Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
PH: Gabriela Minjáres / La Verdad
/

Il Titolo 42 e l’esternalizzazione della frontiera degli Stati Uniti

Le politiche migratorie Usa-Messico nel reportage «Llegar al otro lado»

Start

Città del Messico – Questo testo, diviso in 3 parti, vuole offrire una panoramica sintetica delle politiche migratorie implementate nello scenario binazionale Stati Uniti d’America / Stati Uniti Messicani dal 2021, tra la nuova amministrazione Biden-Harris e la presidenza di Andrés Manuel López Obrador. Il Titolo 42 è una misura, ancora in vigore, voluta dall’amministrazione Trump per bloccare le persone migranti al confine con il Messico.

Nella seconda parte «Venti di Cambiamento» si parla dei processi di trasformazione della mobilità umana negli ultimi anni, delle analisi e della ricerca di nuove definizioni, così come dei drammatici costi umani e delle ripercussioni dell’MPP (Migrant Protection Protocols) e del Titolo 42 in tutto il paese. Dove, grazie all’acquiescenza nei confronti del “vicino del nord”, si è creata una situazione potenzialmente esplosiva.

Nella terza parte, «Biden: anno nuovo, politica “nuova”» si parla della politica migratoria annunciata dal presidente degli Stati Uniti il 5 gennaio 2023 ed accettata di buon grado dal Messico, in preparazione del “dopo Titolo 42” (la cui chiusura si prevede non lontana), paradossalmente imperniata proprio sull’uso spregiudicato del Titolo 42 e su altre misure che pure violano il diritto di asilo. Si parla della ferma denuncia e presa di posizione delle organizzazioni di difesa dei diritti umani del continente, dei primi effetti di questa “nuova” politica, così come delle reazioni degli stati repubblicani, che la vorrebbero ancor più repressiva.

PH: Verónica Martínez / La Verdad. Guardia Nazionale del Texas sulla frontiera tra Ciudad Juárez ed El Paso (20 dicembre 2022)

Titolo 42 e l’esternalizzazione della frontiera

  • Nuovi muri per Natale
  • Il Titolo 42
  • Eccezioni umanitarie al Titolo 42
  • Le alterne vicende del Titolo 42
  • Le alterne vicende della politica migratoria degli Stati Uniti ai tempi di Biden
  • Un paladino dei diritti umani “ubbidiente”. Messico frontiera verticale. Trasformazioni e nuove strategie
  • Il vergognoso MPP e l’acquiescenza del Messico
  • Vuoto di politiche e misure congiunturali

Nuovi muri per Natale

Mancano pochi giorni al natale del 2022. Un piccolo gruppo di persone, che ancora sognano di passarlo “dall’altro lato”, attraversano il Río Bravo (per gli statunitensi, il Río Grande) e si preparano ad aspettare nelle sponde degli argini del fiume, uno spazio desolato, pavimentato di cemento sotto il cemento degli alti pilastri dei ponti. Da sotto in su contemplano il muro, maestoso, e si approssimano ad un altro muro di filo spinato che è spuntato nelle ultime ore, più in basso, quasi nel letto del fiume, difeso dalla guardia nazionale degli Stati Uniti 1, schierata con armi da guerra e mezzi di trasporto militari, pronti ad impedire qualunque passaggio al territorio degli Stati Uniti.

3 uomini e 2 donne, più determinate/i delle loro compagne e compagni, sfidano i militari che lə avvertono con un megafono, “è illegale, passare qui il confine è illegale…”, e riescono, strisciando sotto il filo spinato, a superare l’ostacolo, e in pochi attimi sono dall’altro lato. Immediatamente vengono arrestatə, gli uomini ammanettati e le donne con le mani in alto dietro la testa. Il resto del gruppo osserva la scena, alcuni rimangono nei dintorni del muro di filo spinato, altri attraversano il fiume in senso opposto, altri mettono su dei bivacchi di fortuna e accendono dei falò in attesa di un momento più favorevole per riprovarci.

