Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
PH: Mem.Med
/

Un cordino. Per una promessa di lotta

A. e il fratello morto nel naufragio: «Perché non ho potuto abbracciare mio fratello in un aeroporto? Perché?»

Start

di Yasmine Yaya Accardo, Mem.Med

Un cordino, come quelli che da piccole ci allacciavamo ai polsi, per intrecciare promesse e sogni.

Un cordino in una busta trasparente ed una richiesta: “Posso vederlo di nuovo?”.

A. si piega, sospira ed a occhi chiusi dà un bacio lieve a quella bustina. Quel che resta del fratello.

“Per quattro anni ho aiutato mio fratello a continuare gli studi all’università. I talebani hanno distrutto tutto”.

A. per tutti i giorni che è stato a Crotone non ha fatto che porre domande, cercare risposte, chiedere, senza mai fermarsi, aprendo e richiudendo porte. Sedendo sui gradini del palazzetto per ore, per giorni, con l’unico pensiero di portare il corpo di suo fratello a casa ed una rabbia in petto: “Gli mancava un anno a prendersi la laurea. Un anno. Quando mi ha chiamato era già in viaggio sulla nave. Ero disperato e spaventato, non avrei mai voluto che partisse, ma in Afghanistan tutti i suoi sogni erano naufragati, uccisi. Chi poteva fermarlo?

Un cordino per un sogno. Un sogno di libertà, il sogno di laurearsi. Un sogno intrecciato in un cordino.

A. aspetta di poter portare quel che resta del fratello in Afghanistan, aspetta di comunicare alla famiglia che è morto. Un dolore solitario, immenso ed una domanda incessante e terribile: “Perché noi non abbiamo la possibilità di prendere un aereo come tutti? Perché non ho potuto abbracciare mio fratello in un aeroporto? Perché?

Al Palamilone questi combattenti di frontiera, mai nemmeno per un attimo hanno smesso di lottare ed in nessuna azione istituzionale mai è stato riconosciuto loro il rispetto del dolore, della perdita, di quel sogno di libertà che strenuamente in questi giorni hanno difeso; perché la richiesta del “corpo” è richiesta di libertà, è denuncia del crimine subito, quotidiano di fronte ad ogni frontiera.

Intrecciamo ai nostri polsi un cordino, ancora e ancora per una promessa di lotta!


Vedi anche: