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PH: Coordination des sans-papiers de Belgique
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Il Regolamento di Dublino III e la sentenza H.A. contro lo Stato belga

Tesi di laurea triennale di Joanna Paolino

Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi.
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Università degli Studi di Genova
Corso di Laurea in Servizio Sociale
Dipartimento di Giurisprudenza

Il Regolamento di Dublino III e la sentenza H.A. contro lo Stato belga

di Joanna Paolino (Anno accademico 2021-2022)

Introduzione

Durante il percorso universitario ho avuto la fortuna d approfondire il delicato tema dei fenomeni migratori in Europa, per me di particolare interesse, con la partecipazione al corso facoltativo ‘Clinica legale in materia di immigrazione e asilo‘ promosso dalla Scuola di Scienze sociali dall’Università di Genova.

E’ da questo insegnamento, in particolare, che ho tratto ispirazione per l’argomento della mia tesi di laurea.

Nel corso del lavoro di ricerca, ho avuto l’opportunità di reperire materiale bibliografico dalla biblioteca, messa a disposizione del pubblico, dell’Istituto internazionale di Diritto Umanitario (IIHL) con sede a Sanremo. La fondazione, dal 1970, si propone come obbiettivo primario quello di promuovere l’applicazione dei principi di diritto umanitario, svilupparli e diffonderli.

Il fenomeno migratorio è un fenomeno complesso, strutturale delle società europee, destinato a crescere nel tempo, che richiede, per queste ragioni, di essere gestito in modo efficace ed umano.

L’immigrazione irregolare, in particolare, è un tema molto attuale in ragione dei drammatici avvenimenti di cui si ha spesso notizia dai media e per via delle particolari pressioni migratorie che coinvolgono i paesi di primo ingresso, situati geograficamente ai confini più esterni dell’Unione.

L’obiettivo della presente trattazione è analizzare alcune delle principali caratteristiche Common european Asylum sistem – CEAS – a favore di coloro che, fuggendo dal loro paese d’origine, cercano legittimamente protezione all’interno dell’Unione europea.

Lo scritto ha inizio con un’illustrazione delle origini di tale politica comune in materia di asilo.

In Europa, la creazione del sistema di Schengen, ha realizzato la progressiva abolizione dei confini interni dell’Unione europea e parallelamente, comportato il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne.

Il sistema europeo comune di asilo nacque dalla consapevolezza che, in uno spazio privo di confini interni, la materia dell’asilo e più in generale dell’immigrazione andassero regolamentate da una normativa comune europea.

Una siffatta regolamentazione si ritenne necessaria, alla luce, in particolare, delle difficoltà legate alla gestione del crescente numero di richiedenti asilo, agli inizi degli anni 90′, per effetto della crisi dei Balcani e della dissoluzione dell’Unione sovietica.

Nel corso del primo capitolo, si ripercorreranno le tappe fondamentali del processo di progressivo riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia d’asilo; un’armonizzazione perseguita, da principio, con il metodo della cooperazione intergovernativa, in forza del trattato di Maastricht nel 1993.

Verranno richiamati, nel corso della trattazione, i principali strumenti di diritto derivato, i regolamenti e le direttive, adottati dalle istituzioni europee con l’obbiettivo primario di offrire uno status appropriato a qualsiasi cittadino che necessiti di protezione internazionale, nel rispetto del principio di non respingimento e conformemente alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951.

Il secondo capitolo è dedicato all’analisi delle forme di protezione del richiedente asilo previste dall’ordinamento europeo e nazionale italiano.

Con la nozione ‘protezione internazionale‘, si indicano tre tipi di tutela: lo status di rifugiato, la complementare forma di protezione sussidiaria, concepita al fine di ampliare l’area dei soggetti beneficiari di protezione, e la protezione temporanea.

Con riguardo ai primi due istituti, ci si soffermerà dapprima sui requisiti previsti per l’ottenimento degli status, in seguito sulle disposizioni riguardanti il contenuto di tali misure, e infine, sulla disciplina del ricongiungimento familiare prevista per i titolari di protezione.

Successivamente, alla luce dei recenti avvenimenti sul piano internazionale, l’elaborato si propone di presentare al lettore l’istituto della protezione temporanea.

