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PH: Casa Madiba Network

La distorsione ottica dell’emergenza immigrazione

Una strategia politica per creare consenso e derogare al diritto

Oggetto: “Stato di emergenza”
Causa: “I nuovi barbari invadono l’Italia”
Tattica militare: “blindatura”

L’accostamento dei termini “emergenza” e “migrazione” appare tanto scontato quanto ossimorico. Un fenomeno strutturale, epocale, nonché addirittura un elemento costitutivo della società capitalista viene definito costantemente eccezionale, anomalo, condizione per dichiarare lo “Stato di emergenza”. Si tratta d’una misura volta a rendere più efficace la gestione degli sbarchi “straordinari” dell’ultimo periodo? Oppure di un atto amministrativo necessario alla realizzazione dell’Europa fortezza blindata, volto a ridefinire, in senso ancora più restrittivo, i presupposti di soggiorno sulla scia dell’ormai lontana Bossi-Fini del 2002?

Sfortunatamente, l’Italia è parte di numerosi strumenti internazionali e regionali volti alla protezione dei diritti e libertà fondamentali, la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati ed il relativo Protocollo del 1967, la CEDU, la Carta di Nizza, per citarne solo alcuni. Inoltre, l’art. 10 comma 1 della Costituzione Italiana prevede la conformità dell’ordinamento giuridico italiano alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. Che difficile difendersi, tra tutta questa hard- e soft-law, ora che i “barbari” sembrano assediare l’Italia. Aspetta, la tradizione insegna: “Stato di eccezione”! Così è più semplice per uno stato democratico e liberale aggirare l’ordinamento giuridico nazionale ed internazionale e derogare al diritto alla vita, al diritto all’integrità della persona, al principio di non-refoulement, al divieto di trattamenti inumani e degradanti.

Un semplice gioco linguistico e politico soccorre la leadership dello “Stato sotto assedio”. Definendo “emergenziali” le dinamiche migratorie il gioco è fatto: repressione, detenzione e controllo appaiono legittimi e la condizione giuridica dell’emergenza, la stessa proclamata per fronteggiare calamità naturali, prevede, mediante potere di ordinanza, di derogare alla normativa vigente, sormontando così l’ostacolo dell’inderogabilità di determinati diritti.

Tutto inizia con la creazione di un “dramma morale” dove i barbari non civilizzati, il famoso “aumento del 300% in Italia”, invadono le coste europee. (All’11 aprile 2023, gli sbarchi in Europa rappresentano lo 0,009 % della popolazione europea 1). Subito i mass-media iniziano a divulgare i classici stereotipi della minaccia: l’idea che la criminalizzazione provenga dal basso, che i migranti siano nemici degli italiani, che siano dei poveri, dei ladri di Welfare, emblema di devianza, disordine sociale e degrado. L’opinione pubblica viene manipolata, asservita alla classe dirigente ed ecco che il terreno diventa fertile per il complotto della “Grande Sostituzione Etnica”.

Non sono i numeri a far collassare il sistema d’asilo italiano, ma è lo stato stesso ad eroderlo in maniera “barbara”. Impone sfibrantemente le classiche dinamiche politiche caratterizzanti la storia europea, l’opposizione Cristianesimo-Islam, l’Europa civilizzata contrapposta ad un resto irrazionale e barbaro, l’Orientalismo di Said e lo sciovinismo del Welfare ed elimina il dissenso. A tale scopo perché non colpevolizzare addirittura le vittime della strage di Cutro? Perché non criminalizzare anche le ragioni oggettive vincolanti dell’emigrazione, diffondendo il falso concetto di “libero migrante” che “decide di” e non “è costretto ad” intraprendere un “viaggio della speranza”, anzi, scusate, “della morte”?

Lo slittamento da razzismo istituzionale a razzismo popolare è innescato. Lo stato Italia si identifica in un vero e proprio professionista della paura: strumentalizza il concetto di emergenza, monopolizza l’informazione, e subito militarizza le zone di frontiera per amplificare la percezione dittologica della minaccia. In Italia, il numero delle forze dell’ordine in rapporto agli abitanti è più alto rispetto a quello degli arrivi resi irregolari dalla politica.

Grazie alla menzogna del “dramma morale”, il consenso è spettacolarmente costruito. Gli italiani, bianchi, sotto assedio, accettano l’adozione di ordinanze in deroga alle leggi vigenti, e addirittura pretendono la stretta sulle ONG, il cosiddetto Decreto-Legge Cutro e lo smantellamento della protezione speciale. È ovvio, i “diritti” degli italiani sono inderogabili. Sarebbe assurdo discostarsi dalla natura democratica e liberale dell’Italia, così attenta allo stato di diritto.

  1. IOM: Displacement and Tracking Matrix (11.04.2023) “Migration Flows to Europe, Arrivals”, IOM, (on line)

Ludovica Mancini

Studentessa attualmente iscritta al corso di Laurea Magistrale in Human Rights and Multi-level governance presso l’Università di Padova con titolo congiunto in Droits des Libertés presso UCLY, Lione. Laureata a Ca’ Foscari in lingue e relazioni internazionali con una tesi triennale sul CEAS e l’approccio hotspot.