Una notizia positiva che però non può far dimenticare come i due Paesi nordeuropei – la Danimarca governata dai socialdemocratici, la Svezia da una nuova coalizione di destra – abbiano in generale alzato il tiro contro le persone migranti e richiedenti asilo, con politiche discriminatorie e di attacco al diritto asilo. In particolare la Danimarca ha intrapreso dei controversi colloqui con il Rwanda, poi sospesi a fine gennaio, sull’esternalizzazione di un centro di asilo dove inviare le persone in attesa della risposta alla loro domanda (ndr.)
Di Emma Wilbur, coordinatrice della divisione Diritti dei rifugiati e dei migranti per Human Rights Watch
Con una decisione degna di nota, a inizio febbraio, la Commissione d’appello per i rifugiati della Danimarca (Denmark’s Refugee Appeals Board) ha annunciato in una dichiarazione che concederà asilo a tutte le donne e le ragazze provenienti dall’Afghanistan “esclusivamente sulla base del loro genere”. La commissione d’appello ha citato “il peggioramento delle condizioni per le donne e le ragazze in Afghanistan” come base della sua decisione.
Allo stesso modo, la Svezia aveva annunciato a dicembre che tutte le donne e le ragazze provenienti dall’Afghanistan avrebbero ottenuto lo status di rifugiato e un permesso di soggiorno di tre anni.
La politica recentemente adottata dalla Danimarca ha già costituito la base per il riconoscimento dell’asilo per una donna e sua figlia, che altrimenti sarebbero rimaste in una posizione di vulnerabilità. La commissione d’appello per i rifugiati riaprirà anche tutte le 10 domande di donne e ragazze provenienti dall’Afghanistan respinte dal 16 agosto 2021.
La decisione della Danimarca fa seguito alla conclusione dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA) di gennaio, secondo la quale “le donne e le ragazze sono in generale a rischio di persecuzione” sotto il regime talebano e “quindi eleggibili per lo status di rifugiato”. Sebbene gli Stati membri dell’UE debbano prendere in considerazione le linee guida dell’EUAA nella valutazione delle domande di asilo, il diritto dell’UE non li obbliga legalmente ad attuarle. Tuttavia, seguire queste linee guida offrirebbe una protezione vitale alle donne e alle ragazze che subiscono persecuzioni di genere in Afghanistan e rifletterebbe una fedele conformità agli standard giuridici internazionali in materia di rifugiati.
Il riconoscimento automatico da parte dei due paesi di donne e ragazze come rifugiate arriva in un momento critico di crescente repressione dei diritti delle donne in Afghanistan e di crescente incertezza per gli afghani che cercano rifugio in Europa e altrove.
Dopo la conquista dell’Afghanistan nell’agosto 2021, i talebani hanno inesorabilmente negato alle donne e alle ragazze i loro diritti fondamentali, impedendo loro di frequentare le scuole secondarie e le università e imponendo anche restrizioni su abbigliamento, spostamenti e mezzi di sussistenza delle donne. Le donne che protestano subiscono detenzioni illegittime, torture, percosse e altri abusi da parte delle forze talebane. La perdita del lavoro da parte delle donne ha aggravato le sofferenze causate dalla crisi finanziaria dell’Afghanistan, dall’aumento dei prezzi e dall’insicurezza economica.
Dalla presa di potere da parte dei talebani, migliaia di afghani sono rimasti bloccati in un limbo, in attesa di reinsediamento. Anche se la decisione della Danimarca, della Svezia e dell’EUAA non avrà lo stesso impatto di programmi di reinsediamento su larga scala che offrono percorsi legali e sicuri per uscire dall’Afghanistan e dai Paesi di transito, rappresenta un importante momento di riconoscimento del fatto che metà della popolazione afghana è soggetta a persecuzioni sotto il dominio dei talebani.
L’iniziativa di Danimarca e Svezia di offrire alle donne e alle ragazze il riconoscimento automatico dello status di rifugiate dovrebbe servire da modello per gli altri Paesi che accolgono i rifugiati.