Progetto Melting Pot Europa
Per la promozione dei diritti di cittadinanza

redazione@meltingpot.org

Dona ora!
English | Français | Español

#Lesvoscalling

Una campagna solidale per la libertà di movimento

SANS-PAPIERS

Home sans-papiers

Normativa

Archivio e guida legislativa
Guida legislativa
Testo Unico Immigrazione
Regolamento di attuazione
Normativa italiana
Normativa europea
Giurisprudenza italiana
Giurisprudenza europea
Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Consulta le schede

DIRITTI DI CITTADINANZA

Home cittadinanza
Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Approfondimenti
Comunicati stampa e appelli
Incontri informativi e formativi
Interviste
Notizie
Rapporti e dossier
Reportage e inchieste
Tesi di laurea, ricerche e studi
Traduzioni
Video
Immagini
Audio

Rubriche

Spazi di significati
Speciale Sanatoria 2020
Leggi Salvini
Campagna Lesvos calling
Around Europe
Questione asilo
Speciale CPR - CIE
A proposito di Accoglienza
Confini e frontiere
Il punto di vista dell’operatore
In mare
Papers
Speciale Hotspot
Un mondo, molti mondi
Radio Melting Pot
Voci dal Sud
Migrarte
Archivio delle Rubriche

Ricerca

Argomenti sans-papiers
Argomenti cittadinanze
Tag geografiche

Chi siamo

Il progetto
Sostienici
Assegnaci il tuo 5‰
Servizi
Formazione Melting Pot
Aiutaci a tradurre
Autori e traduttori
Avvocati
Collabora
Seguici
Contatti

Tweet di @MeltingPotEU
Home » Cittadinanze » Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Versione per la stampa
Rubrica: Confini e frontiere

A Calais la Marche des oublié.e.s

Nella città portuale francese si recinta tutto, anche il vuoto

Assegna il tuo 5‰ al Progetto Melting Pot!
di Linda Bergamo

A Calais il mese di maggio è iniziato tra pioggia, grandine e vento fortissimo.

I calesiani sono abituati, al primo raggio di sole scendono in spiaggia in shorts e canottiera mentre io passeggio sul lungo mare con la mia giacca da sci.

Photo credit: Linda Bergamo


Dall’altra parte della Manica vedo l’Inghilterra, nitida, e tre Ferry Boat carichi di camion e automobili destinati a raggiungere il porto di Dover. Quella linea di costa visibile nei giorni di sole fa ancora sognare tanti tra coloro che arrivano a Calais con il passaporto sbagliato, senza documenti, con un sogno nel cassetto che parla inglese.

Per noi volontari e attivisti che restiamo o torniamo a Calais, la situazione sembra non cambiare più di tanto tra una stagione e l’altra. Volontari che vanno e vengono, associazioni, distribuzioni di cibo e vestiti, luoghi di incontro, CRS e varie forze di polizia e gendarmerie sempre in prima linea, il sindaco e la prefettura sempre agguerriti nel loro obiettivo di far sparire tutti i migranti da Calais.

Il paesaggio però questa volta l’ho trovato cambiato. Muri sormontati da filo spinato sono spuntati come funghi. Uno è particolarmente impressionante: circonda un parcheggio in periferia dove alcuni camion si fermano a fare rifornimento, e dove i ragazzi eritrei provavano a salire sui camion di nascosto sperando di raggiungere l’Inghilterra.

Mi ricorda il muro israeliano in Palestina, mi chiedo se l’azienda costruttrice sia la stessa o se i muri siano tutti brutti e ingiusti uguali.

Photo credit: Linda Bergamo


Questo panorama di cemento si ripete tutto intorno a Calais, specialmente nella zona industriale in cui tra 2015 e 2016 c’era la "Jungle", grande bidonville che ospitava tra 7.000 e 10.000 persone. Da ottobre 2016 a Calais non ci sono più "campi profughi".

Fino a poco tempo fa però c’era uno spazio aperto dove i ragazzi si ritrovavano giocavano a calcio, le associazioni distribuivano beni di prima necessità e proponevano attività. L’ho trovato chiuso, anche quel prato dove non c’è niente di niente, di proprietà del Comune: anche quello completamente circondato da uno spesso recinto in metallo dipinto di verde. A Calais stanno recintando tutto. Anche il vuoto.

L’ordine del Ministero degli Interni eseguito dal prefetto prevede di impedire qualsiasi "point de fixation", ogni possibile insediamento stabile a Calais per impedire la ricostruzione della bidonville. Ad oggi a Calais ci sono circa 500 ragazzi, uomini, migranti e qualche donna, che vivono in tende sparse in piccoli boschi in periferia. Una decina di bambini, tra cui Samir di 7 anni e Said di 15, sono le mascottes delle piccole "Jungle" e si fanno viziare e coccolare un po’ da tutti.

Se prima qualcuno si avventurava in centro cercando riparo sotto i ponti, oggi sono state messe barriere anche lì.

