Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Abbiate cura

di Gian Andrea Franchi, Linea d'Ombra (Trieste)

Photo credit: Linea D'Ombra ODV

A partire da un testo di Cristina Morini sulla cura
Effimera (30 aprile 2020)

La contraddizione:
• fra la cura relegata nel femminile subalterno, come riaffermazione del patriarcato dentro il capitalismo della sorveglianza, in una malvagia sintesi di arcaico e nuovissimo che si toccano, nella ripetizione della radici del dominio.
• e la Cura universalizzata come modalità dell’essere sociale, collettiva e insieme singolare, perché la cura è sempre del singolo e di tutti.

Un piccolo ma significativo esempio di questa seconda e fondamentale accezione della Cura è stato l’impegno di due o tre donne a Trieste, sbocco della Rotta balcanica, uscite dal chiuso delle case alla metà d’aprile, sfidando i divieti, per andare in strada nei pressi della stazione ferroviaria per curare i piedi dei migranti che continuavano e continuano ad arrivare a Trieste.

I piedi e non solo. Ma i piedi, per un migrante, sono essenziali. Sono quelli che letteralmente sopportano il peso del cammino dalla Bosnia fra i boschi e le rocce del carso croato e sloveno, in fuga dalle polizie, quella croata, nota per la sua violenza, e poi slovena ed anche europea (Frontex), con droni e cani e quant’altro.

E per fornire loro scarpe, un po’ di cibo ma, soprattutto, contatto, relazione, oltre culture, lingue – corpo, sguardo, calore – vita.

In un gesto di ri-messa al mondo, quindi se, proprio vogliamo, femminile, ma reso universale nel mostrare che mettere al mondo non ha solo un significato biologico, ma dovrebbe/potrebbe diventare il modo dell’essere sociale.

Linea d'Ombra ODV

Organizzazione di volontariato nata a Trieste nel 2019 per sostenere le popolazioni migranti lungo la rotta balcanica. Rivendica la dimensione politica del proprio agire, portando prima accoglienza, cure mediche, alimenti e indumenti a chi transita per Trieste e a chi è bloccato in Bosnia, denunciando le nefandezze delle politiche migratorie europee. "Vogliamo creare reti di relazioni concrete, un flusso di relazioni e corpi che attraversino i confini, secondo criteri politici di solidarietà concreta".