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Il governo italiano consegna una nuova motovedetta alle autorità libiche

Mediterranea Saving Humans promuove un presidio alle 15 davanti al "Cantiere Navale Vittoria" di Adria (RO)

La Guardia costiera libica. Foto di archivio

Lunedì 6 febbraio ad Adria (Rovigo), presso il Cantiere Navale Vittoria, è stata annunciata dal governo italiano una “cerimonia di consegna” alle autorità libiche di una motovedetta “classe 300 di nuova fabbricazione”, nell’ambito del progetto europeo “Support to integrated Border and migration management in Libya”. Presenti il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la ministra degli Esteri libica Najila El Mangoush, e il Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato Olivér Várhelyi.
Mediterranea Saving Humans promuove un presidio e invita tuttə lə attivistə e le realtà sociali del territorio alle ore 15.00 nel piazzale antistante l’azienda: «Gli esponenti del governo non provino ad impedire che uno scorcio di verità su una delle vergogne del secolo possa rompere l’ipocrisia».


Basta con le celebrazioni della violazione della Convenzione di Ginevra. Basta con la violazione sistematica dei diritti umani. Basta con le catture in mare e le deportazioni di persone migranti, richiedenti asilo e profughe operate dalla cosiddetta “Guardia Costiera Libica”.

Il Governo italiano ha annunciato la consegna, celebrata in pompa magna, di un nuovo mezzo con cui la cosiddetta e famigerata “guardia costiera libica” potrà catturare e deportare donne, uomini e bambinə che provano a fuggire, attraverso il mare, dall’inferno dei lager libici.

Nel giorno in cui altre terribili notizie di morte arrivano dal Mediterraneo, trasformato nella fossa comune più grande del pianeta, si annuncia una “cerimonia”, con tanto di ministri italiani e libici, per santificare quella che ormai è una pratica criminale e consolidata: la violazione della Convenzione di Ginevra su profughə e rifugiatə. Violazione operata per mezzo di quelle milizie grossolanamente fatte passare come “soccorritori” dalle nostre istituzioni, che ricevono centinaia di milioni di euro per il lavoro sporco del trattenimento “ad ogni costo e con ogni mezzo” di esseri umani che chiedono asilo all’Europa.

La Libia, che non è nemmeno uno stato ma altresì un paese frammentato e dilaniato da una guerra per bande, non può gestire nessuna operazione di “soccorso”, poiché non è un “POS” (place of safety) per le persone che vengono catturate in mare. Le violente operazioni che l’Italia e l’Europa finanziano sono in realtà quelle di una “polizia di frontiera” illegittima ed illegale, in totale disprezzo del destino di persone innocenti.

Saremo Lunedì 6 febbraio davanti a quei cantieri: non provino gli esponenti del governo ad impedire che uno scorcio di verità su una delle vergogne del secolo possa rompere l’ipocrisia.

Diamo appuntamento a tuttə lə attivistə, alle realtà sociali del territorio e agli operatori dell’informazione alle ore 15.00 nel piazzale antistante i cantieri “Vittoria” di Adria.