Photo credit: Collectif Appel d’air


Incontro i ragazzi la mattina a colazione, quando il camioncino dell’associazione Salam che distribuisce chai, pane e marmellata, banane e patisseries arriva nei 5 punti di distribuzione vicini ai boschetti-rifugio.

Gli sguardi stanchi di chi ha provato a salire sui camion aspettato il suo turno, tentando la fortuna per tutta la notte, testimoniano di una situazione sempre uguale, sempre stremante, sempre violenta.

Alle violenze della polizia denunciate in tutti i modi con l’aiuto di diverse associazioni si aggiungono le tensioni tra comunità che talvolta scoppiano in guerrilla e causano feriti più o meno gravi. Gli sgomberi ricorrenti contribuiscono al clima di tensione e insicurezza costante: gli oggetti personali vengono sequestrati, le tende portate in discarica e il loro contenuto talvolta non viene più restituito. Un ragazzo racconta piangendo che "la polizia" ha preso gli 800 euro che teneva nascosti nella tenda e che accumulava da mesi per pagarsi il passaggio.

Photo credit: Collectif Appel d’air


Però a Calais c’è un’altra novità e si chiama Collettivo "Appel d’Air".

I ragazzi rimangono spesso a Calais per qualche mese prima di riuscire a passare o rinunciare e cercare fortuna a Parigi, in Italia o altrove.

Tra coloro che sono lì da un po’ di tempo si è creato un piccolo gruppo di dibattito composto da migranti e volontari che si ritrovano ogni settimana per discutere insieme dei vari problemi, possibili soluzioni e soprattutto delle varie declinazioni politiche della presenza dei migranti sul litorale Nord.

E’ un esperimento curioso che muove i suoi primi passi, e che l’8 maggio ha organizzato una manifestazione in collaborazione con la Marche des Oubliés (Camminata dei dimenticati) riproposta quest’anno da l’Auberge des Migrants.

Photo credit: Collectif Appel d’air


Una camminata tra le diverse "Jungle" e alcuni punti del centro si è svolta al tramonto con la partecipazione di tanti ragazzi e ragazze eritrei, etiopi, afgani, iraniani, curdi, inglesi, francesi, italiani etc. per esprimere le diverse rivendicazioni di una frontiera difficile, conosciuta e un po’ dimenticata dai media.

Una marcia che è servita anche a ricordare ai calesiani che la presenza silenziosa dei migranti in periferia e la loro speranza che fa paura esiste e resiste al di là dei muri di filo spinato.

Fai una donazione al Progetto Melting Pot!

Vedi anche

  • Grande-synthe: la violazione dei diritti fondamentali dei migranti portata davanti alla giustizia
  • Regolamento di Dublino - La macchina infernale dell’asilo europeo
  • Navi alla Libia, otto associazioni contro la Francia: così diventa complice delle violazioni dei diritti umani
  • Migranti: a Calais, “la polizia distrugge tutto e noi torniamo”

Galleria fotografica

Locandina della Marche des oublies Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air Photo credit: Collectif Appel d'air
[ 13 maggio 2019 ]
Sostieni il Progetto Melting Pot Europa!
Dona almeno 1€ - Inserisci l'importo:

TAG

ARGOMENTI:
Calais (Francia), Europa, Fotografie, Francia e immigrazione, Video
GEOTAG:
Calais, Francia

Chi siamo

  • Il progetto
  • Sostienici
  • Assegnaci il tuo 5‰
  • Servizi
  • Formazione Melting Pot
  • Aiutaci a tradurre
  • Autori e traduttori
  • Avvocati
  • Collabora
  • Seguici
  • Contatti

Sans papier

Normativa

  • Archivio e guida legislativa
  • Guida legislativa
  • Testo Unico Immigrazione
  • Normativa italiana
  • Normativa europea
  • Giurisprudenza italiana
  • Giurisprudenza europea
  • Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Cittadinanze

  • Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
  • Around Europe
  • Approfondimenti
  • Comunicati stampa e appelli
  • Incontri informativi e formativi
  • Interviste
  • Notizie
  • Rapporti e dossier
  • Reportage e inchieste
  • Tesi di laurea, ricerche e studi
  • Traduzioni
  • Video
  • Immagini
  • Audio

Rubriche

  • Speciale Sanatoria 2020
  • Leggi Salvini
  • Campagna Lesvos calling
  • Around Europe
  • Questione asilo
  • Speciale CPR - CIE
  • A proposito di Accoglienza
  • Confini e frontiere
  • Il punto di vista dell’operatore
  • In mare
  • Papers
  • Speciale Hotspot
  • Un mondo, molti mondi
  • Radio Melting Pot
  • Voci dal Sud
  • Migrarte
  • Archivio delle Rubriche

Ricerca

  • Argomenti sans papiers
  • Argomenti cittadinanza
  • Tag geografiche

Social

facebook

twitter

telegram

youtube

rss

TELE RADIO CITY s.c.s.

Onlus
P.I. 00994500288
Iscr. Albo Soc. Coop.
n. A121522

CREDITS

web design HCE s.r.l.

2003-2021
creative commons

Cookies
Privacy Policy