Questo strumento normativo,volto ad offrire una tutela immediata e temporanea a quanti fuggono da guerre, violenze e violazione dei diritti umani è stato concepito al fine di affrontare situazioni di eccezionali afflussi di migranti in massa.

Il paragrafo dedicato tenta di fornire una comprensione chiara sulla procedura di attivazione di tale istituto, le ‘categorie‘ di persone ammesse alla protezione, la durata e i diritti accordati, ed inoltre, a quali condizioni, essa, può essere prorogata.

In chiusura di capitolo, si è evidenziato come l’ordinamento giuridico italiano riconosca ai cittadini provenienti da paesi terzi o apolidi una forma di protezione ulteriore rispetto al riconoscimento della protezione internazionale.

A tal proposito, l’analisi verterà sulle novità introdotte, in tema di protezione speciale, dal decreto legislativo del 21 ottobre n.130.

Al fine di una migliore comprensione della vigente misura tutoria, tuttavia, si renderà necessario ripercorrere l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’oramai abrogata protezione umanitaria, a seguito dell’introduzione del decreto legislativo n.113 del 2018, conosciuto quale ‘Decreto Sicurezza‘.

Nel corso della trattazione, si dedicherà particolare attenzione al concetto di ‘vulnerabilità’ del richiedente asilo nel quadro della valutazione dei requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno per protezione umanitaria. A tal riguardo, verranno richiamati i principali interventi interpretativi della giurisprudenza di legittimità.

A conclusione del capitolo, ci si interrogherà sul rapporto esistente tra la ‘nuova‘ protezione speciale e la ‘vecchia‘ protezione umanitaria, cercando di cogliere i punti di contatto e le differenze sostanziali tra i due istituti.

Il terzo capitolo ha lo scopo primario di fornire un’analisi dettagliata delle disposizioni del Regolamento UE n. 604/2013, noto come Regolamento Dublino III.

È risaputo, che il Regolamento ha come obbiettivo principale la determinazione dello Stato membro incaricato per l’esame di una domanda d’asilo presentata da un cittadino di paese terzo o apolide.

Nella prima parte del capitolo si è cercato di rilevare i principi fondamentali alla base del regolamento e le garanzie informative e partecipative previste per i richiedenti asilo.

Segue una spiegazione della gerarchia dei criteri utilizzati dagli Stati membri al fine di determinare lo Stato competente e un’illustrazione delle diverse fasi della ‘procedura Dublino‘: l’attivazione dell’iter con la presentazione di una domanda di asilo;il colloquio informativo del richiedente con le autorità degli Stati membri; l’adozione di una decisione di trasferimento sulla base di meccanismi ‘di presa e ripresa in carico‘ ed infine, l’eventuale trasferimento effettivo del richiedente verso lo stato membro accertato come competente e la possibilità di ricorso contro questa decisione.

Nel prosieguo della trattazione, particolare attenzione verrà posta alle specifiche garanzie procedurali riservate ai minori stranieri non accompagnati, alla luce del principio fondamentale dell’interesse superiore del fanciullo, in ragione della loro particolare vulnerabilità.

Lo scritto affronterà, inoltre, la delicata questione della possibilità,per le autorità degli Stati membri, di trattenere il richiedente asilo in vista del suo trasferimento.

Nel corso del capitolo, si passeranno in rassegna le più significative e pertinenti pronunce interpretative della Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Nel quarto ed ultimo capitolo, infine, si sottoporrà all’attenzione del lettore un caso pratico,rilevante in tema di diritto ad un ricorso effettivo per il richiedente asilo, ai sensi del regolamento di Dublino III.

Si tratta dell’importante sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, pronunciata il recente 15 aprile 2021, nella causa C-194/19.

Uno dei punti centrali dell’analisi è la presa in considerazione delle circostanze successive all’adozione della decisione di trasferimento alla luce del potenziale impatto che tali circostanze possono avere sul rispetto dei diritti fondamentali del richiedente asilo.

Nel capitolo, strutturato in quattro paragrafi, saranno esposti, dapprima, i fatti di cui al procedimento principale e la questione pregiudiziale sottoposta dal giudice nazionale alla Corte; successivamente, verranno esaminate le conclusioni degli Avvocati generali Athanasios Rantos ed Eleanor Sharpston e, da ultimo, ci si soffermerà sul giudizio della Corte di giustizia dell’Unione europea.

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