Immagini come questa, e molte altre ancora, di concentrazioni di migranti che si ammassano nella speranza di riuscire a “fare il salto2, sono state pane quotidiano nei luoghi di passaggio dal Messico agli Stati Uniti nelle ultime settimane. È iniziata una nuova fase della lunga storia di attesa imposta a migliaia e migliaia di migranti che sopravvivono in Messico, con l’obiettivo comune di andare dall’altro lato e consegnarsi alla pattuglia di frontiera per iniziare la richiesta d’asilo, nonostante l’incertezza regnante (quali saranno le norme vigenti oggi, che potranno decidere del destino mio e della mia famiglia?).

Pablo Allison – Manchester

Il Titolo 42

La vigilia di Natale il cosiddetto Titolo 42 3 è il protagonista delle notizie. Si tratta di un paragrafo di 128 parole che permette alle autorità sanitarie degli Stati Uniti di negare l’entrata a persone o beni “per evitare la propagazione di malattie trasmissibili”, un provvedimento di emergenza in caso di minacce alla salute pubblica.

È un dispositivo di facile applicazione, perfino banale, per il contenimento della mobilità umana e l’esternalizzazione delle frontiere degli Stati Uniti. Dal 1944 fa parte del US Code, “Codice degli Stati Uniti4, ed è rimasto lettera morta finché, nelle mani di Trump, è diventato uno strumento chiave della sua aggressiva politica anti-migranti, facendo tesoro, o più precisamente, approfittando della pandemia. (Questo è tanto più evidente considerando che la normativa relativa all’immigrazione, soprattutto il Titolo 8 Stranieri e nazionalità, include procedimenti di deportazione ed è sempre stata applicata severamente) 5

Infatti è stato sufficiente un atto amministrativo: il 20 marzo del 2020 i Centri per la Prevenzione ed il Controllo delle malattie, CDC per le iniziali in inglese 6, hanno pubblicato un’ordinanza di salute pubblica che, in applicazione del Titolo 42, permetteva alle autorità competenti di espellere rapidamente le persone migranti nelle frontiere terrestri, per ragioni di salute pubblica. Perciò, il governo all’inizio lo ha applicato solo a chi veniva “incontrato7 dalle autorità subito dopo aver attraversato la frontiera. In seguito, invece, il Titolo 42 è stato utilizzato anche lontano dalle frontiere, per fare retate in città dell’interno degli Stati Uniti, arrestare ed espellere persone migranti in situazione “irregolare8.

Queste espulsioni, generalmente molto veloci, hanno privato milioni di persone migranti del diritto di chiedere protezione internazionale. Nemmeno le/i minori non accompagnati sono sfuggiti a questo abuso: a giugno del 2020 (ad appena tre mesi dall’ordinanza di salute pubblica), di 1.650 bambine e bambini non accompagnati che erano entrati negli Stati Uniti, solo il 4%, cioè 61, erano stati trasferiti in un centro d’accoglienza, mentre le/gli altri 1.589 erano stati espulsi.

PH: Movimiento Migrante Mesoamericano

Eccezioni per ragioni umanitarie al Titolo 42

In seguito alle aspre critiche di questa pratica evidentemente illegale, sia rispetto alla legislazione nazionale che alla normativa internazionale, il governo degli Stati Uniti ha introdotto il principio di “eccezioni umanitarie”, la cui applicazione è stata segnata da cambiamenti ripetuti ed arbitrari della sua definizione e dalla discrezionalità dei funzionari che avevano la facoltà di applicarla. In generale, si può dire che l’eccezione umanitaria si applica ai casi riconosciuti di vulnerabilità estrema. Tra i principali criteri per decidere se c’è vulnerabilità, prevale l’interesse superiore dell’infanzia, che ha indotto ad atteggiamenti più morbidi nei confronti di bambine, bambini ed adolescenti non accompagnatə e di famiglie con bambinə, così come malattie gravi e/o situazioni particolarmente gravi di persecuzione. Infine, alcune nazionalità sono state escluse (per periodi determinati) dall’applicazione del Titolo 42, grazie all’eccezione umanitaria.

Le alterne vicende – politiche e giudiziarie – del Titolo 42

La nutrita affluenza di migranti alle frontiere registrata a dicembre 2022 era conseguenza delle alterne vicende giudiziarie del Titolo 42, il cui futuro dipendeva da una sentenza della Corte Suprema di Giustizia degli Stati Uniti, prevista al più tardi per il 20 dicembre.

