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Niger. MSF denuncia le terribili condizioni in cui sono abbandonate le persone migranti ad Assamaka

In migliaia vengono respinte dall’Algeria: «siamo preoccupati, il centro sanitario è stracolmo»

Il 15 marzo un altro respingimento di massa è stato denunciato da Alarme Phone Sahara ad Assamaka, una piccola città desertica nel nord del Niger, al confine principale con l’Algeria. Gli osservatori di APS hanno documentato un massiccio arrivo di persone respinte dalle forze algerine: 832 persone nel convoglio non ufficiale (cittadini subsahariani) e 705 persone nel convoglio ufficiale (per lo più cittadini del Niger).

MSF in un comunicato stampa spiega che tra l’11 gennaio e il 3 marzo 2023, 4.677 persone migranti respinte dall’Algeria sono arrivate a piedi fino a Assamaka, nella regione di Agadez (Nord del Niger) e sono rimaste bloccate nel deserto. Meno del 15% di loro, all’arrivo, ha potuto accedere a un riparo o a una protezione di qualche genere.

  • Migliaia di migranti respinti dall’Algeria sono stati abbandonati in pieno deserto nel Niger settentrionale.
  • MSF fa appello alla Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale perché fornisca urgentemente protezione e assistenza alle persone bloccate ad Assamaka in condizioni estremamente precarie.

Niamey, 16 marzo 2023 – Medici Senza Frontiere ( MSF) ha denunciato oggi che migliaia di migranti respinti dall’Algeria e abbandonati nel deserto del Nord Niger sono bloccati senza alcun accesso a ricovero, cura, protezione o beni di prima necessità.

Tra l’11 gennaio e il 3 marzo 2023, 4.677 migranti respinti dall’Algeria sono arrivati a piedi fino a Assamaka, una città nella regione di Agadez (Nord del Niger) e sono rimasti bloccati nel deserto. Meno del 15% di loro, all’arrivo, ha potuto accedere a un riparo o a una protezione di qualche genere.

Medici Senza Frontiere (MSF) fa appello alla Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS – Economic Community of West African States), perché fornisca urgentemente protezione e assistenza alle persone bloccate ad Assamaka in condizioni estremamente precarie.

Il Centro Sanitario Integrato (IHC – Integrated Health Center) gestito con il supporto di MSF, è stracolmo perché migliaia di migranti cercano rifugio all’interno della struttura. “La situazione è preoccupante” racconta Schemssa Kimana, coordinatrice MSF per Agadez.

Oggi, il centro sanitario che supportiamo a Assamaka è gravemente sovraffollato. La maggior parte delle persone arrivate di recente si è sistemata qui all’interno del complesso perché non c’è spazio sufficiente nel centro di transito”.

La situazione è preoccupante. Oggi il centro sanitario che sosteniamo ad Assamaka è stracolmo
Schemssa Kimana, coordinatrice MSF ad Agadez

Kimana racconta che ci sono persone che dormono in ogni angolo della struttura. Alcuni hanno montato tende di fortuna vicino all’ingresso o nel cortile. Altri si sono accampati vicino al reparto maternità, sul tetto o perfino nell’area rifiuti. Secondo lo staff di MSF, la situazione è senza precedenti.

Le temperature ad Assamaka, una città in pieno deserto, possono raggiungere anche i 48 gradi, per cui i migranti cercano riparo dal caldo ovunque possibile e arrivano a dormire anche in luoghi molto poco igienici, come le aree di scarico rifiuti, esponendosi così a rischi per la salute, fra cui malattie contagiose e infezioni cutanee.

C’è una spaventosa mancanza di qualsiasi tipo di alloggio o riparo, cosa che costringe le persone a dormire in queste condizioni. La situazione ha ormai toccato livelli di vera e propria emergenza ed è impossibile per chiunque continuare a vivere così.

Siamo preoccupati perché nessuno ci dà risposte su quando potremo tornare nel nostro paese d’origine”, dice una migrante proveniente dal Camerun e rifugiata nel centro IHC.

“Non sappiamo quando potremo andarcene da Assamaka. È come essere
in una prigione a cielo aperto”
Una migrante del Camerun rifugiatosi nel Centro IHC

Non sappiamo quando potremo andarcene da Assamaka. È come essere in una prigione a cielo aperto. Per quanto riguarda i pasti, tutto ciò che riceviamo è veramente cattivo. C’è più sabbia che cibo. Ci fa star male e ci provoca diarrea e mal di stomaco” racconta la donna.

Le razioni sono così scarse che non mangiamo abbastanza. Viviamo dentro capannoni costruiti per i malati di COVID-19. Di notte, la polizia pattuglia il villaggio per catturare eventuali migranti dispersi e rimandarli all’interno della struttura.”

È una situazione senza precedenti che richiede una risposta umanitaria urgente da parte della Comunità Economica degli stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), area da dove proviene la maggior parte di queste persone”, dice Jamal Mrrouch, capomissione di MSF in Niger.

Nella nostra qualità di organizzazione medico-umanitaria, abbiamo il dovere di portare l’attenzione sulla grave mancanza di assistenza per queste persone – compresi i bambini – completamente abbandonate nel deserto di Assamaka in condizioni di estrema precarietà e sui rischi per la loro salute.”

MSF opera nella regione di Agadez dal 2017. I nostri staff distribuiscono generi di prima necessità, supportano il Centro Salute nel fornire assistenza medica di base e riportano i casi più critici alla città di Agadez, distante parecchie centinaia di chilometri.