Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
Manifestazione antirazzista a Tunisi. PH: Arianna Poletti
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Tunisia: un appello per la regolarizzazione delle persone migranti subsahariane

Le richieste delle organizzazioni alle autorità tunisine

Sostenuto da oltre 40 organizzazioni e 160 personalità un appello promosso dall’associazione Beity per chiedere alle autorità tunisine la regolarizzazione delle persone subsahariane presenti nel paese che vivono una situazione di irregolarità.

Tunisi, 3 maggio 2023 – A tutte e tutti i «clandestini nel Mediterraneo» tra i migranti e le migranti subsahariani/e partiti/e soli/e o con dei bambini, talvolta con dei neonati, su delle imbarcazioni di fortuna per raggiungere – pagando a volte con la vita – la riva settentrionale del Mare Nostrum, porgiamo le nostre scuse per tutte le umiliazioni causate.

Costretti alla partenza dagli abusi e dagli attacchi razzisti scatenati dal discorso provocatorio del Presidente, molti sono naufragati in mare e hanno visto le loro speranze schiantarsi contro i muri dell’incomprensione o inghiottite nel limbo del silenzio e della solitudine. Abbiamo avuto modo di stringere amicizie con alcune donne sfinite e svuotate dal lungo viaggio verso la Tunisia, la traversata del deserto, gli imprevisti sulle rotte, gli inseguimenti, le repressioni e le intimidazioni, le violenze, gli abusi collettivi, la tratta e lo sfruttamento.

Nel nostro percorso comune, siamo riusciti a riaccendere il desiderio per la vita, rianimare la speranza, rafforzare la volontà di battersi, ritrovare il cammino della dignità. Ma purtroppo tutto questo non è che un triste ricordo oggi: camere vuote affollate dalle vostre ombre, i vostri vestiti impilati con cura, le vostre foto di famiglia appese sui muri, le vostre valigie e le vostre borse ordinate negli armadi come ad indicare la fine del viaggio. Non avremo mai lacrime sufficienti per piangervi e rimpiangere la vostra assenza.

Come non ribellarsi al mancanza di alternative alle politiche di esternalizzazione e di «fronte interno» di un’Europa che si ferma sulle sue stesse frontiere? Come non denunciare la marginalizzazione del nostro paese ripiegato su sé stesso e nella sua crisi identitaria? Come accettare «il rinvio dei migranti nel loro paese» dimenticando o fingendo di dimenticare che la Tunisia da ormai tanto tempo non è più solamente una terra di transito ma una terra di destinazione, un’ancora per la vita e un progetto per il futuro? Come ammettere che le persone vengono rimandate verso luoghi da cui sono scappate a causa di guerre, carestie e disoccupazione? Nel nome di cosa, di quale giustizia, di quali diritti?

Alla società civile, alle forze del paese, a tutte le persone per cui l’umanità ha ancora un senso, lanciamo questo appello per promuovere ed esigere collettivamente dalle autorità tunisine di agire con urgenza nella regolarizzazione generale delle persone migranti subsahariane in stato di irregolarità, misure a cui i nostri stessi paesi si sono opposti in passato nei paesi europei destinazione della nostra stessa diaspora.

Per questo motivo, proponiamo le seguenti misure:

  • Ratificare la convenzione delle Nazioni Unite sulla protezione dei diritti dei migranti e delle loro famiglie
  • Concedere il permesso di soggiorno a tutte le persone migranti subsahariane irregolari che soggiornino in Tunisia per periodi di ragionevole durata secondo gli standard internazionali e accettare, se necessario, contratti di locazione verbali.
  • Stabilire con chiarezza la lista definitiva dei documenti necessari ai servizi amministrativi competenti e fissare delle tempistiche di risposta e di notifica ragionevoli.
  • Ridurre e alleggerire i processi burocratici e le procedure di regolarizzazione e dell’ottenimento del permesso di soggiorno.
  • Estendere la validità dei permessi di soggiorno in funzione della durata degli studi e dei contratti di lavoro
  • Integrare le persone interessate, incluse quelle più vulnerabili, nel sistema di assistenza pubblica, di sicurezza sociale e di lotta contro le violenze intersezionali di genere, razza, sesso, classe e altre.
  • Offrire accesso equo all’impiego consci che l’immigrazione, tramite apporti multipli e investimenti rappresenta un valore aggiunto allo sviluppo economico, sociale e culturale del paese.
  • Adottare una legislazione sull’immigrazione e sull’integrazione che si basi sui diritti umani, le pari opportunità, la non-discriminazione e la dignità di tutti senza esclusione.

Rammentiamo alle autorità pubbliche e alla collettività tunisina il rispetto dei diritti umani e il loro dovere di ospitalità e di protezione dei non cittadini. È ormai ora che la Tunisia sia all’altezza della sua gloriosa storia: una terra africana di accoglienza e di diversità.