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Pablo Allison - Manchester
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Nel Regno Unito saranno vietate le immagini “positive” dei migranti

In corso di approvazione il New Online Safety Bill

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di Fabrizio Urettini (Talking Hands)

Una vicenda, quella dell’emendamento al disegno di legge in corso di approvazione nel Regno Unito e noto come Online Safety Act, che ha dei contorni allarmanti. Un disegno di legge che, nato per la tutela dei minori online, ha esteso il divieto di diffusione di contenuti pedo-pornografici e di terrorismo anche alle immagini che in qualche modo mettono sotto una “luce positiva” le persone migranti.

Negative journey – Talking Hands

Il nuovo Safety Bill inglese 1 segna, a nostro avviso, un salto di qualità in quell’intreccio fra logica criminalizzante ed efficientismo amministrativo nel perseguire quello che sembra essere diventato l’obiettivo principale delle politiche migratorie di molti paesi occidentali, ossia l’esclusione delle persone in movimento qualificate come indesiderabili.

Un processo di criminalizzazione che non solo investe le misure politiche e normative in tema di immigrazione, ma che ora rischia di diventare anche processo mediatico verso l’affermazione di un nuovo diritto penale della sicurezza che, deviato da una connotazione di stampo proibizionistico e preventivo, divora tutti i principi dello Stato di diritto.

Ripercorriamo le ragioni che hanno portato al testo di legge. Le aziende tecnologiche, compresi i social media e i motori di ricerca, hanno il dovere di proteggere i bambini da contenuti dannosi come il materiale che promuove l’autolesionismo e i disturbi alimentari, materiale pedopornografico, revenge pornography, vendita di droghe o armi illegali e terrorismo.

Il disegno di legge introduce in questo senso, una serie di reati penali per l’Inghilterra e il Galles, di cui garante è l’Ofcom (Office of Communications) – autorità competente e regolatrice indipendente per le società di comunicazione nel Regno Unito – che ha il dovere di segnalare alle società i messaggi o i filmati non in linea con le nuove linee guida.

La violazione alle nuove regole comporta una multa, fino al dieci per cento del fatturato e qualora il gruppo non agisse tempestivamente, i responsabili rischiano il carcere, con pene fino a due anni di reclusione.

In base a un’ulteriore modifica al disegno di legge, i filmati che mostrano le persone che attraversano la Manica su piccole imbarcazioni 2 in una “positive light”, saranno aggiunti all’elenco di quei contenuti illegali che tutte le piattaforme tecnologiche dovranno impedire in modo proattivo di diffondere.

Michelle Donelan, ministro per il digitale a Downing Street, ha detto che postare video in una luce positiva degli attraversamenti, comporterebbe un favoreggiamento ai reati di immigrazione clandestina.

L’emendamento sembra esprimere la volontà di censurare il “border crossing“, pratica, quella di attraversare i confini e le frontiere, ampiamente diffusa nel mondo, con una popolazione che oggi è stimata in circa 300 milioni di persone in movimento che mai come in questi anni sono entrate a far parte del nostro immaginario collettivo: i salvataggi sul canale di Sicilia praticati dalle ONG e dalla Guardia di Finanza, i pescherecci e i gommoni carichi oltre ogni limite di esseri umani, gli accampamenti informali lungo la rotta dei Balcani, le isole dell’Egeo, le recinzioni forate nelle foreste dell’Ungheria, le marce e i lunghi convogli umani nel Centro America, le scalate alle barriere di Melilla e i pickup nel deserto del Niger.

Queste immagini ci mostrano quanto le vecchie teorie sulle migrazioni non reggono più, a partire dalla distinzione tra migrazioni economiche e politiche – sarebbe più opportuno parlare di “migrazioni forzate” – e quanto l’idea stessa di «straniero» appartenga ad una visione politica del mondo non corrispondente al reale ma che evidentemente è ancora viva e capace di incutere timore.

La globalizzazione ha portato alla libera circolazione delle merci, dei capitali, delle politiche economiche e sanitarie, dei mezzi di comunicazione, ma vieta perfino di mostrare, lo spostamento degli esseri umani o almeno di una parte di essi.

Possiamo quindi “bannare” il border crossing dal nostro immaginario visivo, così come le immagini della miseria e della disperazione delle persone migranti che cercano di attraversare i confini di tutto il pianeta e dell’Europa.

Non possiamo invece cancellare o tentare di dissimulare l’esilio di massa contemporaneo, una popolazione che attraversa oggi i confini del mondo che è sempre più numerosa per infinite ragioni, non ultima la crisi climatica in corso, e che vive oggi dentro una spazialità che non riconosce più le barriere e i confini naturali e politici, esigendo il riconoscimento di una nuova dimensione culturale e spaziale del mondo.

Coscienti che la deriva securitaria del nuovo Safety Bill, e parola non poteva essere così inappropriata, comporta un pericoloso precedente giuridico da parte di una democrazia matura come quella inglese il cui sistema giuridico viene citato a modello da diversi paesi europei ed extraeuropei, abbiamo deciso di lanciare una “call for artist” chiedendo ad amici e colleghi designer, artisti e fotografi di sede nel Regno Unito e che, come noi, si riconoscono in questa nuova dimensione culturale e spaziale di inviarci un’opera per stimolare un dibattito e chiedere coralmente che l’emendamento venga ritirato.
Info sulla campagna: [email protected]

Seba Kurtis – Manchester
IG: @sebakurtis

La fotografia di Kurtis è spesso creata manipolando i negativi.
Interventi durante il processo di sviluppo o nell’immagine finita descrivono la sua firma estetica, come la serie “Heartbeat“, che presenta ritratti invisibili di rifugiati.
Con questi mezzi, Kurtis crea un parallelo visivo con il modo in cui la polizia utilizza i rilevatori di battito cardiaco per cercare i rifugiati clandestini che si nascondono all’interno dei camion merci.

Invisibile, ma esposto. L’immagine oscura di queste fotografie è ottenuta sovraesponendo la pellicola, e solo uno sguardo più attento rivela le impercettibili sagome. Questa tecnica contribuisce paradossalmente a rendere più visibile la situazione trascurata dei migranti.

Il metodo di utilizzare l’effetto sbiadito offusca anche la natura puramente documentaria della fotografia di Kurtis, rappresentando il ricordo vago di persone scomparse e di aspettative non soddisfatte.

Pablo Allison – Manchester
IG: @pablondon2

Pablo Allison è nato a Manchester, nel Regno Unito, ed è cresciuto a Città del Messico. È un artista multidisciplinare interessato a esplorare, attraverso la sua pratica, idee come controllo, reclusione, spostamento, libertà, e intrappolamento. L’immagine fa parte di un’ampia documentazione dal titolo «The Light of the Beast» (trad. La luce della bestia), pubblicato da Pavement Studio (2020),  e che raccoglie al suo interno 5 anni di documentazione del viaggio dei migranti provenienti dall’America Centrale verso gli Stati Uniti. 

  1. Online Safety Bill, UK Parlamient
  2. Chi sta rompendo il sistema di asilo? Un’analisi di Nando Sigona sulle politiche anti-immigrazione del premier britannico Rishi Sunak

Fabrizio Urettini

Sono attivista e art director. Nel 2016 ho fondato Talking Hands, studio artistico permanente che permette alle persone delle comunità di rifugiati di disegnare, creare e vendere prodotti di moda e design.
Talking Hands valorizza la diversità, la comunità, la formazione, il design sostenibile e le pratiche commerciali etiche.