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La campagna “Ero straniero”: il ministro Piantedosi guardi alla realtà

Le organizzazioni contestano le dichiarazioni del ministro su decreto flussi e reddito di cittadinanza

Prima gli “italiani” occupabili che percepiscono il reddito di cittadinanza, poi, in base a questo, si stabiliranno le quote del prossimo decreto flussi che regolerà l’ingresso di manodopera dall’estero. Il ministro dell’interno annuncia la strategia del governo.


La campagna “Ero straniero” esprime forte perplessità circa le dichiarazioni del Ministro Piantedosi sulla proposta di previsione delle quote di lavoratori e lavoratrici che nel prossimo ‘decreto flussi‘ verrebbero stabilite solo dopo aver verificato la disponibilità dei percettori del reddito di cittadinanza a essere impiegati. Un approccio che sembra non tenere conto minimamente di quanto accade realmente nel nostro paese in termini di domanda e offerta di manodopera, italiana o straniera che sia, e di come sia di fatto impossibile per i datori di lavoro riuscire a reperire le figure di cui hanno bisogno affidandosi ai meccanismi, del tutto inadeguati, previsti dal sistema attuale di reclutamento rispetto al reddito di cittadinanza.

Riesce difficile persino immaginare come si possa attuare un collegamento tra domanda di lavoro, mancato impiego dei beneficiari del reddito di cittadinanza ed eventuale selezione di manodopera straniera da far arrivare in tempo per soddisfare le continue e incessanti richieste di tanti settori produttivi del nostro Paese. Non è un caso che siano arrivate oltre 200.000 domande per la regolarizzazione straordinaria del 2020 e altre 200.000 per il decreto flussi del 2022 (che ha però accolto solo 70.000 domande): sono gli unici canali per i datori di lavoro che vogliono assumere e che si rivolgono a persone straniere. Questa è la realtà italiana, che il ministro sembra ignorare.

Ma c’è un aspetto ancora più grave da evidenziare: chi guida il Viminale sembra non conoscere la situazione di immobilismo che affligge gli uffici del ministero dove si accumulano e ancora non trovano conclusione proprio le pratiche relative all’ultimo decreto flussi e, incredibilmente, alla sanatoria del 2020 (che la campagna renderà pubblici a breve), rendendo impossibile l’assunzione e la stabilizzazione di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici.

Si riparta da qui, se davvero si vuole andare incontro alle esigenze del paese, per poi finalmente riformare il sistema di ingresso per lavoro che risale a vent’anni fa e che è evidentemente inefficace. La campagna Ero straniero è disponibile a offrire a governo e Parlamento le proposte elaborate in questi anni su cui è in corso, da tempo, un confronto positivo con decisori politici, associazioni di categoria, sindacati, organizzazioni di tutela: mettiamo da parte la propaganda e guardiamo alla realtà per migliorarla.