Il 15 novembre il giudice federale di Distretto Emmet Sullivan (della corte federale del Distretto di Colombia) aveva bloccato il Titolo 42 descrivendolo, nella sua sentenza, «arbitrario e capriccioso, in violazione della Legge di Procedimento Amministrativo», accogliendo la denuncia presentata dall’Unione Americana delle Libertà Civili (ACLU) che sosteneva che questa ordinanza poneva le persone migranti in situazione di pericolo e violava la legge di asilo degli Stati Uniti.

Sullivan, nella sua sentenza afferma che, emettendo questa ordinanza di salute pubblica, i CDC “hanno ignorato il danno che poteva provocare”. Infatti i CDC non avevano preso in considerazione alcuna alternativa, come l’obbligo di quarantena da passare in casa di amici, familiari o in un rifugio, negli Stati Uniti. La sentenza sostiene inoltre che: «Rispetto a se gli accusati avrebbero potuto ‘aumentare la somministrazione di vaccinazioni, svolgere controlli all’aria aperta e ricorrere alle altre numerose misure di salute pubblica disponibili’… il tribunale determina che i CDC non hanno dato spiegazioni soddisfacenti di perché tali misure non erano applicabili» 9.

Il giudice concedeva alle autorità 5 settimane per prepararsi ad affrontare l’arrivo di una “valanga” di persone migranti, conseguenza prevedibile della cancellazione del Titolo 42 10.

La risposta dei settori anti-migranti, però, non si è fatta attendere e i fiscali generali di 18 stati, con il Texas in testa, hanno presentato alla Corte Suprema un’istanza che chiedeva la proroga dell’ordinanza perché, a loro giudizio, la sua fine avrebbe provocato una crisi umanitaria ed «un danno devastante e irreparabile agli stati, specialmente a quelli che subiscono di più le conseguenze dell’immigrazione irregolare».

L’attesa della decisione della Corte aumentò l’incertezza ma, ciò nonostante, molte persone migranti si misero in cammino in gruppo da vari punti del territorio messicano verso la linea di frontiera, convinte che il 21 dicembre, ormai sbarazzatisi del Titolo 42, le loro probabilità di consegnarsi alla pattuglia di frontiera, presentare la richiesta di asilo e rimanere negli Stati Uniti durante l’iter successivo alla richiesta, erano ormai molto alte (finalmente un sospiro di sollievo!).

Di fatto, ogni volta che si annuncia oppure che circolano voci di un cambiamento della normativa che li concerne, grandi quantità di migranti si mobilitano per raggiungere i passi di frontiera. Intanto, da entrambe le parti della linea di divisione, cresce l’allarme tra le autorità degli stati più coinvolti che si preparano ad un’”emergenza umanitaria”, che purtroppo però non affrontano da una prospettiva di diritti umani e di obblighi degli stati ma piuttosto, coerentemente con le loro concezioni della migrazione come minaccia ed invasione, da una prospettiva securitaria e di esternalizzazione della frontiera degli Stati Uniti. Città come El Paso 11, per esempio, nei mesi più critici delle entrate e delle richieste di asilo, sono state prese alla sprovvista da persone migranti che, abbandonate a sé stesse, senza appoggio né indicazioni su cosa fare, hanno trovato rifugio nei marciapiedi della città improvvisando bivacchi precari ed accampamenti di fortuna.

PH: Médicos Sin Fronteras México

Deludendo però le aspettative di moltə, la Corte Suprema ha accolto la visione securitaria avvalorando l’ipotesi della minaccia di una “crisi umanitaria per l’aumento vertiginoso di migranti” e la sua sentenza 12, il 20 dicembre passato, ha evitato la chiusura del Titolo 42 che così, il 21 dicembre, ha continuato ad essere operativo.

Ancora una volta si viveva lo stato di agitazione provocato dall’aspettativa della fine del Titolo 42, come successo tra aprile e maggio del 2022, prima per l’annuncio della sua chiusura, e poi per la sentenza che ha accolto il ricorso di vari Stati in favore della sua continuità. In questa come in altre occasioni, il Texas ha mobilitato la Guardia Nazionale per “proteggere” la linea della frontiera e controllare le città.

