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Aggiornamento sul Cpt di Gradisca

Intervista a Cristian dello Sportello degli “Invisibili” di Monfalcone

Lunedì 13 settembre il Ministro degli Interni Pisanu si è recato in Friuli Venezia Giulia per avere un incontro con il Presidente della regione, Illy, dedicato pricipalmente alla costruzione del Cpt di Gradisca. La costruzione di questo nuovo luogo di detenzione per migranti è, infatti, proceduta a ritmi serrati per tutta l’estate ed in tempi brevissimi potrebbe arrivare ad essere ultimata.

Numerose sono state le azioni di boicottaggio e smontaggio intraprese dal Movimento degli Invisibili-Rete precariato sociale per evitare che il Cpt di Gradisca, il più grande d’Italia, venga costruito. Ora si parla di destinare tale luogo anche ai richiedenti asilo.
Abbiamo chiesto a Cristian dello Sportello degli Invisibili di Monfalcone un’analisi e un commento sulla situazione.

Risposta: Il centro è diventato in questi giorni, oltre che centro di detenzione con 200 posti per la detenzione vera e propria dei migranti in attesa dell’espatrio, anche centro di accoglienza ed identificazione dei richiedenti asilo, dei rifugiati.
Questo è un salto qualitativo che è stato spinto da qualcuno che evidentemente non vede l’ora di lucrare e far dei soldi sulle spalle dei migranti, magari dicendo anche che sono degli enti caritatevoli e altro. Stiamo cercando di capire bene che tipo di meccanismi, che tipo di convenzioni siano state fatte in queste settimane, per riuscire ad avere un quadro più completo.
Ieri, il Ministro Pisanu – arrivato in fretta e furia blindando tutta la città per una settimana intera e mobilitando i reparti della finanza e della polizia – è venuto a Gorizia ed ha avuto un incontro con il Presidente della Regione, Illy, con il Presidente della Provincia, Brandolin, con il Sindaco di Gradisca, Tommasini, oltre che con il Sindaco di Gorizia, Brancati. Questo incontro è stato totalmente dedicato al Centro di detenzione di Gradisca. Ufficialmente Brandolin, Presidente della Provincia, sta spedendo un telegramma al giorno al Ministro degli Interni Pisanu ed al Presidente Berlusconi per chiedere che non venga costruito questo Cpt. Ma il Ministro ha detto a chiare lettere che a Gradisca si farà un centro di detenzione, affiancando un centro di accoglienza e identificazione per richiedenti asilo. In tutto saranno 400 posti, tutti interni a questo muraglione, a questa rete, a questa gabbia.
Già ci sono dei corsi di formazione per personale della Croce Rossa, ci sono nuovi arrivi di poliziotti dell’Ufficio Stranieri: c’è, in generale, un cambiamento anche del clima politico. Noi avevamo avvertito da subito che il fatto di avere un Cpt in costruzione o attivo sul territorio avrebbe peggiorato una situazione già di per sé pesante con la presenza della frontiera: militarizzazione, una Questura iperblindata che fa le pulci ad ogni migrante che viene da un’altra provincia, o che magari ha avuto, in passato, qualche problema, e, quindi, ciò significa un aumento dei problemi per le famiglie e per i lavoratori stranieri. Una precarizzazione e un’insicurezza sociale che avanza man mano che stanno concludendo questo Cpt, appunto in un territorio in cui, con la presenza della frontiera, è difficile vivere, nonostante ci sia ancora chi come noi tenta di opporsi, in maniera pratica, ad un tipo di volontà, ad un tipo di disegno che vuole il Friuli Venezia Giulia e, in generale, la fascia confinaria come una grossa caserma a cielo aperto.
Ultimo dato di nota, emerso nei quotidiani, è questo: sembra che il Presidente Illy, come ultima scappatoia, abbia proposto di costruire il Cpt in Veneto, a Treviso poiché là c’è Gentilini. È curioso come questo sia il solo lumino che tenta il governatore del Friuli per tenere viva la speranza…