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PH: SOS Humanity
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SOS Humanity intraprende un’azione legale contro il governo italiano

Il capitano: «Non posso lasciare il porto finché tutti i sopravvissuti soccorsi in mare non saranno sbarcati»

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N.D.R: In queste ore continua il vergognoso braccio di ferro del governo contro le navi umanitarie e l’introduzione di una nuova illegittima e illegale pratica di “sbarchi selettivi” dalle imbarcazioni di ricerca e soccorso. Al porto di Catania, 35 persone sono rimaste a bordo della Humanity 1 di SOS Humanity e 214 naufraghi sulla Geo Barents di Medici Senza Frontiere. Quest’ultima aveva a bordo un totale di 572 persone. Sulla Sos Mediterranee – denuncia l’equipaggio – la situazione è diventata insostenibile per i 234 naufraghi. Dopo 17 giorni a bordo, il bilancio della loro salute mentale è critico: molti soffrono di insonnia, ansia e depressione. Alcuni manifestano l’intenzione di buttarsi in mare per la disperazione.

Prosegue come importante dimostrazione di sostegno e solidarietà il presidio permanente di diverse realtà antirazziste catanesi che da lunedì mattina chiedono lo sbarco immediato di tutte le persone.

Ieri, lunedì 7 novembre, alla nave Rise Above di Mission lifeline è stato assegnato come porto di sbarco sicuro Reggio Calabria. Non è chiaro se sarà permesso lo sbarco di tutte le persone. La stessa aveva denunciato una situazione inaccettabile: delle 93 persone soccorse, solo 6 con gravi complicazioni mediche erano state evacuate dalla nave.

Il decreto del 4 novembre firmato da Piantedosi, Salvini e Crosetto stabilisce che «è fatto divieto alla Humanity 1 di sostare nelle acque territoriali nazionali oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza nei confronti delle persone che versino in condizioni emergenziali e in precarie condizioni di salute segnalate dalle competenti Autorità nazionali».

«Alla Humanity 1 non è stato assegnato un luogo sicuro per i sopravvissuti, come previsto dal diritto marittimo internazionale», spiega SOS Humanity nel comunicato stampa che abbiamo tradotto.
«È mio dovere completare il salvataggio delle persone in difficoltà sbarcando tutti i superstiti nel porto di Catania come luogo sicuro. Non posso lasciare il porto finché tutti i sopravvissuti soccorsi in mare non saranno sbarcati», spiega il capitano.

PH: Max Cavallari & Camilla Kranzusch/SOS Humanity

Berlino, 6 novembre 2022 – SOS Humanity sta intraprendendo un’azione legale contro il decreto del governo italiano 1 e contro il mancato sbarco dei 35 sopravvissuti a bordo dell’Humanity 1. Lo ha annunciato lunedì l’organizzazione civile di ricerca e soccorso in mare. Alla nave di soccorso dell’organizzazione, la Humanity 1, era stato ordinato di entrare nel porto siciliano di Catania sabato 5 novembre. 144 persone precedentemente soccorse in mare sono state autorizzate a scendere a terra. Tuttavia, le autorità hanno rifiutato di far sbarcare 35 dei 179 sopravvissuti a bordo della Humanity 1. Le autorità hanno inoltre chiesto al capitano di lasciare la nave e successivamente di lasciare il porto con i 35 sopravvissuti a bordo, ma lui si è rifiutato citando il diritto marittimo: «È mio dovere completare il salvataggio delle persone in difficoltà sbarcando tutti i superstiti nel porto di Catania come luogo sicuro. Non posso lasciare il porto finché tutti i sopravvissuti soccorsi in mare non saranno sbarcati».

Il 4 novembre, dopo 13 giorni di attesa di un luogo sicuro per le 179 persone salvate a bordo, la nave di soccorso Humanity 1 ha ricevuto un decreto firmato dai ministri italiani dell’Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetto e delle Infrastrutture e Mobilità Matteo Salvini. Il decreto vieta alla Humanity 1 di sostare nelle acque territoriali italiane più di quanto sia «necessario per le operazioni di soccorso e assistenza alle persone in condizioni di emergenza e in precarie condizioni di salute». Viene annunciato che tutte le persone rimaste devono lasciare le acque territoriali. Alla Humanity 1 non è stato assegnato un luogo sicuro per i sopravvissuti, come previsto dal diritto marittimo internazionale.

Nella notte tra il 5 e il 6 novembre, 144 sopravvissuti a bordo della Humanity 1 sono stati selezionati, tra gli altri, dai rappresentanti del Ministero della Salute per essere autorizzati a scendere a terra. «La selezione è avvenuta in condizioni arbitrarie e inadeguate», riferisce Till Rummenhohl, responsabile delle operazioni. 36 dei sopravvissuti sono stati classificati dalle autorità come “sani” e sono dovuti rimanere a bordo. Dopo aver saputo che non sarebbero potuti sbarcare, uno di loro ha perso conoscenza, è svenuto ed è stato prelevato da un’ambulanza. Da quel momento, 35 sopravvissuti sono rimasti a bordo della Humanity 1.

Mirka Schäfer, responsabile dell’advocacy di SOS Humanity: «Sia il decreto che l’impedimento allo sbarco di 35 sopravvissuti nella Humanity 1 violano il diritto internazionale e italiano». SOS Humanity si sta appellando ora al Tribunale Amministrativo Regionale di Roma contro il decreto. Schäfer ha inoltre specificato: «Secondo il diritto internazionale, un’operazione di ricerca e salvataggio si conclude con lo sbarco dei sopravvissuti in un luogo sicuro. È illegittimo consentire lo sbarco solo a pochi superstiti selezionati. Inoltre, respingere tutti gli altri al di fuori delle acque territoriali nazionali costituisce una forma di respingimento collettivo e viola quindi sia la Convenzione europea dei diritti dell’uomo sia il principio di non respingimento della Convenzione di Ginevra sui rifugiati».

SOS Humanity ha annunciato che avvierà anche un procedimento accelerato davanti al tribunale civile di Catania per garantire il diritto dei richiedenti protezione a bordo della Humanity 1 di accedere con urgenza a una procedura formale di asilo a terra. SOS Humanity chiede che a tutti i 35 sopravvissuti sia permesso di sbarcare immediatamente dalla nave.

  1. Il Decreto del 4 novembre 2022