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Aggiornamento in materia di procedure di rilascio, rinnovo dei permessi di soggiorno attraverso il sistema postale

a cura dell' Avv. Marco Paggi

Lo scorso 24 settembre si è tenuto un incontro del Comitato bilaterale, presso il Ministero dell’Interno. Il comitato bilaterale è un organo previsto dalla convenzione tra Poste Italiane s.p.a. ed il Ministero dell’Interno che riunisce questi ultimi, con la presenza, in qualità di osservatori, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani e delle delegazioni dei patronati amatoriali e dei lavoratori.
Nell’incontro c’è stato un confronto sull’andamento delle procedure, e soprattutto sugli aggiustamenti da apportare a questo sistema farraginoso, per tentare di ridurre ritardi e disagi.

Ad oggi le convocazioni presso le questure sono fissate sino a Settembre 2009 (questo almeno è il dato fornito sulla media nazionale, con sensibili differenze da questura a questura).
La procedura, iniziata nello scorso dicembre 2006, che ha obbligato tutti gli stranieri a rivolgersi esclusivamente a Poste italiane per inoltrare la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, prevede infatti (successivamente alla lavorazione della pratica da parte di Poste Italiane ed al passaggio dei dati e dei file relativi su supporto informatico delle questure) le convocazioni.
Queste sono fissate, in prima battuta, per la consueta foto-segnalazione, ossia per la rilevazione delle impronte digitali dello straniero, e successivamente, con un secondo appuntamento, per il rilascio, se tutto fila liscio, del vero e proprio titolo di soggiorno.

Un ulteriore periodo di attesa sarà successivamente dovuto al fatto che questo documento di soggiorno, in formato elettronico, una specie di carta di credito che sostituisce il permesso cartaceo, dovrà essere ordinato al poligrafico dello Stato.

Dal dato ufficiale emerso nell’incontro del 24 Settembre 2007, quello relativo alle convocazioni fissate sino a Settembre 2009, si evince che una persona che ha inoltrato la domanda di richiesta di permesso di soggiorno o di carta di soggiorno, sarà convocata solo dopo due anni.
Se la documentazione è regolare, se non sono intervenute cioè variazioni nella condizione di soggiorno, o nella composizione della famiglia (magari è nato un figlio e ciò comporterebbe un’ulteriore integrazione della documentazione) si passa al confezionamento del permesso di soggiorno.
Da tener presente che tutto questo può succedere anche per il rilascio di un permesso di soggiorno, per esempio, per attesa occupazione, della durata di soli sei mesi !
È più lunga l’attesa del rilascio del documento della durata di validità del documento stesso.

La semplice attenuazione minima di questi problemi viene già considerata come un risultato il cui carattere positivo viene addirittura enfatizzato.

Le nuove procedure, quelle avviate nel Dicembre 2006 col sistema postale, hanno dato luogo, finora, a fine settembre 2007, all’inoltro di un numero complessivo di domande di rilascio o rinnovo, quindi di tutta la modulistica suddivisa per le varie tipologie inoltrate attraverso poste italiane, che si aggira intorno ad un milione di domande.
A fronte di un milione di domande, il numero di permessi di soggiorno elettronici attivati, rilasciati o in corso di consegna, quindi già confezionati dal poligrafico dello Stato, è di 149 mila.
I permessi di soggiorno elettronici di cui è stata richiesta la produzione al poligrafico dello Stato è di 289 mila; per questi le questure hanno già terminato il loro lavoro, decretando il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.
La somma dei permessi attivati e di quelli per i quali è stata chiesta la produzione (sperando che avvenga tempestivamente) non raggiunge le 450 mila unità.

Quindi molto meno del 50% delle domande presentate dal dicembre scorso, a quasi un anno di distanza, ha trovato, o può sperare di trovare, in un tempo ragionevolmente breve, un riscontro in termini di rilascio del titolo di soggiorno.
Rispetto a questi primi dati, forniti dal Ministero, lo stesso rimarca un aumento sensibile del numero di permessi di soggiorno elettronici consegnati ai richiedenti.
Questo miglioramento sarebbe rappresentato dal fatto che, al 2 agosto, i permessi consegnati erano solo 50 mila, a fronte di 800 mila domande presentate (dati del Ministero), mentre al 24 settembre, su 1 milione di domande presentate, i permessi di soggiorno attivati sarebbero 149 mila. E’ strano come al 2 agosto le domande fossero 800 mila e al 24 settembre già 1 milione.
Si sottolinea quindi un certo balzo in avanti nella consegna dei permessi di soggiorno rispetto al numero di domande giacenti. In effetti il rapporto è modificato, anche sensibilmente, ma certamente non si tratta di un dato confortante.
Nel corso del tempo, su segnalazione degli enti di patronato, acquisendo tutte le informazioni relative alle distorsioni e alle inefficienze ed agli inceppamenti del sistema informatico venduto da Poste Italiane nell’ambito di questa convenzione, il Ministero dell’Interno ha adottato degli aggiustamenti che hanno consentito una riduzione delle domande anomale (che si fermavano o addirittura venivano perse).
Questi correttivi hanno permesso soprattutto di recuperare le prime fra le domande inviate con la nuova procedura, quelle più colpite da inceppamenti segnalati come “anomalie della pratica” e che invece corrispondevano per lo più ad anomalie o all’inadeguatezza del sistema utilizzato.
Questi correttivi ben avrebbero potuto essere adottati prima di estendere su scala nazionale questo sistema postale palesemente incompleto.

