Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Trieste, nuova direttiva Piantedosi: ripartono le riammissioni illegali in Slovenia

ICS - Ufficio Rifugiati e la rete RiVolti ai Balcani: «Una chiara violazione del diritto in materia di asilo»

Foto di Lorena Fornasir

Lo scorso 28 novembre, il governo ha riattivato al confine tra Italia e Slovenia le riammissioni “informali” delle persone migranti. Su indicazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sarebbe stata infatti firmata una nuova direttiva da parte del capo di Gabinetto del Viminale, Maria Teresa Sempreviva, che invita i prefetti di Trieste, Gorizia e Udine e il commissario del governo per la Provincia di Bolzano ad “adottare iniziative volte a dare ulteriore impulso all’attività di vigilanza sulla fascia di confine“. Ad annunciare il riutilizzo di quelli che sono stati definiti come “meccanismi di riammissione considerati dagli accordi italo-sloveni” è stato il sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco, in occasione della visita a Trieste compiuta il 6 dicembre.

Il rappresentante del governo Meloni ed esponente di Fratelli d’Italia – come riporta la stampa locale – ha annunciato un cambio di rotta rispetto all’azione degli esecutivi precedenti. “Anche per scelte timide e una linea morbida adottata nell’utilizzo di questo meccanismo che invece consente all’Italia di poter riconsegnare alla Slovenia chi non ha titolo per stare in Italia“. 

Alle gravi affermazioni del sottosegretario Prisco, risponde ICS – Ufficio Rifugiati Onlus di Trieste definendo le riammissioni “informali” non possibili perché illegali e chiedendo al Governo di chiarire in Parlamento.

«Le annunciate riammissioni dei cittadini stranieri rintracciati nell’area confinaria tra Italia e Slovenia sono, al di là di ogni considerazione etica, operazioni gravemente illegittime per molte ragioni giuridiche», spiega ICS che dettaglia le principali motivazioni.

«In primo luogo l’Accordo di riammissione tra Italia e Slovenia, risalente al lontanissimo 1996, non è mai stato ratificato con legge di autorizzazione alla ratifica ai sensi dell’art. 80 della Costituzione italiana, nonostante abbia una chiara natura politica e ricada pertanto tra le ipotesi di cui tale procedura è obbligatoria. Per tale ragione, anche ai sensi dell’art. 46 della Convezione di Vienna sul diritto dei trattati, esso è da considerarsi nullo sul piano giuridico. In secondo luogo nessuna riammissione può essere “informale” in quanto, in uno Stato di diritto, ogni azione di qualsiasi pubblica amministrazione, specie se si tratta di una decisione che incide su diritti fondamentali di una persona, deve consistere in un provvedimento scritto, motivato e notificato all’interessato che deve poter avere il diritto, sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, di contestare la decisione in sede giudiziaria anche ad azione eseguita. In terzo luogo nessuno straniero che chiede asilo alla frontiera italiana o nel territorio può essere semplicemente riammesso in Slovenia come se tale domanda non fosse stata fatta, perché le norme impongono alle autorità italiane di registrare sempre la domanda di asilo e di attivare la procedura, compresa quella – prevista dal Regolamento Dublino III – per individuare il paese competente ad esaminare la domanda di asilo se si hanno fondate ragioni che non sia l’Italia».

La riammissione rappresenta pertanto una chiara violazione del diritto dell’Unione Europea in materia di asilo.

ICS – Ufficio Rifugiati Onlus

«Il Governo italiano – sottolinea infine ICS – dovrà quindi chiarire se intende riproporre nuovamente le gravissime illegalità che hanno caratterizzato la condotta delle autorità italiane nel 2020, anno in cui furono effettuate le riammissioni dei richiedenti asilo, poi cessate con ripristino della legalità a partire dal gennaio 2021».

Nel sostenere quanto affermato dalla associazione triestina, la rete RiVolti ai Balcani ha deciso di convocare una conferenza stampa lunedì 12 dicembre alle ore 11 in modalità da remoto (evento Facebook) per ribadire la grave illegittimità delle riammissioni che si vorrebbero ristabilire e che sono già state fatte cessare nel gennaio 2021 grazie a un ricorso al Tribunale di Roma.

La rete vuole sottolineare l’effetto che tali respingimenti hanno avuto e avrebbero ancora “a catena” a danno anche di persone richiedenti asilo, e chiarire come quest’ultima annunciata iniziativa si inserisce in un quadro di illegalità ormai diffuse fatto di respingimenti e violazioni del diritto da parte di numerosi Paesi membri dell’Unione europea.

Alla conferenza parteciperanno Anna Brambilla e Caterina Bove, avvocate e socie dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, Gianfranco Schiavone, presidente dell’ICS di Trieste, e Duccio Facchini, giornalista di Altreconomia.