Nessuno, invece, si è preoccupato delle minacce, molto più reali, contro la popolazione migrante, perseguitata e rivittimizzata da attori civili ed istituzionali. Dall’insediamento del presidente Biden ad aprile del 2022, infatti, Human Rights First ha documentato almeno 10.250 casi di sequestro, tortura, violenza sessuale ed altre aggressioni contro persone bloccate in Messico o espulse in applicazione del Titolo 42 13.

Le alterne vicende della politica migratoria degli Stati Uniti ai tempi di Biden

Le leggi e le politiche degli Stati Uniti cambiano velocemente ed è importante intendere questo opuscolo informativo solamente come una guida14. È l’avvertimento che introduce le Guide su temi di interesse per le/gli immigrati negli Stati Uniti, prodotte e diffuse dal Centro di appoggio legale Inmigrants Defenders per compensare la mancanza di informazioni da parte della istituzioni.

Purtroppo questi decreti e sentenze contraddittorie una dopo l’altra, non sono una novità ma piuttosto la riproposizione di uno schema che funziona per lo meno da quando Biden ha assunto la presidenza, a gennaio del 2021: non c’è stata la attesa riforma migratoria radicale e, per di più, quando Biden ha voluto cancellare le misure più polemiche a firma Trump, tra le quali spicca il Titolo 42, i suoi decreti sono stati revocati da una Corte di Distretto o dalla Corte Suprema.

Qualcosa di simile è successo al Protocollo di Protezione dei Migranti, MPP (Migrant Protection Protocols) 15, l’infame programma di Trump che imponeva alle/ai richiedenti asilo di tornare e rimanere in Messico dopo la presentazione della domanda, per la durata del procedimento. All’inizio del suo mandato, il presidente Biden decretò la chiusura di questo programma, conosciuto anche come “Rimani in Messico”, ma il Texas lo impugnò, riuscendo a farlo ripristinare.

PH: No Name Kitchen

Un paladino dei diritti umani “ubbidiente”
Messico frontiera verticale. Trasformazioni e nuove strategie

È chiaro che il Titolo 42, come la politica migratoria degli Stati Uniti, non può funzionare senza l’accettazione del governo messicano. Per decenni questa si è espressa nelle forme tradizionali dell’esternalizzazione e securitizzazione delle frontiere e, di conseguenza, il Messico è stato studiato come frontiera verticale che, secondo Sonia Wolf: «… è il cumulo di controlli migratori e di violenze criminali e statali a cui le persone devono sottrarsi, correndo continuamente grossi rischi, nei loro tentativi di raggiungere la destinazione prefissata» 16.

L’intero territorio del Messico è stato un continuum di ostacoli, legali e non, come parte di una pianificazione istituzionale, oppure sorti opportunisticamente e tollerati dalle autorità, che cercano di bloccare il transito verso il nord, tra gli altri: frontiere e corridoi militarizzati, posti di controllo fissi e mobili delle autorità (provviste o no del mandato corrispondente), bande locali e della criminalità organizzata, estorsioni, furti, violenza fisica, violenza sessuale, percorsi a piedi accidentati (come fiumi e zone selvatiche da attraversare), mezzi di trasporto precari e pericolosi, privazione illegale della libertà, sequestri, tortura, sfruttamento e schiavizzazione, aggressioni razziste, detenzioni arbitrarie, assassinii, massacri 17, ostilità e discriminazione. E i vittimari sono forze dell’ordine o funzionari pubblici, piccola delinquenza o bande della criminalità organizzata, e a volte sono gli stessi vicini dei luoghi di passaggio. Sicuramente tutti questi ostacoli non hanno fermato il cammino verso la frontiera nord, ma hanno provocato enormi costi umani.