Ricordiamo che la sperimentazione del sistema postale per le pratiche di rinnovo/rilascio del permesso di soggiorno è stata fatta sulla carta in 5 province italiane per pochi mesi, ma con la lavorazione di un numero di pratiche assolutamente minimo rispetto al complesso di pratiche che si sarebbero successivamente lavorate con questa procedura.
Una sperimentazione quindi assolutamente inadeguata al fine di avviare con affidabilità il nuovo sistema.

Forniamo anche un altro dato: la mancata inclusione nel plico postale del bollettino di versamento dell’imposta dovuta per l’ottenimento del permesso di soggiorno elettronico ha bloccato circa 14 mila pratiche.
Questo è successo perché gli operatori non avevano adeguate istruzioni e quindi non hanno fornito agli utenti indicazioni affinché unissero al contenuto della busta anche il bollettino attestante l’avvenuto versamento della tassa per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno elettronico, comunque pagata.
In questo caso, è stato precisato nella riunione, l’invio della ricevuta del bollettino di versamento dell’imposta per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno elettronico deve essere effettuato direttamente al Centro Servizi Amministrativi di Poste Italiane – Viale Trastevere – mediante raccomandata.
Consigliamo agli interessati di conservare fotocopia con relativa ricevuta di spedizione e ricevuta di ritorno.

Per quanto riguarda gli altri casi: mancanza di documentazione, imprecisione o irregolarità nella compilazione dei moduli (quindi tutte le altre questioni che a causa della mancanza di adeguate istruzioni hanno dato luogo a inceppamenti delle pratiche o alla incompleta o irregolare compilazione delle pratiche) l’indicazione del Ministero dell’Interno, anche se a livello locale potrebbero essere adottate diverse soluzioni, è quella di considerare interlocutore esclusivo la Questura alla quale la domanda è stata originariamente inoltrata, anche nel caso in cui nel frattempo l’interessato avesse modificato la propria dimora o residenza: nella provincia di nuova residenza o dimora egli risulterebbe infatti uno sconosciuto alla locale questura.

In tutti questi casi dovrebbe valere la regola secondo la quale i documenti richiesti potranno essere forniti direttamente in occasione dell’appuntamento in Questura per la foto-segnalazione, salvo che nella lettera di convocazione siano date indicazioni di tipo diverso o più specifiche.

A questo riguardo ricordiamo che si è registrata una notevole quantità di pratiche andate perdute e di ulteriori ritardi nell’assegnazione degli appuntamenti per il foto-segnalamento ed il rilascio del permesso di soggiorno, a causa del mancato riscontro da parte di molti immigrati rispetto all’ sms o alla lettera di convocazione.
Da questo punto di vista ricordiamo che, se lo straniero interessato cambia indirizzo, c’è la necessità di tenere presente i riferimenti forniti alla Questura, gli unici che potranno essere utilizzati per questa incombenza.

