Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Scendono tutti dalle navi a Catania: un risultato della pressione contro i diktat illegittimi del governo

Martedì sera tutte le persone sono riuscite a sbarcare: aggiornamenti dal presidio permanente antirazzista

Da lunedì mattina il presidio antirazzista permanente a Catania continua a presenziare il molo 4 (Molo di Levante) e il molo 10 (Molo centrale) dove sono attraccate le navi con le persone bloccate a bordo. In un post pubblicato sulla pagina della Rete Antirazzista Catanese gli attivisti e le attiviste spiegano di aver deciso in assemblea di rimanere ad oltranza finché tutte le persone non saranno fatte scendere: “Freedom, Hurrya, Liberté!“.

La notizia che tutte le persone possono scendere dalla navi senza alcuna selezione, dopo che la mattina i naufraghi della Rise Above erano riusciti ad approdare a Reggio Calabria, giunge ieri sera: il braccio di ferro del governo non è riuscito ad imporsi rispetto al diritto e alla solidarietà. E’ un risultato collettivo, in primis delle Ong della flotta civile che hanno saputo rispondere all’arroganza di direttive illegittime non facendosi intimorire, rifiutando i diktat del governo e ribattendo colpo su colpo, e anche della solidarietà che soprattutto a Catania e in altre città si è espressa dal basso in una forma pubblica e costante.

Rimane il rammarico, e non sminuisce la gravità del respingimento da parte delle autorità italiane, per le sorti della Ocean Viking di Sos Mediterranee. In queste ore la nave è diretta a Marsiglia con a bordo 234 persone sfiancate dagli orrori della Libia e da due settimane di attesa per un’indicazione di porto di sbarco che non è mai arrivata.

Questa la ricostruzione degli avvenimenti.

«Il 4 novembre con un Decreto del Ministero dell’Interno si stabilisce di riservare lo sbarco alle sole persone “che versino in condizioni emergenziali” e di respingere le altre fuori dalle acque territoriali. Il decreto vieta alle navi delle Ong straniere di rimanere nelle acque territoriali italiane per un periodo di tempo superiore a quello necessario a soccorrere e far sbarcare le persone fragili, donne e minori. Tale decreto prevede uno sbarco selettivo dei soggetti considerati vulnerabili.

Quattro imbarcazioni di ONG che hanno soccorso nel Mediterraneo persone migranti – più di 1000 in totale – vengono bloccate in mare in attesa di un’autorizzazione da parte delle autorità italiane per entrare in un porto di approdo.

Le navi di soccorso sono le seguenti: la Humanity1 di SOS Humanity con a bordo 179 naufraghi; la Ocean Viking di Sos Méditerranée con a bordo 234 naufraghi, la Geo Barents di Médecins Sans Frontières – MSF con a bordo 572 naufraghi e la Rise Above di Mission Lifeline con a bordo 95 naufraghi.

Sabato 5 novembre la nave Humanity1 viene autorizzata ad entrare nel porto di Catania dove fa il suo ingresso poco dopo le 23 al molo Levante varco 4.

Durante la notte l’Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) svolge le ispezioni per valutare i casi di vulnerabilità e si compiono le conseguenti procedure di sbarco delle 145 persone considerate vulnerabili, donne e minori. Sulla nave restano 35 persone provenienti da Bangladesh e Pakistan.

Il 6 novembre la nave Geo Barents entra nel porto di Catania e attracca al molo 10. Vengono fatte sbarcare in totale 357 persone e ne restano a bordo 217.

Il numero di naufraghi si riduce a 214 a causa di alcune evacuazioni dipendenti dalle condizioni di salute (scabbia).

L’equipaggio riporta che i soccorsi manifestano uno stato di ansia e di profondo malessere dipendente dal trattenimento prolungato. I servizi igienico-sanitari sono senza acqua e malfunzionanti.

Lunedì 7 novembre i capitani delle navi di soccorso Humanity1 e Geo Barents comunicano il loro rifiuto a ripartire con le persone soccorse ancora a bordo, pretendendo la discesa dalle navi di tutti i migranti. La Ong tedesca Sos Humanity presenta al Tar del Lazio un ricorso contro il decreto del governo italiano.

Alle 14 del 7 novembre, 3 persone migranti si tuffano dalla Geo Barents esasperate dalla condizione di privazione della libertà. Si tratta di un cittadino egiziano e due cittadini siriani. Questi ultimi due si rifiutano di risalire a bordo della nave di soccorso e rimangono seduti al molo.

Il pomeriggio del 7 novembre, alcune persone migranti sequestrate nella Geo Barents iniziano una protesta sporgendosi da uno degli accessi esterni della nave, mostrando dei cartelli con la scritta “Help Us” e chiedendo di essere aiutati. La protesta va avanti per alcune ore.

A seguito della constatazione della diffusione di scabbia tra le persone detenute nella Geo Barents, la mattina dell’8 novembre il personale dell’USMAF svolge un’ispezione a bordo per verificare le condizioni di salute a bordo. Da quanto denunciato dall’OPRS (Ordine Psicologi Regione Sicilia), in tutte le ispezioni che l’Usmaf ha condotto sulle due navi di soccorso attraccate a Catania non sembra essere rilevante la condizione psicologica delle persone a bordo, considerata un “elemento di secondo livello”.

Il presidio antirazzista permanente continua a presenziare il molo 4 (Molo di Levante) e il molo 10 (Molo centrale) dove sono attraccate le navi.

Abbiamo deciso in assemblea di rimanere ad oltranza finché tutte le persone non saranno fatte scendere. Freedom, Hurrya, Liberté!»

Foto: Rete Antirazzista Catanese