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La campagna Ero straniero: serve intervento urgente per stabilizzare interinali presso prefetture e questure

«Basta ritardi sulla pelle delle persone straniere»

La campagna Ero straniero sostiene le lavoratrici e i lavoratori interinali che lavorano presso le prefetture e le questure italiane che in questi giorni hanno protestato per chiedere al ministero dell’interno di poter continuare a lavorare e portare a termine, tra l’altro, le decine di migliaia di pratiche relative alla regolarizzazione delle persone straniere del 2020 ancora in sospeso.

La campagna rivolge un appello urgente al ministro Piantedosi affinché intervenga e garantisca continuità all’attività degli uffici sul territorio, già fortemente provati dalla mancanza di personale, i quali, senza il contributo essenziale di questi 1.200 interinali, rischiano lo stop definitivo.

La situazione che si è creata alla fine del 2022 è paradossale: dal 1 gennaio sono state sospese tutte le centinaia di persone che, assunte in occasione della regolarizzazione 2020, da oltre due anni permettono a prefetture e questure di lavorare le pratiche che riguardano i cittadini stranieri, in particolare quelle della sanatoria e dell’ultimo decreto flussi nonché i permessi temporanei per le persone ucraine in fuga dalla guerra. Il loro contributo nei mesi scorsi è stato indispensabile agli uffici per portare avanti l’attività: nonostante ciò, nulla è stato fatto per stabilizzare queste figure professionali già formate e con un’esperienza di ormai oltre due anni. Anzi, mentre la richiesta di personale negli uffici è destinata ad aumentare, anche in vista del prossimo decreto flussi, nell’ultima manovra finanziaria, anziché procedere alla proroga o alla stabilizzazione di questo personale già formato, sono state stanziate risorse per la somministrazione di nuovi contratti a tempo per figure da reperire con ulteriori bandi e procedure i cui tempi finiranno per protrarsi per mesi e mesi, come già accaduto nel 2020.

Riassumendo: si disperdono professionalità costruite in ormai più di due anni di esperienza, vanificando l’investimento fatto dal ministero dell’interno su questo personale in termini di formazione e di soldi pubblici, e si blocca il lavoro degli uffici sul territorio, già ingolfati e perennemente in difficoltà nella gestione amministrativa, in attesa di future assunzioni – sempre a tempo e precarie – quando la prima necessità, per lo stesso ministero, sarebbe quella di rafforzare gli attuali organici.
A pagarne il prezzo, ancora una volta, saranno decine di migliaia di persone straniere – insieme ai loro datori di lavoro – costrette a subire sulla propria pelle gli infiniti ritardi nel rilascio dei documenti essenziali per continuare a vivere e lavorare dignitosamente nel nostro paese senza finire nelle maglie del lavoro nero e dello sfruttamento. 

Il ministro Piantedosi intervenga quanto prima: è nell’interesse del Paese – e suo innanzitutto – assicurare un’amministrazione che funzioni e non tradisca la fiducia dei propri cittadini, come avviene da troppo tempo.