Ancora sul permesso di soggiorno elettronico
Il Ministero dell’Interno ha in corso contatti con il Poligrafico dello Stato per la soluzione di un problema serio che riguarda la predisposizione del “permesso di soggiorno elettronico”.
A suo tempo, lo stesso Ministero ha dato istruzioni al Poligrafico dello Stato di predisporre un documento, il permesso di soggiorno elettronico, dall’esame del quale è però impossibile capire quale sia il tipo di permesso di soggiorno in possesso dell’interessato.
In altre parole, in questa specie di carta di credito, non si riesce a leggere in nessun modo se si tratta di permesso per lavoro, o per studio, o per motivi di protezione sociale, o cure mediche, o altre tipologie previste dalla legge e dai regolamenti.
Quindi lo stesso datore di lavoro, o candidato datore di lavoro, che intende verificare se può o non può assumere, con quale regime, e con quali prospettive di durata, uno straniero, non sa come regolarsi.
Allo stesso modo chi volesse affittare una casa, oppure un Istituto Bancario che volesse aprire un conto allo straniero non ha possibilità di conoscere la situazione del candidato cliente: se si tratti ad esempio di una persona che può soggiornare in modo precario, senza prospettive di proroga del permesso di soggiorno, o se invece di una persona che, astrattamente, ha di già o può consolidare la stabile posizione lavorativa e di soggiorno sul territorio italiano.
Al fine di ovviare agli inconvenienti connessi all’attuale struttura del permesso di soggiorno elettronico sembra che a Modena la Questura rilasci un documento cartaceo che accompagna il permesso di soggiorno elettronico, contenente le informazioni necessarie.
Dopo aver speso 30€ per il solo rilascio del permesso di soggiorno elettronico, dopo averlo ottenuto con molta fatica e dopo una lunga attesa, un immigrato è costretto a viaggiare con un documento cartaceo in aggiunta, che aumenta il lavoro burocratico e, presumibilmente, i tempi di attesa per tutti.
Un suggerimento pratico e di semplice realizzazione:
Siccome lo straniero ha interesse a conservare copia di tutta la documentazione che ha inoltrato alla amministrazione, e quindi anche la copia del kit postale di rinnovo, e della relativa ricevuta postale di spedizione, se il permesso di soggiorno elettronico non permette di dimostrare il tipo di soggiorno idoneo allo svolgimento di attività lavorativa regolare, si potrà consentire al candidato datore di lavoro di effettuare una verifica, mostrando sia il permesso elettronico, sia copia della modulistica a suo tempo inoltrata, anche se non è possibile con assoluta certezza tracciare la corrispondenza tra quel documento elettronico e la domanda presentata perché, in linea teorica, il motivo di soggiorno indicato potrebbe essere diverso da quello richiesto al tempo del rinnovo.
Questo può essere un rimedio per rappresentare la quasi certa affidabilità del documento elettronico e per rappresentare la idoneità di quel documento allo svolgimento di attività lavorativa.

L’invio telematico delle domande relative ai flussi di ingresso
E’ in corso di realizzazione un programma per l’invio telematico delle domande relative ai flussi di ingresso.
Non c’è un in questo momento un Decreto Flussi aperto, non ci sono quote da assegnare, salvo quelle per lavoro stagionale, per le quali sono ancora disponibili dei posti, ma per quanto riguarda il Decreto Flussi che moltissimi stanno aspettando, visto che di sanatoria neppure si parla, non ci sono novità.
ll Ministero dell’Interno sta approntando un programma che permetterà, o dovrebbe permettere, per meglio dire, di gestire in modo più razionale e rapido le domande che saranno inoltrate quando sarà emanato il prossimo Decreto Flussi.
Non è possibile sapere se sarà emanato nel corso del 2007 o nel 2008, ma non mancheremo di informare i lettori.
Tornando alla procedura in preparazione ci si augura che non ci siano errori come quelli descritti sopra.
La nuova procedura dovrebbe escludere completamente il sistema postale.
Dovrebbe essere superato anche il sistema cartaceo, e quindi, l’inoltro delle domande, dovrebbe avvenire esclusivamente per via informatica, con possibilità di utilizzo, sia da parte dei singoli utenti, come di imprese o di associazioni di categoria.
Come funzionerà questa procedura non è ancora noto, e nemmeno come la procedura potrà prevenire gli incidenti di percorso che si sono verificati per il fatto che l’utilizzo del decreto flussi si è trasformato in una gara in cui molti non seguono le regole del gioco per arrivare primi.
Se questa nuova procedura darà o non darà delle sufficienti garanzie di trasparenza per assicurare una competizione almeno leale in una gara di velocità in cui vi sono molte domande e pochissimi posti disponibili, ancora non è noto, poiché il Ministero non ha ancora fornito informazioni sul futuro funzionamento del sistema.

Inoltre, una cosa è parlare di quote relative alle tipologie di permesso rinnovabile, altro è parlare delle sole quote finalizzate al rilascio del permesso di soggiorno di tipo stagionale, che, nonostante siano a disposizione da diversi mesi, ancora non sono esaurite.
Come è noto, le quote di ingresso per lavoro stagionale, interessano certo il mercato del lavoro, ma non sono considerate appetibili quanto quelle per ingresso a tempo determinato o indeterminato, che consentono il rilascio di un permesso di tipo rinnovabile.
Ben oltre il 90% delle persone che utilizzano le quote, è cosa risaputa, sono già in Italia, in condizioni irregolari, e quindi, ambiscono ad un permesso rinnovabile e non certo temporaneo, dovendo anche correre il rischio di un viaggio clandestino a ritroso per andare a prendere il visto (il che spiega anche perché le quote per lavoro stagionale sono considerate meno appetibili, dal momento che tocca rischiare comunque e affrontare costi e disagi in cambio di un permesso soltanto temporaneo e non rinnovabile).
La competizione così serrata nel caso delle quote per i permessi a tempo indeterminato richiede che il sistema di utilizzo di queste quote sia sufficientemente trasparente e che consenta a chi lo utilizza di non sentirsi frodato e portato a rimanere irregolare.