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Frontiera franco-britannica: quando le vite umane diventeranno priorità?

Comunicato congiunto delle associazioni riunite all’interno del progetto CAFI

Traduzione di Susanna Labbri

Amnesty International Francia, La Cimade, Médecins du monde, Médecins sans frontières e Secours Catholique-Caritas Franc riunite nel progetto Coordination des actions aux frontières intérieures (CAFI) pubblicano un comunicato sul nuovo accordo bilaterale tra Francia e Regno Unito: 72 milioni di euro alla Francia per fermare le persone che vogliono raggiungere il Regno Unito.

«Ancora una volta siamo costernati di fronte alle stesse risposte disumane e senza via d’uscita ripetute continuamente, di fronte alla violenza di una frontiera militarizzata ed esternalizzata», scrivono le organizzazioni. Solo un anno fa, il 24 novembre del 2021, 33 persone sono morte nelle gelide acque del Canale della Manica. Un’inchiesta di Le Monde pubblica le registrazioni telefoniche di quella notte: nonostante le molteplici chiamate la guardia costiera francese non è intervenuta.


Lunedì 14 novembre 2022, quasi un anno dopo il tragico naufragio nella Manica in cui hanno perso la vita almeno 27 persone, le autorità francesi e britanniche firmano un nuovo accordo di cooperazione per aumentare i controlli sulla migrazione al confine comune 1. E dobbiamo constatare ancora una volta che gli stati danno più importanza alla protezione dei confini che alle vite umane.

Ai sensi di tale accordo il Regno Unito si impegna a versare 72,2 milioni di euro alla Francia che, in cambio, si assume il compito di aumentare significativamente i dispositivi di sicurezza e di controllo lungo il litorale nord. Si tratta di un minimo di 350 agenti di polizia e carabinieri aggiuntivi, insieme a nuove tecnologie di sorveglianza, come i droni, che saranno utilizzati per “fare la lotta ai passeur”.

Ancora una volta siamo costernati di fronte alle stesse risposte disumane e senza via d’uscita ripetute continuamente, di fronte alla violenza di una frontiera militarizzata ed esternalizzata, di fronte all’assenza di dialogo con le autorità francesi al fine di spezzare questo cerchio infernale di violenze e cambiare finalmente paradigma.

Più di 350 persone hanno perso la vita sul confine franco-britannico dal 1999.

Queste morti sono la conseguenza più tragica, più grave e più insopportabile della politica della non accoglienza perseguita da alcuni decenni a questa frontiera e di situazioni di violenza e precarietà a cui sono esposte le persone bloccate sul litorale nord francese. Questo accordo repressivo è stato sottoscritto all’indomani delle rivelazioni di Le Monde 2 secondo cui i soccorsi francesi avrebbero preferito rinviare i naufraghi del 24 novembre 2021 ai soccorsi britannici piuttosto che fornire loro assistenza 3. Risultato: 27 persone sono morte e quattro sono state date per disperse.

Le dichiarazioni delle autorità francesi e britanniche nascondono molto male le responsabilità della Francia e del Regno Unito nelle tragedie a questa frontiera, così come quelle dell’Unione Europea e degli stati membri negli eventi tragici che accadono ogni giorno alle frontiere interne ed esterne dell’Unione Europea. Infatti, le sparizioni e i decessi ai confini non sono da attribuire unicamente a “passeur senza scrupoli” o a “persone inconsapevoli dei rischi”. All’origine di queste traversate pericolose, delle morti e delle sparizioni che ne derivano ci sono l’inasprimento del regolamento per accedere al territorio britannico in maniera legale e i controlli più sofisticati alle frontiere che rendono l’attraversamento dei confini sempre più difficile.

Ancora una volta, vengono dedicati finanziamenti molto importanti per erigere barriere fisiche, giuridiche e tecnologiche sulle vie migratorie, che sarebbero più utili se utilizzati nel fornire soccorso e salvataggio a persone in pericolo nella Manica, nell’accogliere degnamente le persone bloccate ai confini, nell’esaminare attentamente e in modo imparziale la loro situazione e garantire il rispetto effettivo dei loro diritti.

Sottolineiamo l’urgenza di rimettere in discussione il trattato di Touquet 4 e il protocollo addizionale di Sangatte. Molte associazioni, come anche la Commission nationale consultative des droits de l’homme (CNCDH, commissione nazionale consultiva dei diritti umani), ne sostengono la necessità da anni.

La catastrofica situazione umanitaria alla frontiera franco-britannica, come le violazioni quotidiane dei diritti e alle violenze che le accompagnano, va avanti da più di 30 anni.

Bisogna trarre insegnamento da questo fallimento e considerare il costo umano intollerabile della politica di dissuasione applicata alla frontiera franco – britannica per concepire al più presto una politica alternativa e una vera e propria riflessione che permetta di preservare la dignità, le libertà e i diritti umani di tutte e di tutti.

  1. La Francia riceverà 72 milioni di euro dal Regno Unito per fermare i barconi dei migranti, Dario Prestigiacomo – Europa Today (14 novembre 2022)
  2. L’enquête sur la mort de 27 migrants dans la Manche en 2021 accable les secours, Julia Pascual – Le Monde (13 novembre 2021)
  3. Quando la guardia costiera francese lasciò affogare 27 migranti nella Manica, Veronique Viriglio – Agi (14 novembre 2022)
  4. Accordi bilaterali di Touquet tra i due paesi (Francia e Inghilterra), siglato nel 2003, che regola il flusso dei migranti con il principale obiettivo di farlo divenire un “non-flusso”, fermando i migranti ancora prima che raggiungano le coste britanniche