Negli ultimi anni, tuttavia, la situazione è cambiata: i flussi sono aumentati (un indicatore significativo sono gli “incontri” registrati nell’anno fiscale 2022: 2.700.00 eventi 18 e si sono diversificati i paesi d’origine, l’aumento delle persone provenienti dall’Africa e dell’Asia (tuttora invisibilizzate) e, in maggior misura, da paesi dell’America del Sud e dei Caraibi, portando a parlare non più di migrazioni regionali, ma di migrazioni emisferiche 19 (Ruíz Soto, 2022). Arrivando dal sud, questi flussi hanno aperto nuove rotte marittime e terrestri. Tra queste ultime è di particolare rilievo il corridoio migratorio del Darién, tristemente famoso in quanto è altrettanto o più violento che le rotte messicane.

Un altro elemento di novità sono le carovane che si formano in Honduras dal 2018 20 e, costituite da migliaia di persone e famiglie con bambinə, percorrono migliaia di chilometri spesso a piedi imponendo la loro presenza e, apertamente, conducendo dei negoziati con le autorità dei paesi in cui passano. Queste iniziative sono state lette come nuove forme di esodi collettivi di sfollati che fuggono da ambienti violenti e letali, ma anche come nuove forme di protesta sociale, caratterizzate da uno spirito di comunità che pone al centro azioni collettive per la cura e la difesa della vita, come sostiene Amarela Varela in varie pubblicazione negli anni successivi alla carovana del 2018 21.

PH: Movimiento Migrante Mesoamericano. La XVI Caravana de Madres Centroamericanas a San Juan de Ulúa, Veracruz (Luglio 2022)

In risposta a questi processi di trasformazione, gli Stati Uniti hanno disegnato e messo in campo strategie sempre nuove e nuovi strumenti più espliciti, arroganti e dannosi di esternalizzazione delle frontiere, aspirando ad una maggiore efficacia. Su questa linea, Trump dette vita al Protocollo di Protezione a Migranti, MPP, lo strumento più emblematico, insieme al Titolo 42, dell’era Trump. Tutto ciò con l’accettazione del suo alleato più importante del “cortile di servizio”, il Messico.

La vergogna dell’MPP

L’MPP (Migrant Protection Protocols) è stato creato da Trump a gennaio del 2019 e, sorprendentemente, il suo omologo Andrés Manuel López Obrador ha accettato di collaborare, ricevendo le persone che chiedevano asilo negli Stati Uniti, perché rimanessero in Messico durante il processo corrispondente, impegnandosi a garantire appoggio, protezione ed integrazione sociale, come accesso alla salute, educazione, alloggio e lavoro. Con un atteggiamento da paladino dei diritti umani, sicuramente in buona fede, disse che l’obiettivo della sua collaborazione era proteggere le/i migranti, ma il Messico è il paese dei grandi contrasti socioeconomici, il paese dei massacri, dei femminicidi, delle desapariciones, degli assassinii, delle gravissime violazioni ai diritti umani, della delinquenza organizzata, la necropolitica, il narcostato e l’impunità, con una capacità molto bassa di concretizzare grandi programmi di welfare 22. Di conseguenza, al di là di alcune azioni puntuali e/o che non hanno avuto continuità, lo Stato ha frequentemente abbandonato a sé stesse le decine di migliaia di persone migranti che sono rimaste bloccate in territorio messicano in un’attesa spesso infinita.

A dicembre del 2020 Biden chiuse il programma che, però, fu riattivato il 2 dicembre 2021 sulla base della sentenza di agosto 2021 di una Corte Federale del Texas 23 a conclusione di una complessa vicenda giudiziaria.

A loro volta, le organizzazioni della società civile messicana 24 presentarono, in Messico, un “recurso de amparo”(ricorso per la tutela dei diritti fondamentali) 25 contro la sua riattivazione, chiedendo ad una Corte di chiuderlo “perché rappresenta un rischio per la vita delle persone che cercano protezione internazionale, violando il loro diritto ad un “debido proceso” (giusto processo) 26, al principio di non respingimento ed alla sicurezza, oltre a violare la legislazione nazionale ed internazionale”.

