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PH: Mem.Med

«La mer(e) Méditerranée»

1° Rapporto del progetto Mem.Med sulle attività di ricerca e identificazione delle vittime della frontiera del Mediterraneo (2022/2023)

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La metà delle persone migranti scomparse – disperse o decedute – lungo le rotte migratorie globali si concentra nel Mediterraneo centrale, la rotta più letale al mondo. Questo triste primato è conseguenza di politiche migratorie europee di confinamento – sempre più securitarie – che hanno legittimato nel corso degli anni respingimenti e violenze e normalizzato la morte in frontiera di migliaia di persone.

Il Rapporto 2022/2023 di Mem.Med Memoria Mediterranea – Mémoire Méditerranée 1 sintetizza non solo il lavoro annuale ma decennale nell’ambito della ricerca e identificazione delle vittime delle frontiere del Mediterraneo e nelle azioni di memoria e richiesta di giustizia, ad opera delle realtà costituita da Borderline Sicilia, Cledu, Carovane Migranti, LasciateCIEntrare, Rete Antirazzista Catanese, Watch The Med AlarmPhone. 

Il Rapporto qui presentato è il riepilogo, ma non l’epilogo, dell’impegno quotidiano che il gruppo eterogeneo – tra ricercatorə, attivistə e professionistə in ambito giuridico-legale, socio-antropologico e psicologico – conduce nell’attività di ricerca delle persone migranti scomparse, nell’accompagnamento alle famiglie per l’identificazione ed il rimpatrio delle salme, nel supporto legale e psicosociale fornito alle stesse, nelle pratiche di advocacy, sensibilizzazione, ricerca scientifica e memoria attiva volte a coinvolgere le persone supportate, ulteriori vittime di una frontiera disumanizzante circondata da un desolante vuoto normativo e istituzionale.

L’ennesima strage in mare 2 si è compiuta proprio mentre concludevamo la redazione di questo Rapporto: un’imbarcazione, partita dalla Turchia e sovraccarica di circa 200 persone, è naufragata al largo delle coste della Calabria, sulle spiagge di Cutro (KR) dopo essersi infranta sugli scogli. Ad oggi 81 cadaveri sono riemersi, ancora decine lə dispersə. Persone di origine afgana, pakistana, iraniana, palestinese sono state travolte dalla violenza di una tragedia annunciata. Mem.Med si è attivata in rete con le realtà locali ed è attualmente presente a Crotone, in Calabria, a supporto costante dei familiari che si sono recati in loco per cercare e identificare i loro cari e per rimpatriarne le salme. 

Davanti a stragi come questa ma anche e soprattutto a cd “naufragi fantasma” – quasi sempre dimenticati e ignorati dalla comunicazione mediatica – l’impegno di Mem.Med è quello di supportare le famiglie e le comunità di origine nella ricerca di verità e giustizia per le vittime della frontiera, anche attraverso la costruzione di una contro narrazione di quello che i dispositivi europei di frontiera rappresentano e delle ricadute violente che la priorità della “sorveglianza e protezione dei confini” comporta. 

Pertanto, supporto legale e psicosociale, attività di advocacy, sensibilizzazione, ricerca scientifica e pratiche di memoria attiva – attraverso un racconto dal basso a partire dalle storie delle vittime e delle loro famiglie – sono gli obiettivi e la missione del progetto per svolgere attività di testimonianza e denuncia e implementare pratiche di memoria attiva su quanto accade ai confini mediterranei.

Dedichiamo questo lavoro a tutte le vittime delle frontiere.

Alle persone cui abbiamo potuto restituire un nome e, soprattutto, a chi giace senza identità e degna sepoltura.

Una galleria fotografica durante la nostra permanenza a Crotone per supportare i familiari delle vittime:

  1. Scarica il rapporto
  2. Tutti i contenuti relativi al naufragio di Steccato di Cutro

Mem.Med

Mem.Med - Memoria Mediterranea si occupa di ricerca e identificazione delle persone disperse nel Mar Mediterraneo, fornendo supporto legale e psico-sociale alle famiglie che cercano verità e giustizia. Mem.Med si occupa di monitorare e denunciare le violenze della frontiera e di costruire una memoria collettiva su quanto accade alle due sponde del Mediterraneo.