Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Protezione dei minori stranieri non accompagnati: entra in vigore il decreto n. 191 del 4 ottobre 2022

Un provvedimento atteso da 5 anni

Photo credit: Save the Children

Entra in vigore oggi, 28 dicembre, un provvedimento atteso da cinque anni. Si tratta del Decreto del Presidente della Repubblica del 4 ottobre 2022, n. 191 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 dicembre (leggi il decreto) che modifica il Regolamento di attuazione del Testo Unico sull’Immigrazione, adeguandolo alle disposizioni contenute nella Legge 7 aprile 2017, n. 47 (la cosiddetta “Legge Zampa”) sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati.

Nel decreto si chiarisce, finalmente, che un minore in affidamento avrà un permesso di soggiorno per motivi familiari. Si disciplina la possibilità di svolgere attività lavorativa o formativa, ossia che il permesso di soggiorno rilasciato con motivazione minore età “consente l’esercizio del lavoro autonomo e subordinato nonché lo svolgimento di attività lavorativa e formativa finalizzata all’accesso al lavoro nel rispetto delle disposizioni in materia di lavoro minorile, riferendosi solo alla normativa sul lavoro minorile e non più a discrezionali interpretazione dei centri per l’impiego.

Altre misure importanti sono quelle del permesso di soggiorno “per integrazione” valevole fino ai 21 anni di età motivato con decreto dal Tribunale per i Minorenni per quei neomaggiorenni che così potranno continuare il loro percorso di inserimento sociale anche se iniziato poco prima della maggiore età. Inoltre, il minorenne a cui venisse negata la protezione internazionale dopo il compimento dei 18 anni potrà fare richiesta di conversione del permesso di soggiorno per motivi di studio, lavoro o esigenze sanitarie.

«Si tratta di un passaggio fondamentale per la concreta attuazione della legge 47, che nel fornire le maggiori tutele possibili ai MSNA ha un po’ “rivoluzionato” anche tutto quanto attiene ai permessi di soggiorno, identificando esattamente quale permesso dovesse essere rilasciato per ogni situazione», ha spiegato Antonella Inverno, giurista di Save the Children Italia, in un’intervista a Vita.it.

«Ora finalmente si vanno a dettagliare concretamente i documenti che vanno presentati all’atto di richiesta di permesso di soggiorno, i requisiti per il rinnovo ecc. Il grande problema infatti, prima della legge 47 ma anche in questi anni in cui il regolamento è mancato, le Questure agiscono in maniera discrezionale, per esempio alcune questure sostengono che serve attendere la nomina tutore per presentare la richiesta di permesso di soggiorno e altre no, e sappiamo che la nomina del tutore a volte arriva dopo mesi. Ora speriamo che le cose cambino».

«Era un passaggio necessario, si spera che regali una uniformità in tutto il paese almeno a livello di rilascio e conversione dei permessi, proprio perché sono stati chiarito gli aspetti più controversi. Ci sono alcune previsioni, tipo la possibilità di convertire il permesso di soggiorno da richiesta asilo a lavoro che veramente possono cambiare la vita di una persona e davvero in molti casi, con questi spazi di interpretazione lasciati alle Questure, abbiamo visto percorsi di integrazione avere una battura d’arresto molto brusca, con ragazzi che dopo 2 o 3 anni in Italia, dentro un percorso, si sono ritrovati a non avere alcuna possibilità di rimanere in Italia in maniera regolare», ha sottolineato Inverno.