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Albania: comunità rom tra discriminazioni e tutele ancora insufficienti

I rom sono tra i 100.000 e i 140.000 e subiscono ogni tipo di discriminazione

Ph: Levizja Rinore Egjyptiane & Rome

In Albania la maggioranza degli analfabeti appartiene alla comunità rom. Gli esperti ritengono in base a vari studi che questa minoranza abbia un altissimo tasso di analfabetismo tanto da raggiungere il 64% della popolazione per la fascia d’età tra i 7 e i 20 anni, e il 40% della popolazione per la fascia da 20 a 40 anni.

Le condizioni delle loro abitazioni sono per lo più miserabili, si tratta infatti di capanne, tende, e baracche improvvisate senza servizi e senza il minimo indispensabile che garantisca il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie. Economicamente le famiglie rom in Albania vivono al di sotto la soglia della povertà. Il tasso di disoccupazione nella popolazione rom è del 71% mentre per l’intera popolazione albanese è del 18%..

L’assunzione e l’integrazione dei rom nella società albanese viene quindi condizionata tra le altre cose anche dalla mancanza di istruzione e di formazione professionale. Inoltre la mancanza della dovuta registrazione all’anagrafe costituisce un ostacolo per un maggiore godimento di diritti e libertà fondamentali pari a tutti i cittadini della Repubblica d’Albania.

Spesso non godono appieno dei diritti di proprietà, non possono usufruire della sanità pubblica, e si è lontani dalla tutela dei diritti delle donne e dei minori. Questa comunità finora è stata più supportata da Organizzazioni non governative che dalle istituzioni.

Il punto dolente di tutta la società albanese è il traffico di donne e bambini rom. Nonostante ciò, risulta che la comunità rom non abbia la benché minima informazione sulla legislazione attualmente in vigore contro questi traffici. La strategia volta a includere i rom negli effettivi della polizia e in tutte le amministrazioni pubbliche a livello locale, e ad eleggere rappresentanti di questa comunità nel potere centrale risulta del tutto inattuata.

Vi sono però alcuni suggerimenti per avviare un qualche miglioramento di questa situazione. Gli esperti che hanno monitorato le condizioni di vita dei rom, suggeriscono che il governo debba rivedere la propria strategia per renderla più efficiente avviando una rielaborazione che considera sia strategie locali che nazionali. Un processo che deve essere realizzato coinvolgendo tutti i soggetti interessati.

Egualmente il governo deve rendere possibile l’allocazione di fondi specifici e avviare una più stretta collaborazione con gli enti donatori. Gli enti locali devono invece provvedere a programmare dei budget che includano fondi sufficienti per l’attuazione di una strategia d’integrazione a livello locale della comunità dei rom.

Vi è inoltre da aggiungere che è necessaria una migliore collaborazione con le ONG e la comunità rom nelle rispettive zone. Open Society Foundations in collaborazione con la sezione albanese del Comitato di Helsinki e il Centro per la tutela dei diritti del fanciullo hanno presentato i risultati di un monitoraggio sull’attuazione della strategia nazionale per il miglioramento della situazione dei rom in Albania. Si trattava di un’ulteriore possibile risorsa per il governo per adottare una nuova strategia.

Nel 2003 veniva deliberata dal Consiglio dei ministri una strategia per il miglioramento delle condizioni di vita dei rom. Si erano prefissati una serie di obiettivi da raggiungere e delle attività concrete da attuare in diversi ambiti quali l’istruzione, l’eredità culturale e la tutela della famiglia.

Una particolare enfasi era stata posta sulle questioni economiche ed in particolare sulla disoccupazione, sulla povertà dilagante e sulla tutela dei diritti sociali. Altri obiettivi riguardavano materie come la sanità, le infrastrutture, l’ordine pubblico, la giustizia e l’amministrazione pubblica.

La fondazione Open Society per l’Albania aveva intrapreso un progetto per monitorare l’attuazione di queste strategie, nell’ambito di un proprio programma sulla società civile. Lo fece attraverso vari studi realizzati da esperti dell’OSFA, del Comitato di Helsinki, e del CRCA, e si arrivò ad una valutazione dell’attuazione della strategia a mezzo di un monitoraggio svoltosi in alcune delle città principali del paese come Tirana, Fier, Korça, Elbasan e Scutari. Si mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’andamento di questa strategia, formulare eventuali suggerimenti per agevolare una migliore integrazione della comunità rom con le altre comunità, accelerare l’integrazione sociale, e migliorare lo status economico dei rom in tutta l’Albania.

Ciò nonostante i rom dell’Albania sono tra i 100.000 e i 140.000 e subiscono ogni tipo di discriminazione e la gran parte è senza lavoro. Raccolgono lattine nella spazzatura per poi rivenderle, chiedono l’elemosina e l’attività maggiore è la vendita al mercato dell’usato, noto anche come “Gabi” e vivono ai margini della società. Le donne rom subiscono la violenza domestica, l’esclusione sociale e lavorativa e non hanno tutela ed accettano di “buon grado” le regole della comunità nella quale vivono.


L’avv. Uljana Gazidede è presidente della ETS Casa delle Donne del Mediterraneo.