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Ciao Pio

Il nostro ricordo del giornalista e amico Pio D'Emilia

Fine agosto del 2015 in un bar nel paesino di Horgoš in Serbia al confine con l’Ungheria.
Fa caldissimo e cerchiamo acqua fresca. Eravamo partiti il giorno prima, d’istinto, dopo giorni in cui le immagini di migliaia di persone in cammino sui binari riempivano gli schermi e le cronache di quella fine d’estate.
Volevamo andare a vedere coi nostri occhi per raccontare ciò che stava accadendo.
Siamo appena arrivati e un po’ spaesati, non sappiamo bene dove andare.

Si avvicina un uomo grande con la barba bianca, gli occhiali, la voce calda e la faccia buona.
Siete italiani ci chiede? Ci conosciamo, lui era l’inviato per SkyTG24, ci spiega come muoverci e dove andare.

Da quel momento con Pio d’Emilia siamo sempre rimasti in contatto.
Lui sarebbe tornato sulla rotta balcanica anche nei mesi successivi.
Poi, con grande generosità, ha continuato le sue corrispondenze per Melting Pot anche dalle isole di Samos e Lesvos e a bordo della nave di ricerca e soccorso Vos Hestia. Tante volte ci siamo incontrati in quei mesi durante i nostri viaggi di monitoraggio con la campagna #overthefortress, da Idomeni a Vienna. É venuto anche a trovarci e raccontare il suo lavoro a Sherwood Festival.

Allora, in un bello e sperduto bar a Horgoš, noi abbiamo avuto l’onore di conoscere un grande uomo che ha sempre avuto il coraggio di raccontare la verità, che con passione e generosità ha sempre lottato contro le ingiustizie. Che non potevi non amare.

Ciao Pio