Photo credit: Médicos Sin Fronteras México

Un comunicato pubblicato dall’Istituto delle Donne nella Migrazione, IMUMI (per le sue iniziali in spagnolo), una delle organizzazioni promotrici del “recurso de amparo” ne cita alcuni passaggi: «Il governo messicano non può continuare a sostenere politiche che violano il diritto alla protezione delle persone e che contraddicono la nostra Costituzione ed i nostri impegni internazionali. Non possiamo continuare a permettere che lo stato messicano sia ancora complice del governo statunitense nel mettere a rischio l’incolumità delle famiglie che cercano protezione. Le persone stanno fuggendo dai loro paesi perché la loro vita è in pericolo e come Stato messicano abbiamo il dovere di garantire protezione a chi cerca asilo, non possiamo rivittimizzarlə e metterlə in condizioni di maggiore vulnerabilità». (IMUMI, 20 de enero de 2022).

Tanto più che la popolazione respinta in Messico, nei luoghi di frontiera più pericolosi, senza appoggio, è stata vittima di violenze sistematiche perpetrate da agenti della polizia, agenti di migrazione e bande della criminalità organizzata.

Le denunce che sono state presentate a diverse istanze non hanno ottenuto alcuna risposta.

Poi l’MPP si è concluso. Dopo una sentenza della Corte Suprema, contraria al ricorso di Texas e Missouri, che domandava ancora una volta la continuità del programma, l’8 agosto del 2022 il presidente Biden ha sospeso definitivamente il famoso “Rimani in Messico”.

Vuoto di politiche e misure congiunturali

Con l’MPP chiuso – e il Titolo 42 ancora vigente, ma in forse – Biden non disponeva di strumenti per affrontare in maniera integrale il fenomeno migratorio ed ha preso decisioni duramente anti-migranti sempre più drastiche e criticate, mentre il governo messicano, nel suo sforzo per appoggiarlo, ha fatto ricorso a tattiche congiunturali, come la gestione erratica ed arbitraria delle norme esistenti, una maniera sottile, al filo dell’illegalità, di bloccare la mobilità umana.

L’insieme di queste misure, piuttosto che facilitare “soluzioni” al fenomeno con le sue nuove caratteristiche, ha finito per intrappolare nutriti gruppi di migranti e richiedenti asilo nelle zone di frontiera ed in diversi punti in tutto il territorio messicano, senza che il governo metta in campo strumenti per garantire quell’appoggio e protezione a cui si è impegnato attraverso gli accordi sottoscritti con gli Stati Uniti sulla materia. Creando così situazioni potenzialmente esplosive.

