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Geo Barents salva 237 persone nel Mediterraneo e documenta le minacce ed i respingimenti dei libici

La ritorsione del ministro Piantedosi: assegnato il porto di sbarco a La Spezia

Medici Senza Frontiere ha denunciato martedì l’ennesimo respingimento di persone migranti intercettate in mare dalla cosiddetta guardia costiera libica, una pratica costante che spesse volte viene descritta nei report come “soccorso o salvataggio“. Secondo i dati di UNHCR del 23 gennaio le persone ricondotte Libia in queste prime settimane dell’anno sono circa 1.100. Nel 2022 i respingimenti accertati sono stati oltre 24.000.

Quest’ultimo grave episodio, in violazione delle norme internazionali, è stato segnalato dalla nave Geo Barents che da venerdì scorso si trova in missione nel Mediterraneo centrale. L’equipaggio nel tentativo di soccorrere i naufraghi è stato minacciato e insultato dai libici. «Il nostro team ha assistito oggi (martedì ndr.) all’intercettazione da parte della Guardia Costiera Libica di un’imbarcazione in difficoltà in acque internazionali. Mentre ci avvicinavamo per aiutare le persone e portarle in salvo, hanno minacciato di sparare», ha scritto Msf su Twitter aggiungendo un breve filmato in cui si sente lo scambio di comunicazioni via radio tra la Geo Barents e la motovedetta libica.

Poco ore dopo Geo Barents ha soccorso 69 persone da un’imbarcazione segnalata da Sea Bird 2 che si trovava in acque internazionali vicino alla Libia. Tra le persone salvate ci sono 9 donne e 25 minori, di cui due bambine di 5 anni. L’aereo di Sea Watch è tornato proprio ieri a pattugliare il Mediterraneo dopo un blocco illegale durato quasi un anno. Il velivolo è riuscito anche a fotografare il respingimento dei libici.

Quattro ore dopo l’operazione SAR è arrivata la ritorsione governativa: non solo Geo Barents ha salvato delle vite umane dalla morte o dalla cattura dei libici, ma ha voluto perfino denunciare il respingimento attuato dai libici grazie ai finanziamenti dell’Italia e alla fornitura delle motovedette.

«Dopo il salvataggio effettuato le autorità italiane ci hanno assegnato La Spezia come porto di sbarco – ha riferito Msf – . Questa città si trova a circa 100 ore di navigazione dalla nostra posizione attuale. Perché farli sbarcare a La Spezia quando ci sono porti idonei molto più vicini? È contro il diritto marittimo internazionale».

Proprio nel momento in cui scrivevamo questo articolo, la nave umanitaria durante la navigazione ha ricevuto un’allerta da Alarm Phone di un’altra imbarcazione in difficoltà. Ma sulla rotta verso la segnalazione, ha spiegato l’equipaggio, «abbiamo incontrato un’altra imbarcazione in difficoltà ed effettuato il salvataggio. Secondo il diritto internazionale, fornire assistenza in mare è un obbligo legale».

Geo Barents nelle due ulteriori operazioni di soccorso ha raccolto a bordo 61 persone – tra cui 13 donne e 24 minori – e altre 107 persone, tra loro 5 donne e 36 minori: al momento sulla nave umanitaria ci sono quindi 237 persone soccorse.

È la prima volta che una Ong è costretta dalle circostanze a non rispettare il nuovo codice di condotta previsto da un decreto legge, il n. 1 del 2 gennaio 2023, che viola le convenzioni internazionali sul soccorso in mare. Msf ha ribadito di aver effettuato la seconda e la terza operazione di soccorso perché secondo il diritto internazionale fornire assistenza in mare è un obbligo legale, oltre ad essere il motivo per il quale nel Mediterraneo è presente la flotta di soccorso civile.

Vediamo ora cosa risponderà il governo della propaganda che continua senza alcuno scrupolo a fare la voce grossa con le Ong prendendosela con naufraghi e bambini. Noi siamo con la Geo Barents!

* Articolo aggiornato mercoledì ore 20.30

Redazione

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