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Photo credit: Eleana Elefante
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Mediterraneo centrale: report dicembre 2022

Il bilancio dell’anno appena passato e le “nuove” prospettive per l’anno che verrà

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Anche quest’anno il mese di dicembre non è stato clemente sul fronte migratorio. Il bilancio, a chiusura dell’anno 2022, come lo scorso anno, registra innumerevoli perdite umane nel Mediterraneo centrale e non solo. Le partenze di persone migranti, sempre più legate alle diverse crisi geopolitiche sparse sul bacino mediterraneo (almeno 40 dei Paesi di provenienza sono in guerra), saranno più che mai rischiose in vista dell’applicazione del nuovo “Codice di Comportamento” rivolto alle Organizzazioni Non Governative che svolgono attività di ricerca e soccorso in mare. Inserito nel “Decreto Sicurezza” approvato dal Governo Meloni il 28 dicembre, opera una pericolosa e discrezionale distinzione tra “salvataggi concordati” e “salvataggi sistematici”.

Questi ultimi, secondo il neo Ministro degli Interni Piantedosi, favorirebbero le organizzazioni dei trafficanti di esseri umani. Da tale convincimento nasce la nuova direttiva secondo la quale, non si potranno più effettuare salvataggi multipli ma, solo uno alla volta ed in accordo con le Autorità Marittime competenti in area. Vietati anche i “trasbordi”, ovvero quelle operazioni di spostamento dei naufraghi da una nave più piccola ad una più grande per tenere a bordo, in sicurezza, un maggior numero di persone e per diversi giorni. Inoltre, il nuovo “Decreto Sicurezza”, sposta la responsabilità di eventuali irregolarità durante le operazioni di salvataggio, dal terreno penale a quello amministrativo, eludendo l’indipendenza, l’imparzialità e la discrezionalità di un organo giudicante super partes, demandandola alle Prefetture (dipendenti dal Ministero dell’Interno). La non ottemperanza di questo nuovo “Codice di Comportamento”, non genererà più dunque un reato penale bensì sanzioni amministrative, ovvero pecuniarie che ricadranno, in solido, in capo all’armatore ed al capitano della nave. L’augurio per l’anno che verrà è che il Presidente Mattarella non firmi questo Decreto Legge che rischia di mettere in serio pericolo la vita di migliaia di esseri umani, naufraghi nel Mediterraneo centrale. Le ONG coinvolte chiaramente non ci stanno e si dichiarano intenzionate a rispettare esclusivamente le leggi internazionali e quelle del mare al fine di mettere in salvo più vite possibile.

Intanto, in ogni singolo giorno di quest’ultimo mese dell’anno, si sono susseguiti innumerevoli sbarchi, sfortunati naufragi e molteplici push-back fra le gelide acque del Mediterraneo. Malgrado il mare mosso e le pessime condizioni meteorologiche, migliaia di persone continuano ad intraprendere il loro viaggio per la salvezza verso l’Europa. Da inizio anno 104.061 persone sono approdate sulle nostre coste.

Nel solo mese di dicembre 9.720 persone. Nel 2021 ne arrivarono 4.534. In crescita è anche il numero dei minori non accompagnati: 12.687 contro i 10.053 registrati in tutto il 2021. Le nazionalità maggiormente coinvolte in quest’esodo sono l’Egitto con 20.509 persone; la Tunisia con 18.129 persone; il Bangladesh con 14.932 persone. Seguono la Siria con 8.594 persone e l’Afghanistan con 7.241 persone.

Le intercettazioni operate dalla cosiddetta Guardia Costiera libica ed i conseguenti push-back raggiungono a chiusura dell’anno le 23.596 persone. Nel 2021 furono intercettate e respinte 32.425 persone. 1.360 persone, invece, risultano morte o disperse.

I naufragi

Il 4 ed il 5 dicembre 2 naufragi consecutivi in meno di 24h si consumano dinanzi a Lampedusa. Almeno 10 persone scompaiono fra le onde. Tra i dispersi, un neonato di soli 3 mesi e il fratello di 6 anni. I loro genitori sono sopravvissuti. Un’altra bambina, di circa 6 mesi, miracolosamente scampata alla traversata, si è spenta poche ore dopo l’approdo nell’hotspot dell’isola dove era stata trasferita con la madre. La Guardia Costiera porterà in banchina 32 naufraghi ed il corpo senza più vita di uomo che, purtroppo non ce l’ha fatta. Viaggiavano su barchino di ferro di 6 metri che è affondato. 4 di loro sono stati portati, subito dopo l’approdo al Poliambulatorio dell’isola dove stati ricoverati per ipotermia. Seguiranno nelle stesse ore altri arrivi al Molo Favarolo per un totale di oltre 700 persone. Il 15 dicembre una piccola imbarcazione con 30 persone a bordo, si capovolge dinanzi alle coste di Sfax in Tunisia. 4 persone perderanno la vita. Il 18 dicembre, mentre si festeggiava la Giornata Internazionale dei Migranti, un quarto naufragio si consuma a circa 10 miglia a sud da Lampedusa. Una bimba di 5 anni che viaggiava con la madre morirà. Un altro bimbo di 2 anni in condizioni critiche, riuscirà fortunatamente a salvarsi.

