Progetto Melting Pot Europa
Per la promozione dei diritti di cittadinanza

redazione@meltingpot.org

Dona ora!
English | Français | Español
Salviamo Melting Pot! Da 25 anni online per i diritti

Salviamo Melting Pot! Da 25 anni online per i diritti

English | Español | Français

#Lesvoscalling

Una campagna solidale per la libertà di movimento

Iniziativa formativa

Il diritto all’iscrizione anagrafica dei cittadini non comunitari

Venerdì 16 aprile 2021 in modalità online

SANS-PAPIERS

Home sans-papiers

Normativa

Archivio e guida legislativa
Guida legislativa
Testo Unico Immigrazione
Regolamento di attuazione
Normativa italiana
Normativa europea
Giurisprudenza italiana
Giurisprudenza europea
Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Consulta le schede

DIRITTI DI CITTADINANZA

Home cittadinanza
Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Approfondimenti
Comunicati stampa e appelli
Incontri informativi e formativi
Interviste
Notizie
Rapporti e dossier
Reportage e inchieste
Tesi di laurea, ricerche e studi
Traduzioni
Video
Immagini
Audio

Rubriche

Spazi di significati
Speciale Sanatoria 2020
Leggi Salvini
Campagna Lesvos calling
Around Europe
Questione asilo
Speciale CPR - CIE
A proposito di Accoglienza
Confini e frontiere
Il punto di vista dell’operatore
In mare
Papers
Speciale Hotspot
Un mondo, molti mondi
Radio Melting Pot
Voci dal Sud
Migrarte
Archivio delle Rubriche

Ricerca

Argomenti sans-papiers
Argomenti cittadinanze
Tag geografiche

Chi siamo

Il progetto
Sostienici
Assegnaci il tuo 5‰
Servizi
Formazione Melting Pot
Aiutaci a tradurre
Autori e traduttori
Avvocati
Collabora
Seguici
Contatti

Tweet di @MeltingPotEU
Home » Cittadinanze » Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Versione per la stampa
Rubriche: Racconti di vita, Confini e frontiere

“Aiuterò le altre ragazze afgane affinché possano studiare, le renderò libere di volare e librarsi in aria come uccelli”

La lettera di Parisa Fatehi, 15 anni, dal campo di Moria sull’isola greca di Lesbo

Una commovente lettera che due attiviste, Arianna e Holly, hanno ricevuto mentre con la loro associazione - Support and Sustain Children - portavano aiuti umanitari nel campo di Moria, a Lesbo.

Io sono un’immigrata afgana, ho 15 anni.
Ho lasciato il mio paese quando ne avevo poco meno di dieci per trasferirmi, da sola, in Iran. Poiché la legge vigente in Iran lo permetteva, nonostante fossi molta piccola, ho cominciato sin da subito a lavorare.

Un anno e mezzo fa ho deciso di raggiungere l’Europa insieme a mia madre e ai miei fratelli con cui nel frattempo mi ero ricongiunta.
La prima tappa del mio viaggio è stata la Turchia, dove siamo arrivati oltrepassando il confine iraniano. E’ stato un viaggio estenuante che ci ha portato al limite delle nostre forze. Ma la nostra volontà di farcela e la nostra determinazione è stata più forte del freddo che abbiamo patito nel varcare il passo di Rawiyan, ci ha permesso di scalare le montagne ostili sepolte dalla neve che ci copriva le gambe.
Ricordo che ciò che temevo più di frequente era che mio fratello piccolo, di poco più di un anno, potesse piangere. Che il suono della sua voce nella notte potesse attirava l’attenzione della polizia di frontiera, lungo il tortuoso sentiero gelato che abbiamo percorso per sei ore prima di raggiungere i primi villaggi turchi.
Dopo aver sostato nella città di Van [1] ci siamo finalmente diretti verso Istanbul dove siamo rimasti per due settimane. Abbiamo patito il freddo e la cattiveria dei trafficanti che, nonostante le temperature molto basse, si rifiutavano persino di lasciare aperto il riscaldamento. Per non morire congelati e sopravvivere abbiamo dormito in sette coricati nello stesso spazio, scaldandoci con il nostro calore corporeo.

Quando è arrivato il momento di partire per la Grecia, abbiamo raggiunto delle colline lungo la costa che dopo tre giorni abbiamo abbandonato per salire a bordo di una piccola imbarcazione in balia delle onde dell’Egeo e del suo vento.
Era un anno fa, eravamo cinquantacinque persone a bordo, la maggior parte di noi donne e bambine. Ricordo la paura di mia madre, poiché era la prima volta che saliva a bordo di una nave. Ripeteva di continuo il nome di Dio, lo facevo anch’io. L’ho ringraziato a lungo per averci permesso di raggiungere l’isola di Lesbo.
Dopo primo passo mosso sulla terraferma, ognuno di noi cercava il suo vicino per poterlo abbracciare, eravamo felici, credevamo di essere riusciti a lasciarci dietro le spalle i nostri problemi. Tutti noi afgani eravamo convinti di avercela fatta una volta lasciata la Turchia.
Quanto ci sbagliavamo! Eravamo solo all’inizio di un nuovo capitolo della nostra storia che ci avrebbe portato altro dolore. Avevamo questa immagine dell’Europa così gloriosa e così ricca, così sbagliata!

