Progetto Melting Pot Europa
Per la promozione dei diritti di cittadinanza

redazione@meltingpot.org

Dona ora!
English | Français | Español
Salviamo Melting Pot! Da 25 anni online per i diritti

Salviamo Melting Pot! Da 25 anni online per i diritti

English | Español | Français

#Lesvoscalling

Una campagna solidale per la libertà di movimento

Iniziativa formativa

Il diritto all’iscrizione anagrafica dei cittadini non comunitari

Venerdì 16 aprile 2021 in modalità online

SANS-PAPIERS

Home sans-papiers

Normativa

Archivio e guida legislativa
Guida legislativa
Testo Unico Immigrazione
Regolamento di attuazione
Normativa italiana
Normativa europea
Giurisprudenza italiana
Giurisprudenza europea
Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Consulta le schede

DIRITTI DI CITTADINANZA

Home cittadinanza
Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Approfondimenti
Comunicati stampa e appelli
Incontri informativi e formativi
Interviste
Notizie
Rapporti e dossier
Reportage e inchieste
Tesi di laurea, ricerche e studi
Traduzioni
Video
Immagini
Audio

Rubriche

Spazi di significati
Speciale Sanatoria 2020
Leggi Salvini
Campagna Lesvos calling
Around Europe
Questione asilo
Speciale CPR - CIE
A proposito di Accoglienza
Confini e frontiere
Il punto di vista dell’operatore
In mare
Papers
Speciale Hotspot
Un mondo, molti mondi
Radio Melting Pot
Voci dal Sud
Migrarte
Archivio delle Rubriche

Ricerca

Argomenti sans-papiers
Argomenti cittadinanze
Tag geografiche

Chi siamo

Il progetto
Sostienici
Assegnaci il tuo 5‰
Servizi
Formazione Melting Pot
Aiutaci a tradurre
Autori e traduttori
Avvocati
Collabora
Seguici
Contatti

Tweet di @MeltingPotEU
Home » Cittadinanze » Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Versione per la stampa

Tutte le versioni di questo articolo: [Español] [italiano]

Rubrica: Confini e frontiere

Al di là del bene e del mare: la criminalizzazione della solidarietà e i respingimenti illegali sulla Eastern Route

Intervista a Philipp Hahn - capitano e capo missione della Sea Watch e di Mare Liberum

Dal 10 ottobre due attivist* della campagna Lesvos calling sono sull’isola hotspot greca simbolo, suo malgrado, del fallimento delle politiche europee in tema di migrazione e diritti fondamentali.

Lesvos, 14 ottobre 2020 - “Ho voluto darvi appuntamento qui perché è proprio qui che i fascisti ci hanno attaccato”. Philipp Hahn - capitano e capo missione della Sea Watch e di Mare Liberum ci accoglie sulla spiaggia di Skala Loudron. Le grandi lettere bianche risaltano sul fianco metallico rimandano immediatamente ad uno dei primi libri sul diritto internazionale. E’ l’unica imbarcazione ormeggiata, la “Mare Liberum".

“Ciascuno è libero, per diritto delle genti, di viaggiare sul mare in quei luoghi e presso quelle Nazioni che a lui piaccia” - Ugo Grozio, Mare Liberum

Saliamo. La nave veniva utilizzata inizialmente per le operazioni di ricerca e soccorso, ma le piccole dimensioni e l’età dell’imbarcazione, che supera i cent’anni, hanno fatto sì che venisse destinata alle missioni di monitoraggio della cosiddetta “Eastern Route”, la rotta migratoria che collega la penisola turca alle porte dell’Europa.

Quello che però doveva essere un semplice lavoro di ricognizione, in breve tempo si è trasformato in un potente strumento di denuncia: la Mare Liberum infatti, è stata in grado di documentare le numerose pratiche inumane e illegali messe in atto dalla guardia costiera greca, dall’agenzia Frontex e persino dalla NATO. Sono almeno 7.300 persone le persone respinte al largo dallo scorso marzo. Il copione è sempre lo stesso: i gommoni, dopo aver raggiunto faticosamente le acque territoriali greche, vengono intercettati dalle navi militari europee, privati del motore e spinti in mano alle autorità turche.

A rendere ancora più turbolenta la stretta lingua di mare che divide la Grecia dalla Turchia è la prassi grottesca che le autorità greche hanno messo a punto durante i mesi estivi.

Una volta intercettati i gommoni, la guardia costiera ellenica stipa i migranti all’interno delle zattere di salvataggio, spingendoli alla deriva fino alla presa in consegna da parte della Turchia.

Lo stesso procedimento viene messo in atto anche quando le precarie imbarcazioni di migranti riescono ad attraccare sulle coste greche, con la polizia che dà vita a una vera e propria caccia all’uomo e che termina con il solito epilogo: l’abbandono in mezzo al mare e la riconsegna alla Turchia.

