E’ stato necessario il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale dell’avv.ta Giulia Rescia dell’Associazione Naga di Milano per costringere il gestore del CPR di Milano ad ottemperare ad un suo preciso obbligo, ossia quello di fornire la cartella clinica completa a due persone trattenute.
«Il gestore del CPR, Engel Italia, – spiega il Naga – in assenza di diversa autorizzazione della Prefettura, ha fornito copia solo dei certificati ed esami anteriori al trattenimento nel centro e copia del certificato di idoneità al trattenimento. Non è stata data invece nessuna informazione sulle cure fornite durante il trattenimento (che dura mesi e riguarda anche soggetti affetti da gravi patologie o tossicodipendenti), sui referti degli esami e delle visite mediche effettuate, nessuna visibilità cioè del diario clinico del trattenuto che permettesse di far valutare la bontà e correttezza delle prestazioni sanitarie ricevute, oltre alla compatibilità dello stato del trattenuto col perdurare della la sua costrizione successivamente all’ingresso nel centro. E ciò nonostante la direttiva Lamorgese del 19.5.2022, all’art. 3.6, preveda che il trattenuto abbia diritto a prendere visione della sua scheda clinica».
Il TAR Lombardia ha ritenuto illegittimo il rifiuto all’accesso a tale documentazione e ha condannato l’amministrazione a fornire la documentazione richiesta.
Sulla vicenda interviene con un commento anche la rete Mai più lager – NO ai CPR che sottolinea: «Non si tratta solo di due casi, ma di due casi arrivati all’autorità giudiziaria: il rifiuto di consegnare la cartella clinica completa, in violazione anche dei regolamenti ministeriali in vigore, e il trattenimento di soggetti in condizioni incompatibili di salute sono pratiche sistematiche. Come riportato anche in “Delle pene senza delitti. Istantanea del CPR di Milano – Un anno dopo” 1, anche nel corso dell’ispezione a sorpresa dello scorso maggio, la delegazione del senatore De Falco, che comprendeva anche un medico, aveva dovuto registrare lo stesso rifiuto ostruzionistico da parte di gestore e Prefettura, nonostante l’espressa delega ricevuta dal senatore al ritiro da parte di quasi tutti i trattenuti presenti al momento. La ritrosia maggiore si riscontra sulla consegna, in particolare, di copia del c.d. “diario clinico” ovvero del diario dove sono annotate in infermeria giorno per giorno le eventuali medicazioni per chi pratica autolesionismo o è vittima di percosse, anche da parte degli agenti (è aperto un fascicolo presso la Procura di Milano ma altre segnalazioni ci sono pervenute), e dove sono annotate le cure prestate ai trattenuti. Anzi, diremmo, non prestate, dal momento che il più delle volte vi si trova solo il riscontro di una abbondante – diremmo dilagante – e indiscriminata somministrazione di psicofarmaci senza alcuna prescrizione medica, come risposta a qualsiasi esigenza: in infermeria, a parte pochi antinfiammatori e poco altro, non si trova di più: è tutto a spese del gestore, il quale risparmia su tutto, e anche su questo».
La rete ricorda che l’ente gestore del CPR milanese – Engel S.r.l. ora Martinina S.r.l., dopo un rimpasto di soci – è lo stesso di Palazzo S. Gervasio, centro di detenzione particolarmente attenzionato per un video trasmesso da Striscia la Notizia che raffigura un trattenuto costretto ad ingerire un cocktail di tranquillanti.
«Ci auguriamo che queste nuove sentenze possano offrire un supporto per i legali che si occupano di CPR per ottenere giustizia per i propri assistiti e consentire la liberazione dei tantissimi che sono ogni giorno sottoposti a detenzione amministrativa per essere stati sorpresi senza permesso, pur trovandosi in condizioni mediche incompatibili con il trattenimento», conclude Mai più lager – NO ai CPR.