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Milano, silenzio di UNHCR sul diritto di asilo ostacolato in via Cagni

Le associazioni deluse dalla mancata presa di posizione dell'UNHCR

Si è svolto lo scorso giovedì 9 marzo in piazza San Babila, in prossimità degli uffici milanesi dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), un presidio per denunciare l’inaccettabile trattamento riservato alle persone che si presentano presso gli uffici della Questura di via Cagni per la registrazione della propria domanda di protezione internazionale.

Ogni domenica sera e lunedì mattina, infatti, si rilevano tensioni con l’intervento della polizia in assetto antisommossa per un’incapacità della Questura di mettere in campo delle modalità che garantiscano il pieno accesso al diritto di asilo, limitando a sole 120 persone la possibilità di accedere agli sportelli. L’associazione Naga, dal 29 gennaio, ha un’attività di monitoraggio in via Cagni delle nuove prassi che vengono attuate dal 19 dicembre scorso, ne ha denunciato le numerose criticità che rendono palese il trattamento inumano e degradante che gli aspiranti richiedenti asilo devono patire per poter formalizzare la loro domanda di protezione internazionale. I video e le immagini di questi mesi mostrano uomini, donne e bambini costretti a mettersi in fila già dalla domenica sera e a passare la notte in strada, accerchiati dalla polizia, stretti tra spintoni e transenne, e perfino gasati dai lacrimogeni come è successo il 23 gennaio.

Insomma, ci sarebbe abbastanza materiale perlomeno per alzare la voce e farsi sentire.

Ma è non è stato di questo avviso Marcello Rossoni, che intervenuto a nome dell’UNHCR, di fronte ad una delegazione delle associazioni presenti al presidio e dei rappresentanti dei richiedenti asilo – scrivono le stesse 1 – «ha riconosciuto la gravità di quanto accaduto e alcune difficoltà di intervento, non ritenendo però di voler assumere una posizione pubblica in merito alle gravi violazioni denunciate dalle associazioni e in ultimo documentate anche dalla stampa».

«L’UNHCR – proseguono – ha prospettato la possibilità di svolgere un’attività di monitoraggio in loco e ha raccolto su questa ipotesi di lavoro l’interesse delle associazioni, che continuano tuttavia ad auspicare interventi più efficaci per la tutela dei diritti dei richiedenti asilo pesantemente compromessi dalle procedure adottate negli ultimi anni dalla Questura di Milano».

  1. Associazione ARCI Todo Cambia APS; Associazione NAGA ODV; Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI); Cambio Passo APS Onlus; Mediterranea Saving Humans APS; Mutuo Soccorso Milano APS; Rete Milano ODV