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La Carovana Abriendo Fronteras a Melilla: «Diritto di migrare, diritto di vivere»

L'appello per l'edizione 2023: il 24 giugno a Melilla per ricordare il massacro

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La Carovana Abriendo Fronteras quest’anno si terrà da venerdì 23 giugno a sabato 1° luglio, la tappa principale del suo tragitto ricco di incontri e iniziative pubbliche sarà il 24 giugno a Melilla per chiedere giustizia nel primo anniversario del massacro alla barriera che separa l’enclave spagnola dalla cittadina di Nador.

«Dopo 6 anni – scrive Abriendo Fronteras – torniamo a Melilla perché sono successe molte cose da quando eravamo lì nel 2017. Alcune positive perché ci sono stati tantə compagnə che, nonostante tutto, hanno resistito, hanno esercitato il loro diritto a migrare e sono riusciti a saltare la recinzione in tutti questi anni al grido di BOZA! e a continuare il loro viaggio verso l’Europa. Altri sono negativi perché le politiche migratorie, la militarizzazione delle frontiere, i respingimenti “a caldo“, la legge sugli stranieri, il razzismo istituzionale, ecc. continuano a provocare sofferenza, violenza e morte fino a estremi inconcepibili, come quello che è successo al valico di frontiera il 24 giugno, dove almeno 40 persone sono state lasciate morire e 77 vittime sono scomparse».

«Nel frattempo, il ministro socialista Grande-Marlaska, in vista dell’imminente presidenza spagnola dell’UE che inizierà il 1° luglio, in concomitanza con la chiusura della nostra carovana, continua a difendere la tragedia come qualcosa di risolto e nelle sue apparizioni a criminalizzare le stesse vittime, ignorando il fatto che i 470 respingimenti illegali denunciati dal governo spagnolo non sono stati indagati, sia le 470 deportazioni illegali segnalate dal Difensore civico, sia le azioni violente della Guardia Civil segnalate nel decreto con cui la Procura ha chiuso le indagini, sia le prove della morte di almeno una persona in territorio spagnolo da parte dei giornalisti di inchiesta di Lighthouse Report».

La Carovana dopo l’iniziativa di Melilla toccherà altri luoghi significativi e simbolici, come a Malaga presso l’azienda European Security Fencing, il principale produttore di concertina militare in Europa, ossia quel filo spinato che si distingue da quello classico per la forma a spirale doppia e per avere, non le punte ma delle lame molto affilate. L’azienda beneficia di commissioni grazie alla politica del Partito Popolare Europeo che sostiene il finanziamento con fondi europei della costruzione di recinzioni alle frontiere dell’UE.

«Quest’anno – prosegue Abriendo Fronteras – abbiamo riservato un posto anche alla memoria delle frontiere. La Desbandá, il più grande crimine di guerra di Franco, “la strada della morte” tra Malaga e Almería, lungo la quale, a partire dal 7 febbraio 1937, oltre 300.000 rifugiati fuggirono dall’avanzata fascista mentre veniva massacrata dai bombardamenti degli aerei tedeschi e italiani». Una strage di civili nella quale vennero uccise tra le tremila e le cinquemila persone, rimasta a lungo dimenticata e molto meno conosciuta rispetto ad altre, come ad esempio il bombardamento di Guernica reso celebre da Pablo Picasso. «Come potete vedere, siamo ancora in movimento contro i fascismi di ieri e di oggi!», affermano gli organizzatori.

Un altro luogo raggiunto dalla Carovana sarà l’insediamento informale di Níjar-Almería che nell’ultimo anno ha dovuto affrontare diversi sgomberi violenti come quello avvenuto il 30 gennaio scorso a El Walili.
Qui le autorità di polizia hanno sfrattato l’insediamento con più di 450 abitanti senza dare alcuna alternativa abitativa. «La lotta per il diritto a un alloggio dignitoso si estende a tutta la penisola e vogliamo amplificare questa richiesta durante la Carovana, oltre a riconoscere e sostenere la lotta dei collettivi sociali di Nijar-Almeria», spiegano.

La terza tappa del percorso toccherà alcuni luoghi della Comunità Valenciana, ripercorrendo il tragitto dell’estate del 2020: «Incontreremo e sosterremo la lotta del collettivo CIEs NO Valencia che, da quasi 13 anni, si riunisce ogni mese senza sosta davanti alla porta del CIE di Zapadores per chiedere la chiusura dei Centri di detenzione per stranieri e la fine delle deportazioni.

Si tratta di prigioni razziste in cui le persone migranti vengono rinchiuse solo perché si trovano in una situazione irregolare. È una strategia di terrore ed esclusione. È razzismo istituzionale. Marouane Abouobaida è morto nel CIE di Zapadores il 15 luglio 2019 a causa di tutte le ingiustizie e i maltrattamenti subiti all’interno del CIE e come vittima del razzismo istituzionale. Anche Mohamed Benhalima è stato espulso da lì l’anno scorso senza che fosse accolta la sua richiesta di asilo politico per aver denunciato la corruzione militare nel Paese algerino, dove è tuttora condannato a morte in carcere».

Altra sosta al porto di Sagunto, uno dei principali scali della compagnia di navigazione Bahri insieme al porto di Genova, dove verranno denunciati il commercio di armi e la violazione del Trattato sul commercio delle armi, che impedisce la vendita di armi a Paesi coinvolti in possibili crimini di guerra come l’Arabia Saudita, che dal 2015 sta conducendo una guerra contro il popolo yemenita. «Denunceremo anche le banche armate che finanziano la militarizzazione e le guerre di confine nel Mediterraneo, come il Banco Santander e BBVA», afferma Abriendo Fronteras.

E dopo il “porto di guerra“, la Carovana si concluderà in un porto di pace e solidarietà come quello di Burriana, dove le navi di soccorso civile nel Mediterraneo approdano per la manutenzione l’attesa tra una missione e l’altra. «Perché nonostante il governo italiano di ultradestra di Meloni, loro sono ancora lì a dare il massimo e anche noi vogliamo essere lì a sostenerli», conclude Abriendo Fronteras.

Anche questa edizione trova in Italia il supporto e la partecipazione di Carovane Migranti al quale si aggiunge il neonato progetto Mem.Med (Memoria Mediterranea) che porta l’esperienza del suo lavoro di monitoraggio, ricerca e accompagnamento delle famiglie delle vittime dopo la strage di stato di Cutro.

Sarà possibile seguire tutte le tappe della Carovana sui profili social e sul canale telegram.

Redazione

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