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La nave Iuventa gravemente deteriorata sotto la custodia delle autorità italiane: l’equipaggio sporge denuncia  

L'avv. Nicola Canestrini: «L'omessa custodia secondo la legge italiana è reato»

Ph. Selene Magnolia – Le condizioni della nave Iuventa sotto sequestro nel porto di Trapani

L’equipaggio della Iuventa ha presentato il 13 febbraio 2023 una denuncia alla Procura di Trapani per sollecitare un’indagine in merito all’abbandono e al deterioramento della nave di soccorso Iuventa.

L’imbarcazione era stata sequestrata nell’agosto del 2017 e da allora lasciata dalle autorità al porto di Trapani. La Iuventa prima del fermo aveva salvato più di 14.000 persone in pericolo nel Mediterraneo Centrale. «Dopo quasi 5 anni in custodia forzata presso la Capitaneria di Porto di Trapani, la Iuventa giace abbandonata, saccheggiata e in gran parte distrutta. Al momento rischia di affondare, rappresentando una vera e propria minaccia per l’ambiente», afferma il collettivo.

La relazione che ha fatto seguito all’ispezione tecnica effettuata nell’ottobre 2022, commissionata dagli armatori della nave e autorizzata dal G.I.P di Trapani, indica che “Una volta a bordo è evidente che la nave si trova in uno stato di totale abbandono dalla data del sequestro” poiché “non è stata effettuata alcuna manutenzione ordinaria o straordinaria“. Secondo il rapporto agli atti, c’è il rischio che parti essenziali della nave non siano più in funzione, mentre altre sono state rubate. In seguito a questa indagine, il G.I.P. di Trapani ha ordinato, in data 08.12.2022, la riparazione e la manutenzione della nave Iuventa.

«L’omessa custodia secondo la legge italiana è reato. Ci attendiamo un’indagine approfondita che stabilisca se e chi non ha adempiuto al proprio dovere di preservare la perfetta funzionalità della nave di soccorso sequestrata dalle autorità, ormai in stato di completo abbandono», spiega Nicola Canestrini, avvocato della Iuventa.

«La Capitaneria di Porto di Trapani – ribadisce Iuventa – è responsabile della custodia della nave e in quanto tale avrebbe dovuto provvedere a una sorveglianza adeguata. Tuttavia, la nave è stata lasciata totalmente incustodita, in particolare dopo il suo trasferimento al di fuori di un’area sicura del porto nella primavera del 2021. Le autorità erano a conoscenza di una serie di eventi in cui alcuni individui si sono introdotti a bordo dell’imbarcazione, commettendo furti e danni, mentre altri hanno addirittura vissuto all’interno della nave. I vandalismi e il deterioramento delle condizioni della nave sono stati denunciati più volte nel corso degli anni. Ciononostante, non sono state prese misure adeguate».

Dal sequestro della Iuventa, inoltre almeno 10.000 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale e più di 100.000 sono state intercettate e rapite dalla cosiddetta Guardia costiera libica. Lo sottolinea Sascha Girke, uno degli imputati nel processo contro Iuventa: «Con il sequestro della Iuventa, lo Stato Italiano non solo ha ridotto le capacità della flotta civile di soccorso in mare ma, abbandonando la motonave, ha distrutto un bene che avrebbe potuto salvare altre vite. Indubbia la connotazione politica di tali azioni; è un altro esempio del disprezzo per la vita delle persone in movimento e dell’ostinazione a impedirne la sopravvivenza. In un contesto in cui le politiche del Governo e dello Stato italiano sono ossessionate dall’ostacolare le operazioni della flotta civile del soccorso in mare, violando direttamente e indirettamente i diritti fondamentali delle persone in movimento, compreso il diritto alla vita, consideriamo la confisca dei mezzi di soccorso e la loro distruzione parte della stessa strategia».

Redazione

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