Oggi viviamo, dopo un anno, ancora a Lesbo nel campo di Moria. La sola concessione che ci è stata fatta è stato un ricovero dove poter dormire, ma non una casa dove vivere e sentirci sereni per ricominciare a costruire un futuro. Solo il pianto dei miei occhi continua a riuscire a tranquillizzare il mio cuore.
Siamo cinque famiglie, eppure c’è spazio per dormire appena per nove persone. Quando i miei fratellini fanno anche solo un po’ di rumore i vicini si lamentano, costringendo mia madre a farli smettere picchiandoli. Lei è nervosa, è stanca, il troppo rumore la infastidisce al punto tale da picchiarci.

Qual è il mio desiderio?
La speranza più forte è che ognuno di noi possa un giorno arrivare nel paese che desidera, spero che anche la mamma possa riabbracciare mio fratello residente in Germania che non vede da tre anni.
Anche se le cose qui non vanno, sono contenta lo stesso. Sono cosciente del fatto che sia qui il mio futuro. Voglio restare perché i bambini non sono costretti a lavorare, tutti hanno la possibilità di studiare e nessuno è costretto all’analfabetismo.
Non c’è tirannia o oppressione o differenza fra uomo o donna, qui posso non temere che la mia famiglia scelga di non farmi studiare da grande.

Il mio sogno è studiare, diventare una scrittrice brava come Khaled Hoseini che spero un giorno di potere incontrare da vicino. E’ per questo motivo che ho deciso di raggiungere l’Europa, per avere la possibilità di frequentare una scuola. Vorrei che anche i miei fratelli avessero la possibilità di farlo, per non restare analfabeti come i nostri genitori costretti a lavorare come ambulanti per tutta la vita.

Amo scrivere storie che hanno come protagonista la sirenetta e riprodurle per farle avere ad altre persone.
Farò del mio meglio per imparare la lingua inglese, talmente bene da utilizzarla per scrivere i miei racconti. Sosterrò le altre ragazze afghane, le aiuterò con tutti i mezzi che avrò a disposizione affinché possano studiare, le aiuterò a diventare libere di volare e librarsi in aria come uccelli.

Parisa Fatehi

Assegna il tuo 5‰ al Progetto Melting Pot!

Note

[1] Van è una città turca situata nei pressi del confine turo orientale.

Vedi anche

  • Accordo UE-Turchia: nel 2018 trasferite 12.000 persone
  • Grecia, i rifugiati minorenni non accompagnati alle prese con le gravi lacune nei servizi
  • Io non ho sogni | L’accordo UE - Turchia: genesi, applicazione, criticità a due anni di distanza
  • Grecia: le due facce delle migrazioni
  • Vulnerabili e abbandonati: un report di Oxfam denuncia le condizioni “disumane” dei campi nelle isole greche
  • Grecia - A Diavata (nord Salonicco) un nuovo campo informale. Vogliono raggiungere il confine greco-macedone
  • Grecia - La carovana della speranza bloccata a Diavata
  • Grecia - Il campo informale a Diavata si svuota
  • Per favore, Europa - considera le competenze dei rifugiati come me una risorsa
  • Open Arms: da 5 giorni fuori dal porto di Mitilini, Lesbo, senza poter attraccare e consegnare gli aiuti umanitari a bordo
  • Bambini rifugiati e migranti in Europa: accompagnati, non accompagnati e separati: panoramica delle tendenze
[ 31 marzo 2019 ]
Sostieni il Progetto Melting Pot Europa!
Dona almeno 1€ - Inserisci l'importo:
Foto di Andrea Palmucci

TAG

ARGOMENTI:
Accoglienza, Diritto di asilo, Grecia e immigrazione, Lesvos, Migrazioni, Minori e Minori Stranieri Non Accompagnati
GEOTAG:
Grecia, Isola di Lesvos

Chi siamo

  • Il progetto
  • Sostienici
  • Assegnaci il tuo 5‰
  • Servizi
  • Formazione Melting Pot
  • Aiutaci a tradurre
  • Autori e traduttori
  • Avvocati
  • Collabora
  • Seguici
  • Contatti

Sans papier

Normativa

  • Archivio e guida legislativa
  • Guida legislativa
  • Testo Unico Immigrazione
  • Normativa italiana
  • Normativa europea
  • Giurisprudenza italiana
  • Giurisprudenza europea
  • Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Cittadinanze

  • Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
  • Approfondimenti
  • Comunicati stampa e appelli
  • Incontri informativi e formativi
  • Interviste
  • Notizie
  • Rapporti e dossier
  • Reportage e inchieste
  • Tesi di laurea, ricerche e studi
  • Traduzioni
  • Video
  • Immagini
  • Audio

Rubriche

  • Speciale Sanatoria 2020
  • Leggi Salvini
  • Campagna Lesvos calling
  • Around Europe
  • Questione asilo
  • Speciale CPR - CIE
  • A proposito di Accoglienza
  • Confini e frontiere
  • Il punto di vista dell’operatore
  • In mare
  • Papers
  • Speciale Hotspot
  • Un mondo, molti mondi
  • Radio Melting Pot
  • Voci dal Sud
  • Migrarte
  • Archivio delle Rubriche

Ricerca

  • Argomenti sans papiers
  • Argomenti cittadinanza
  • Tag geografiche

Social

facebook

twitter

telegram

youtube

rss

TELE RADIO CITY s.c.s.

Onlus
P.I. 00994500288
Iscr. Albo Soc. Coop.
n. A121522

CREDITS

web design HCE s.r.l.

2003-2021
creative commons

Cookies
Privacy Policy

Melting Pot è una testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Padova in data 15/06/2015 n. 2359 del Registro Stampa.