PH: Daniela Gutierrez (Refugees International)
  1. United States National Guard. É un corpo militare (antica milizia statale) presente in ogni Stato. In tempi di pace è comandata dal governatore dello stato rispettivo, che la può mobilitare a sua discrezione anche per ragioni di ordine pubblico. Informazione ufficiale disponibile qui
  2. Dar el brinco: fare il salto, saltare, espressione equivalente a “al otro lado”
  3. In questo testo si adotta la dicitura corrente di “Titolo 42” per riferirsi non al Titolo 42 in sé, bensì all’ordinanza amministrativa che permette l’applicazione di alcuni suoi contenuti relativi, specificamente, alle persone straniere che vogliono entrare nel paese e stabilisce che, in periodi di emergenza sanitaria, l’entrata può essere negata. Il Titolo 42 è disponibile nella pagina web del Office of the Law Revision Counsel
  4. Il Codice degli Stati Uniti è una compilazione della legislazione federale, che si aggiorna ogni 6 anni. Il Titolo 42 norma la salute pubblica, il welfare e i diritti civili. Il Codice USA è disponibile nella pagina web del Office of the Law Revision Counsel
  5. Il Titolo 8 è disponibile qui
  6. Center for Disease Control. È uno delle aree operative più importanti del Dipartimento di Salute degli Stati Uniti
  7. Encounter: eufemismo che, nelle statistiche elaborate dalle autorità migratorie, sostituisce il termine “cattura”, a cui può seguire la “detenzione”, se si applica il titolo 8, oppure l’“espulsione”, se si applica il Titolo 42. In questo testo si tradurrà “incontro” per la cattura (e successiva detenzione o espulsione) e “incontrata/o” per chi viene catturato (e che poi sarà detenutə oppure espulsə). Gli eufemismi sono una specialità del linguaggio ufficiale migratorio, installato nell’ipocrisia, soprattutto da quando la società si è occupata del tema in maniera critica. Però le autorità migratorie messicane hanno superato i loro omologhi statunitensi: gli arresti in linguaggio ufficiale attualmente si chiamano “salvataggio”, “riscatto”, dopo essere stata, per alcuni anni, “presentazione
  8. Per esempio, la ong Puente ha documentato due retate congiunte tra i Servizi di immigrazione e controllo di dogana, ICE (Inmigration and customs Endorsement) e la polizia locale nella città di Phoenix, poco dopo l’implementazione del Titolo 42
  9. Scarica la sentenza
  10. Va precisato e ricordato che si parla impropriamente di revoca, cancellazione, abrogazione, chiusura (o altre parole di significato affine) del Titolo 42, ma di nuovo (cfr. nota 2) si tratta di un’espressione colloquiale. Infatti l’oggetto della revoca, cancellazione, ecc., non è certamente il Titolo 42 in sé, ma piuttosto l’ordinanza amministrativa che stabilisce l’attivazione di un suo contenuto specifico
  11. El Paso, città gemella di Ciudad Juárez, dall’altro lado della frontiera, in territorio del Texas.
    Ciudad Juárez, famosa come la città dei femminicidi, perché è qui che i movimenti femministi l’hanno identificato, studiato e denunciato, per la prima volta, e le donne e familiari delle vittime si sono cominciate ad organizzare ed a lottare contra la violenza letale sulle donne e contro l’impunità. È qui che sono stati proposti concetti come femminicidio sessuale sistemico (Monárrez Fragoso, Julia (2009). Peritaje sobre feminicidio sexual sistémico en Ciudad Juárez: caso 12.498 “González y otras vs México” Campo Algodonero). Ed è la città dove il 1º gennaio del 2023 la criminalità organizzata ha liberato 25 privati di libertà nel Centro di Riabilitazione Sociale, CERESO nº 3, in una gigantesca operazione che, pur se resa possibile e facilitata dalla complicità delle autorità penitenziarie, ha provocato 17 morti, saliti ad almeno 26 nella successiva caccia agli evasi, e decine di feriti
  12. Il Presidente della Corte Suprema, Giudice John Roberts, il 19 dicembre ha firmato un’ordinanza che sospendeva temporaneamente la sentenza del giudice federale Sullivan, ordinanza confermata il giorno successivo, il 20 dicembre. La decisione è stata presa dalla Corte con il parere favorevole di 5 dei suoi membri ed il parere contrario di 4. Il procedimento di revisione da parte della Corte Suprema segue ora il suo corso fino alla sentenza definitiva
  13. (Kizuka, Kennji (2022). Extending Title 42 would escalate dangers, exacerbate disorder, and magnify discrimination. Humanrightsfirst.org, scaricato il 16 gennaio 2023)
  14. Inmigrant Defenders, 2022, Guía de Entrada bajo Libertad Condicional humanitaria, Al otro lado (12 gennaio 2023). L’analisi di Dylan Corbett, direttore di Hope Border Institute, è ampiamente condivisa: “i costanti cambiamenti di rotta nelle politiche (USA) rendono difficile pianificare” (intervista al Los Angeles Times del 18 dicembre 2022)
  15. Migrant Protection Protocols
