Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Abbattere i muri, liberare i corpi

Nonostante quest’ipocrisia, si tratta di vere e proprie carceri, luoghi di detenzione e segregazione funzionali al controllo dei flussi della forza lavoro migrante. Non è un caso che il governo Berlusconi abbia cercato di centralizzarne la gestione, impedendo ai governi regionali di svolgere qualunque funzione di monitoraggio e controllo.
Un tentativo fallito, il quale tuttavia ratifica e persegue la logica della legge Bossi-Fini: l’istituzione del contratto di soggiorno, infatti, riducendo i migranti a mera forza lavoro asservita in tutto e per tutto alle esigenze del
mercato, non è altro che l’espressione di una volontà di gestione politica degli interessi di parte capitalista, che disegna una struttura amministrativa all’interno della quale i Centri di permanenza temporanea svolgono una funzione fondamentale.

Noi non cesseremo mai di denunciare le atroci condizioni di esistenza subite al loro interno dai migranti, costretti negli angusti confini di una roulotte o di un container, in condizioni igienico-sanitarie disumane, privati della possibilità di godere di un’assistenza legale, anche solo della possibilità di conoscere le ragioni della loro detenzione. Abbiamo visto con i nostri occhi a Torino, nel corso della manifestazione del 30 novembre, le gabbie che i migranti sono finalmente riusciti ad abbattere. Abbiamo visto con i nostri occhi a Bari, il 27 luglio, la roulottopoli picchiata dal sole, riempita dai corpi di richiedenti asilo costretti nei recinti armati di una zona militare, contro ogni convenzione internazionale.

Le azioni realizzate a Bari e a Torino sono state l’espressione di un consenso che permette di mettere all’ordine del giorno la chiusura di queste carceri, rivendicata sempre con forza dal Tavolo Migranti e dal movimento nel suo complesso. Lo sciopero della fame avviato dai detenuti di Bari Palese in appoggio ai compagni e alle compagne trattenuti dalle forze dell’ordine, così come l’intervento dei compagni e delle compagne di Torino a sostegno delle evasioni da via Brunelleschi, danno la misura della solidarietà che si è espressa in quelle occasioni tra migranti e movimento, della possibilità di un’azione politica dirompente capace di attraversare le mobili frontiere dei centri.

Decine di migranti sono evasi da Bari e da Torino, e paradossalmente non sarà possibile parlare di evasioni fino a che la propaganda istituzionale parlerà di accoglienza, assistenza, permanenza temporanea. Ma oggi i migranti e il movimento possono rivendicare una forza politica capace di abbattere i confini della segregazione, fino alla chiusura del centro di Bari Palese, decretata la mattina del 2 agosto dalle autorità locali; fino alla radicale messa in crisi del centro di via Brunelleschi a Torino, uno dei nodi più importanti di quella macchina del controllo che prende il nome di Bossi-Fini-Berlusconi. Una forza politica che rivendicherà, fino alla chiusura di tutti i centri, la parola d’ordine: NÉ QUI, NÉ ALTROVE!

Migranti – Torino social forum

Forum dei diritti di Bari

Tavolo migranti dei social forum italiani