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La Questura di Roma deve formalizzare la domanda di asilo a madre e figlia senza richiedere il test del DNA

Tribunale di Roma, ordinanza del 28 febbraio 2023

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Il tribunale di Roma condanna la Questura di Roma alla formalizzazione della domanda di asilo da parte di una richiedente asilo in favore suo e della figlia minore. La Questura aveva rilasciato l’appuntamento per la formalizzazione e il cedolino solo alla madre, con un 10bis che richiedeva il test del DNA o la legalizzazione delle autorità del paese d’origine del certificato di nascita. Il certificato di nascita tradotto e asseverato al Tribunale non era ritenuto sufficiente dalla Questura, che continuava a rimandare l’appuntamento ma sempre e solo per la madre.

Per provare il rapporto di filiazione senza ricorrere al test del DNA, oltre al certificato di nascita (in copia e tradotto) abbiamo prodotto i certificati di iscrizione alla scuola e le autorizzazioni alle uscite scolastiche della madre; scheda delle vaccinazioni obbligatorie; passaporto della minore.

Rispetto al fumus il giudice rileva che gli altri documenti allegati, oltre al certificato di nascita, “Si tratta, come è evidente, di elementi che, anche in considerazione delle caratteristiche del giudizio cautelare, assumono obiettivo rilievo, attenendo, oltre tutto, alla vita della minore in Italia“.

Rispetto al periculum, “il Tribunale rileva che il mancato possesso del permesso di soggiorno provvisorio incide, sul piano delle conseguenze, sulla pienezza e sull’effettività della fruizione dei benefici connessi alla partecipazione alle attività scolastiche da parte della minore“.

Si ringraziano le avv.te Giulia Crescini e Anna Pellegrino per la segnalazione e il commento.