Mohammed Traore, Amadou Toure e Abdourahmane Signate di 27, 28 e 31 anni rischiano fino a 15 anni di carcere per una protesta risalente a giugno 2020, avvenuta all’interno del centro di accoglienza dell’ex Caserma Serena (TV), in pieno periodo pandemico. Le persone sotto processo sarebbero dovute essere quattro, ma il giovane ventitreenne Chaka Ouattara si tolse la vita mentre nel novembre 2020 si trovava da quasi 3 mesi recluso nel carcere di Verona, posto in un ingiusto quanto assurdo regime di isolamento.
Le accuse rivolte dalla magistratura appaiono del tutto spropositate rispetto al contesto e a come si sono svolti i fatti: le tre persone sono infatti accusate di sequestro di persona e devastazione e saccheggio in concorso.
Domani, venerdì 8 settembre, si terrà l’udienza conclusiva e il Centro sociale Django e Talking Hands promuovono un sit-in dalle ore 9 davanti al tribunale: «E’ necessario dimostrare piena solidarietà agli imputati e pretendere di fare luce sulle dinamiche di quel giorno, riconoscendo il contesto in cui quella protesta legittima si è svolta».
Vogliamo far conoscere e ricordare una storia dimenticata troppo presto, in cui la mano pesante e punitiva delle autorità ha già spezzato la vita ad un ragazzo di soli 23 anni.
Per approfondire la vicenda:
Non dimentichiamo Mohammed, Amadou e Abdou, capri espiatori del fallimento del sistema di accoglienza durante la pandemia
Le tre persone rischiano decine di anni di carcere per fatti risalenti al 2020 nell’ex Caserma Serena (TV)