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A Lampedusa continuano gli sbarchi anche se vengono occultati

Il comunicato dell'Asgi

Quanto avvenuto con lo sbarco di circa 40 persone, oggi 22 luglio, nell’isola di Lampedusa, evidenzia, insieme agli altri sbarchi che stanno costellando l’estate del 2010, come sia del tutto fuorviante l’immagine che viene proposta con insistenza all’opinione pubblica di una cessazione degli arrivi di migranti via mare, anche a Lampedusa.

L’ASGI richiama l’attenzione sul fatto che il centro di prima accoglienza dell’isola, attrezzato per garantire tutte le operazioni di primo soccorso, da oltre un anno è formalmente aperto, con spese a carico delle finanze pubbliche, ma viene volutamente lasciato inutilizzato anche in caso di evidente necessità. Infatti, come già avvenuto in analoghi casi in precedenza, anche le persone coinvolte nello sbarco odierno non sono state accolte e soccorse in modo adeguato nel centro di accoglienza, vuoto e distante meno di un chilometro dal luogo nel quale è avvenuto lo sbarco, bensì sono stati tenuti per ore sotto il sole, lungo la strada provinciale, in condizioni di precarietà, come riferito da numerosi testimoni, in attesa di una frenetica corsa delle istituzioni preposte ad organizzare il loro immediato trasporto a Porto Empedocle.

L’ASGI chiede che il Ministero dell’Interno riferisca al Parlamento e all’opinione pubblica su quali siano le ragioni di tali scelte che appaiono rispondere al solo obiettivo, di natura squisitamente propagandistica, di potere dichiarare che a Lampedusa gli sbarchi sono finiti anche se ciò, con evidenza, non corrisponde alla realtà.
L’ASGI ricorda che da oltre un decennio i migranti giunti a Lampedusa sono in assoluta maggioranza persone in fuga da situazioni di guerre, violenza generalizzata e persecuzioni e che la condizione giuridica di queste persone è tutelata dalle convenzioni internazionali cui l’Italia è vincolata nonchè dalle norme di diritto interno che stabiliscono limiti precisi in materia di espulsione, respingimento e trattenimento amministrativo.

L’ASGI richiama le autorità italiane al rispetto della legalità e ricorda che la politica dei respingimenti, oltre che inutile e costosa, viola gravemente i diritti fondamentali di persone che non possono in nessun caso essere rinviate, direttamente o tramite respingimenti multipli, in paesi ove rischiano di subire persecuzioni, torture e trattamenti disumani o degradanti.