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Milano: lacrimogeni per disperdere la folla di richiedenti asilo davanti alla Questura di via Cagni

Il commento del Naga: il risultato di inefficienze e procedure infinite e irrazionali

«Il processo di criminalizzazione dell’immigrazione è in atto da decenni e si manifesta a volte subdolamente nel linguaggio, nella formulazione della norme, nella rappresentazione del fenomeno migratorio, altre volte in modo plastico, violento e spudorato, come è successo davanti agli uffici della Questura di via Cagni a Milano» afferma Anna Radice presidente del Naga.

E’ successo la mattina del 23 gennaio intorno alle 6. Seconda le cifre fornite dalla Questura erano circa 700 richiedenti asilo, alcuni di loro in fila già da venerdì.

Non è la prima volta, ed è gravissimo. Un’altra situazione simile con l’intervento della polizia in tenuta antisommossa era stata denunciata dal Naga e le altre associazioni anche a dicembre.

«Dopo anni di incapacità di rispondere tempestivamente alla manifestazione di volontà di richiedere protezione internazionale, la Questura di Milano non ritiene che ci sia di meglio da fare che disperdere con i lacrimogeni la folla che cerca di entrare negli uffici preposti e, con un acrobatico rimbalzo di responsabilità, la scarica sulle persone che, esasperate dall’inutile attesa durata anche mesi, cercano di entrare per prime», prosegue la Presidente della storica associazione milanese.

«Ricordiamo – conclude Radice – che questa situazione si è creata fin da quando gli uffici sono stati trasferiti in via Cagni decentrandoli rispetto alla sede dell’Ufficio Immigrazione della Questura di via Montebello. La prima denuncia del Naga risale all’autunno del 2021 e già allora venivano segnalate sia la scarsità delle risorse messe a disposizione per gestire gli ingressi per richiedere asilo, sia l’inadeguatezza dei rimedi adottati. L’ultima procedura scelta, avviata con l’inizio del nuovo anno dopo un primo e disastroso esperimento effettuato il 22 dicembre 2022, prevede che vengano raccolte 120 domande alla settimana esclusivamente al lunedì mattina. Anche questo tentativo tardivo non ha risolto la questione perché il ritardo accumulato in un anno e mezzo ha creato una quantità di aspiranti richiedenti asilo molto maggiore di quello che questi numeri possono assorbire».