal Paese nordafricano ed essere anche stato vittima di tortura.
Il Tribunale ricostruita minuziosamente l’intera vicenda – dallo sbarco in Italia alla richiesta e ottenimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari, dal percorso di inclusione socio-lavorativa del richiedente fino al momento in cui ha deciso di “uscire allo scoperto” e rivelare la propria vera identità per cambiare i documenti – ha ritenuto di dover pronunciare sentenza assolutoria riconoscendo la scriminante dello stato di necessità e perché il fatto non costituisce reato.
Si ringrazia l’avv. Giovanni Guarini per la segnalazione.