Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

ADL Cobas Verona vince contro il razzismo….

Importante ordinanza del tribunale di Verona che condanna A.M.I.A. (Azienda Multiservizi Igiene Ambientale), partecipata interamente dal Comune, per comportamento discriminatorio verso i lavoratori migranti.

La storia.

In aprile di quest’anno, si rivolge allo Sportello Casa ASC– ADL Cobas di Verona una famiglia con due bimbi con uno sfratto imminente per morosità incolpevole. In questi anni, gli attivisti di ASC -Adl Cobas e della Rete Sociale per il Diritto alla Casa, hanno bloccato decine di sfratti per morosità incolpevole, mentre le istituzioni non riescono a dare risposte sul piano del diritto ad una abitazione degna, sancito costituzionalmente.
Il capofamiglia, momentaneamente disoccupato, dopo aver svolto diverse mansioni è alla ricerca di un impiego e come molti altri presenta domanda per l’assunzione, come netturbino, in AMIA.
Lo fa, anche perché in AMIA ha già lavorato, con contratto a tempo determinato poi prorogato, dal giugno 2011 a fine 2012. Quella volta, partecipando ad un bando di selezione pubblica simile, arrivò 8° sui 40 poi assunti che passarono la selezione.
Ma per ben 3 volte, in bandi che vanno dal 2012 al 2014 gli viene respinta la domanda per mancanza di cittadinanza europea. Ma come mai, ci chiediamo, se il lavoratore sta già lavorando in AMIA proficuamente, gli viene respinta la prima domanda e poi altre due volte?
Scopriamo che l’art.1 del regolamento dell’azienda, partecipata al 100% dal comune di Verona, che si occupa di rifiuti, vieta la partecipazione ai bandi, ai lavoratori migranti non appartenenti all’Europa, che in Italia sono maggioranza tra i lavoratori stranieri. Lo sappiamo bene in ADL Cobas visto le innumerevoli lotte sul piano dl diritto al reddito di questi lavoratori, soprattutto nel comparto della logistica e dei multi servizi .
Quindi il lavoratore è stato discriminato. Quanti altri lavoratori sono stati discriminati?
Nel frattempo il lavoratore e la sua famiglia vengono pure sfrattati, per ironia della sorte, a causa di un malfunzionamento tra gli ufficiali giudiziari del tribunale di Verona, che avevano garantito una proroga.
A questo punto della storia, troviamo in ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) un valido aiuto per sostenere in tribunale il diritto del lavoratore che il salario se lo suda e gli viene negato pure la possibilità di una prova.
E veniamo ad oggi e alla decisione del tribunale che condanna AMIA, tra le altre cose, a rimuovere gli effetti della discriminazione, a cambiare il regolamento, a risarcire il lavoratore, a dargli una nuova opportunità. Una nuova opportunità appunto. Ma come fidarsi ora di una commissione interna che dovrà esaminare la prova del lavoratore?
Come fidarsi visti i noti scandali sulla parentopoli fascio-leghista che vede inquisiti dirigenti ed ex dirigenti delle aziende partecipate del comune di Verona, tra cui AMIA, per aver assunto, con i nostri soldi e senza bandi pubblici, mogli, sorelle, cognati di amici, politici, sindacalisti, per “scaldare” le numerose poltrone a disposizione tra tutti questi enti?
NON CI INVENTIAMO NULLA. TUTTI FATTI NOTI E DI PUBBLICO DOMINIO E SU CUI STA INDAGANDO LA MAGISTRATURA
A proposito, dove erano i sindacalisti CGIL, CISL, UIL e sigle di destra quando AMIA discriminava i lavoratori?
Dulcis in fundo chi troviamo come presidente di AMIA?
Il nuovo presidente è Andrea Miglioranzi, coordinatore Lista Tosi e presente in non si sa quanti enti; Ex Veneto Fronte Skinhead e leader del gruppo nazirock Gesta Bellica (quelli che cantano in onore del carnefice nazista Priebke); abile tessitore con l’amico Flavio Tosi dello sdoganamento dell’estrema destra verso le stanze del potere economico-istituzionali; proposto dallo stesso Tosi nel 2007 a rappresentare il comune nell’Istituto Storico della Resistenza (poi si dimise per “oltraggio alla storia”); uno dei primi condannati in Italia per aggressioni a Verona a sfondo razziale con l’aggravante della Legge Mancino. Altri componenti dei Gesta Bellica vengono condannati per altre aggressioni. Ed infatti lui, per coerenza, continua a difendere i neonazisti che nel 2005, a Volto San Luca, armati di spranghe e coltelli aggrediscono 2 ragazzi e 3 ragazze. 150 punti di sutura, costole e mandibole rotte il risultato. Allora l’assessore regionale alla sanità, che era Flavio Tosi e il suo collega di partito e parlamentare della Lega Federico Bricolo insieme ad una delegazione dell’Associazione per la giustizia e il diritto «Enzo Tortora» andrà in carcere a Montorio per esprimere solidarietà e verificare le condizioni dei cinque neonazisti arrestati per l’aggressione di Volto San Luca. Con lui il dirigente nazionale, che allora era Andrea Miglioranzi, che sarà presente con Palmarino Zoccatelli, noto integralista cattolico.
Tosi, quella volta uscito dal carcere di Montorio, chiede la scarcerazione immediata dei neo fascisti e accusa la magistratura di aver adottato una linea troppo severa rispetto al reato di cui i cinque reclusi, poi condannati, erano accusati. Ricordiamo solo che le aggressioni da parte dell’estrema destra a Verona sono purtroppo sfociate in pestaggi sanguinari ed omicidi (da Ludwig all’omicidio di Nicola Tommasoli).

Con un presidente di AMIA con tale curriculum politico tutti dovremmo indignarci!
Ci domandiamo come sia possibile accettare, nella nostra comunità, atteggiamenti lesivi della cosa pubblica e della dignità umana di questa portata. Anche se siamo purtroppo consapevoli che in questi tempi di crisi strutturale, il blocco di potere fascio-leghista che governa i nostri territori e che sabato scorso a Milano ha invaso Piazza Duomo al grido “via gli stranieri”, alimenterà sempre più una guerra tra poveri, che tenta di dividere i lavoratori invece che unirli, per nascondere le vere cause della crisi e governare indisturbata, tentando di imporre l’oscuramento dei diritti come un moderno Califfato.

Smascheriamo gli impostori! Reddito diritti e dignità per tutti!

ADL-COBAS.