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PH: Antonio Sempere

A Ceuta il funerale di altre due vittime del regime di frontiera

Testo e fotografie di Antonio Sempere

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Si tratta di Moussa Sylla, un giovane ventenne guineano, che il 26 gennaio scorso ha deciso di togliersi la vita nel bosco vicino al CETI (Centro di permanenza temporanea per immigrati) di Ceuta (enclave spagnola in Marocco) dopo essere stato espulso dal centro da almeno un mese, senza possibilità di alloggio e di cibo. Non è la prima volta che un residente viene espulso come misura punitiva, come sottolineano l’Associazione Elin e No Name Kitchen in un comunicato stampa.

L’altra persona deceduta è Mohamed Jaouhray, di cittadinanza marocchina, il cui corpo è stato trovato nelle acque del porto di Ceuta dopo aver tentato di raggiungerlo su un’imbarcazione insieme ad altri sette giovani qualche giorno prima. Sono stato gettati in mare dal conducente dell’imbarcazione dopo essere stati avvistati dalla Guardia Civil spagnola. Tre di loro sono riusciti a raggiungere la spiaggia grazie all’aiuto di un abitante che non ha esitato a lanciarsi in mare per soccorrerli.
Altri quattro sono dispersi e l’ultimo è Mohamed.

I due giovani sono stati accompagnati nel cimitero musulmano di Sidi Embarek da più di cento persone, per la maggior parte residenti nel Centro di permanenza temporanea.