Gli sbarchi autonomi (solo alcuni)

Continuano gli sbarchi sulle coste italiane dove si susseguono soccorsi e avvistamenti da parte delle Autorità Marittime e delle Ong che operano nel Mediterraneo. A partire dall’alba del 5 dicembre si sono registrati quattro sbarchi sull’isola di Lampedusa, per un totale di 144 persone salvate. Sui diversi barchini, intercettati di fronte alle isole Pelagie, c’erano gruppi di 33, 35, 33 e 43 migranti, fra cui 22 minori. I migranti, originari di Guinea, Mali, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio e Senegal, sono partiti tutti dalla Tunisia. Questi 144 naufraghi si vanno così ad aggiungere alle 202 persone sbarcate domenica 4 dicembre, sempre sulle coste dell’isola di Lampedusa. Tra loro, i 32 sopravvissuti salvati dalla motovedetta Cp327 della Guardia Costiera. Episodi analoghi si ripeteranno per tutto il mese sia sulle coste siciliane che su quelle calabresi.

I salvataggi in mare (solo alcuni)

Il 1° dicembre, dopo lo scontro di inizio novembre con il Governo Meloni sulla possibilità di far scendere 572 migranti al porto di Catania in seguito a un’operazione di salvataggio, la Geo Barents di Medici Senza Frontiere ritorna a solcare le acque del Mediterraneo centrale. Il 4 dicembre soccorrerà 74 persone partite la notte precedente da Garabulli, Libia. Viaggiavano su un gommone nero. Fra loro 6 donne e 15 minori. Nazionalità: Egitto, Eritrea, Guinea-Conakry, Siria, Sud Sudan, Etiopia, Costa d’Avorio e Mali. Il 5 dicembre, un secondo soccorso metterà in salvo altre 90 persone, fra cui 35 minori e 5 donne, a bordo di gommone sovraffollato al largo della Libia. Fra i 164 soccorsi in poche ore, 14 donne e circa 50 minori non accompagnati (il più piccolo di loro ha soli 10 anni). Un’altra operazione di soccorso è stata condotta nelle stesse ore dalla Humanity One e dalla Louise Michel in acque internazionali al largo della Libia. Hanno salvato 103 persone, tra cui bambini piccoli e una donna incinta. Il 7 dicembre, alle 11.31 Fatima, a bordo della Geo Barents mette alla luce il piccolo Ali. I sopravvissuti a bordo della Geo Barents non sono più 254, bensì 255. La donna era stata soccorsa il giorno precedente da un gommone instabile con altre 90 persone e viaggiava con gli altri suoi 3 figli. A conclusione di tutti i salvataggi effettuati dalle navi umanitarie durante il corso del mese, il 27 dicembre la Ocean Viking di SOS Mediterranee, metterà in salvo 113 persone. Fra loro, 23 donne (alcune incinte), 30 minori non accompagnati e 3 neonati (il più piccolo di solo 3 settimane). Verrà assegnato per il loro sbarco inizialmente il Porto di La Spezia. Poche ore dopo, con una rettifica, verrà assegnato il Porto di Ravenna (a ben 900 miglia nautiche di distanza dal luogo del soccorso, a circa 4 giorni di navigazione). Il 31 dicembre, a chiusura dell’anno, tutti i naufraghi raggiungeranno finalmente il porto romagnolo. In queste ore diverse imbarcazioni partite prevalentemente dalla Libia lanciano segnali di soccorso ma, quasi tutte le navi umanitarie risultano essere troppo lontane dal Mediterraneo centrale per via di queste assegnazioni di POS così lontane!

Mediaticamente parlando, il 2022 è stato l’anno del conflitto russo/ucraino ma, decine di altri conflitti dimenticati continuano a consumarsi alle porte d’Europa. L’aggravamento delle condizioni economiche e sociali inevitabilmente si ripercuotono sui diritti civili ed umani delle persone.

Questo report di fine/inizio anno è dedicato non solo a chi attraversa e talvolta muore nel Mediterraneo centrale ma anche a chi ogni giorno lotta per sopravvivere e per difendere i più elementari diritti di autodeterminazione. Penso ai giovani iraniani e curdi che nelle piazze, ogni giorno, protestano per affermare i loro diritti identitari, alle donne afghane che cercano di riconquistare uno spazio piccolo nel mondo dell’istruzione e del lavoro e a tutte quelle madri che vivono violenze, guerre, vessazioni, fame e piangono per i loro figli. Il loro coraggio ci sia da guida.

Eleana Elefante

Giurista esperta in Advocacy & Communication dei Flussi Migratori del Mediterraneo Centrale.
Collabora con diverse NGO’s e Patners Europei nel Monitoraggio & Valutazione dei flussi migratori in linea con l’analisi geopolitica di aree geografiche quali il Nord - Africa ed il Medio-Oriente.