  16. Wolf, Sonja (2022). La Frontera Vertical: México como estado tapón contra la migración forzada. En Nexos, Paz y Seguridad. Abril 2022
  17. Tra tutti, emblematico il massacro di 72 migranti, 58 uomini e 14 donne, nella comunità di Huizachal, municipio di San Fernando, Tamaulipas, tra il 22 ed il 23 di agosto del 2010. Secondo la Fundación por la Justicia y el Estado de Derecho, che accompagna legalmente il caso: “… la polizia…, si presume, sequestrò le vittime e le consegnò al gruppo criminale. In più, gli agenti della polizia municipale… hanno protetto i perpetratori, allontanando il pericolo che fossero catturati. …” e sottolinea l’impunità dominante. Inoltre, ad agosto del 2022, a 12 anni dal massacro, 5 dei corpi non erano stati identificati. Meno famoso, ma non meno grave, è il massacro di Cadereyta, nello stato di Nuevo León, dove a maggio del 2012 sono stati trovati i cadaveri, decapitati e smembrati, di 49 persone. Tra i corpi identificati 13 sono di migranti
  18. Si parla di eventi, non di persone, perché la stessa persona spesso fa diversi tentativi per cui è catturata più di una volta
  19. Ruíz Soto, A. 2022, ottobre. Il numero record di “incontri” con migranti nella frontiera Messico-Stati Uniti nasconde la storia più importante. Scaricata da migrationpolicy.org il 16 gennaio 2023. Si tratta della pagina web del Migration Policy Institute, Istituto di ricerca ed analisi sulle migrazioni e le politiche migratorie nel mondo
  20. Nel 2018 in Honduras si è formata, in modo più o meno spontaneo, la prima delle grandi carovane degli ultimi anni, nata sulla scia delle carovane delle Madri alla Ricerca delle/dei Migranti Scomparsə iniziate, sempre in Honduras, nel 2011. Nel 2018 si sono riunite poche centinaia di persone singole e di famiglie che si sono incamminate verso il nord, con bambinə in carrozzina, diventando presto migliaia di persone che hanno attraversato il Guatemala ed il Messico, per raggiungere la frontiera degli Stati Uniti. Da allora l’iniziativa è cresciuta e sono partite molte carovane, pur subendo una battuta d’arresto per il COVID 19 e per la dura repressione ad opera dell’esercito e della polizia in Guatemala
  21. Varela, Amarela (2020). “Apuntes para un feminismo antirracista después de las caravanas de migrantes”. In: Gago, Verónica La Internacional Feminista.Luchas en los territorios y contra el neoliberalismo. Tinta Limón, Buenos Aires. Pp. 75-91; Varela, Amarela. (2018). “La rebelión de las víctimas del Plan Frontera Sur”, Animal Político (en línea), 13 de noviembre de 2018; Varela, Amarela (2012). “Luchas migrantes»: un nuevo campo de estudio para la sociología de los disensos”, Andamios. Revista de Investigación Social (en línea), núm. 12, mayo-agosto
  22. I grandi contrasti sociali del Messico si riflettono nella grande quantità di popolazione che ha emigrato, soprattutto verso gli Stati Uniti. Non a caso tradizionalmente è stato studiato come paese di origine di migranti, un paese espulsore, e solo recentemente si è iniziato a studiare come paese di destino e di transito
  23. Il 13 agosto del 2021 il Tribunale di Distretto degli Stati Uniti per il Distretto Nord del Texas si pronunciò sul caso Texas versus Biden, stabilendo che il memorandum del 1º giugno 2021, che aveva sospeso il programma, non era stato emesso nel rispetto della Legge di Procedimento Amministrativo
  24. Il ricorso è stato presentato presso un Tribunale di Città del Messico il 30 dicembre da Asylum Access México, Sin Fronteras IAP, Fundación para la Justicia y el Estado Democrático de Derecho (FJEDD), la Clínica Jurídica para Refugiados Alaíde Foppa de la Universidad Iberoamericana, la Clínica Jurídica del Programa Universitario de Derechos Humanos de la UNAM y el Instituto para las Mujeres en la Migración (IMUMI)
  25. Il “recurso de amparo” è una figura giuridica che in Messico tutela la persona quando norme generali, azioni od omissioni di autorità violano i diritti umani e le garanzie riconosciute e protette dalla Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani e dai trattati internazionali dei quali lo Stato Messicano fa parte
  26. Il “debido proceso”, giusto processo, è una garanzia processuale e si riferisce all’insieme delle formalità essenziali che si devono osservare in qualunque procedimento legale per assicurare o difendere i diritti e le libertà di ogni persona accusata di commettere un delitto

Mara Girardi

Dal 1985 vivo in Mesoamerica, in Nicaragua ed in Messico.
Ho studiato filosofia in Italia e un master in studi di genere in Nicaragua.
Socia ed operatrice di ONG di solidarietà e cooperazione internazionale, le ultime esperienze sono state con i movimenti femministi dei paesi centroamericani e poi con i movimenti indigeni in educazione interculturale e plurilingue. Dal 2006 ho lavorato a temi legati alla mobilità umana, come diritti, violenza, genere e migrazioni.