Nelle ultime settimane la criminalizzazione delle ONG attive nel supportare i migranti nelle isole dell’Egeo nord-orientale, si è fatta sempre più pressante.

Il 5 settembre la Mare Liberum è stata fermata e perquisita dalle autorità di polizia di Atene, che hanno sequestrato computer e cellulari dell’equipaggio. Quindici giorni dopo, una conferenza stampa della polizia di Mitilene ha reso noto che 35 persone, di cui 33 membri di quattro diverse ONG, erano indagati per una serie di reati gravissimi che spaziano dal traffico di esseri umani allo spionaggio, associazione a delinquere, violazione di segreti di Stato e del codice dell’immigrazione.

Greek authorities are investigating 4 NGOs and 35 ppl for human trafficking, forming a criminal organization & espionage. To not put our crew members or our organisation at risk, we will stop operating from the Mare Liberum for now. Full statement: https://t.co/BHP7zCgQkn pic.twitter.com/514n1KcrFy

— Mare Liberum e.V. (@teammareliberum) October 9, 2020

A fianco delle persecuzioni giudiziarie si trovano anche le aggressioni messe in atto dai neofascisti sull’isola. Durante il mese di febbraio gruppi di estremisti hanno inseguito l’equipaggio fino al porto in cui la nave era ormeggiata, lanciando pietre e minacciando di bruciare l’imbarcazione. Nonostante la recente condanna di Alba Dorata le aggressioni di stampo nazifascista, non accennano a diminuire e risultano essere tuttora all’ordine del giorno.

Non di soli pushbacks vive però l’Unione Europea.

La frontiera dell’Europa fortezza si dilata nel tempo e nello spazio, criminalizzando gli attivisti e peggiorando sempre più le condizioni di vita delle persone che dopo l’agognato sbarco finiscono nei campi.
Quanto è accaduto dopo l’incendio di Moria ne è la conferma.

Il nuovo campo governativo allestito sulla spiaggia, in meno di una settimana è finito allagato due volte. Ogni angolo risulta completamente militarizzato, con pattuglie in assetto antisommossa che si alternano giorno e notte per controllare le 8000 persone che vivono all’interno.

Esempi virtuosi di prima accoglienza vengono invece gradualmente smantellati: il campo di Kara Tepe - gestito dalla municipalità di Mitilini - entro la fine dell’anno dovrà essere chiuso mentre Pikpa, il campo autogestito dall’organizzazione Lesvos Solidarity, sta vivendo la minaccia di sgombero imminente. Sebbene le intenzioni del governo siano chiare ed inequivocabili, la determinazione degli attivisti e dei solidali di tutto il mondo riescono ad aprire alcuni spiragli di speranza.

Mercoledì 14 ottobre è giunta la notizia che il ministero ha temporaneamente sospeso le operazioni di evacuazioni in seguito alle numerose pressioni ricevute: “Per il governo non può esistere un’accoglienza senza polizia e filo spinato. Per noi invece è possibile. - hanno dichiarato gli attivisti - e per questo continueremo a lottare".

Iscriviti al canale Telegram di Melting Pot Europa

Vedi anche

  • “Mamma, prendi il giaccone. A Moria fa freddo”. La chiusura di Pikpa e la crociata del governo greco contro i più vulnerabili
  • Cronache da Lesbo, dove l’Europa fallisce ancora una volta
  • La campagna Lesvos calling torna a Lesvos
  • Le organizzazioni per i diritti umani chiedono che la Grecia indaghi sui respingimenti e le violenze ai suoi confini
  • Il prezzo della solidarietà
  • Violenze ai confini greci. Ottobre 2020
[ 15 ottobre 2020 ]
Sostieni il Progetto Melting Pot Europa!
Dona almeno 1€ - Inserisci l'importo:
Philipp Hahn

TAG

ARGOMENTI:
#Lesvoscalling, Confine tra Grecia e Turchia, Europa, Grecia e immigrazione, Lesvos, Respingimenti, Solidarietà e attivismo, Video
GEOTAG:
Grecia, Isola di Lesvos, Isole Egee, Mar Egeo
TIPO DI ARTICOLO:
Interviste

Chi siamo

  • Il progetto
  • Sostienici
  • Assegnaci il tuo 5‰
  • Servizi
  • Formazione Melting Pot
  • Aiutaci a tradurre
  • Autori e traduttori
  • Avvocati
  • Collabora
  • Seguici
  • Contatti

Sans papier

Normativa

  • Archivio e guida legislativa
  • Guida legislativa
  • Testo Unico Immigrazione
  • Normativa italiana
  • Normativa europea
  • Giurisprudenza italiana
  • Giurisprudenza europea
  • Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Cittadinanze

  • Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
  • Approfondimenti
  • Comunicati stampa e appelli
  • Incontri informativi e formativi
  • Interviste
  • Notizie
  • Rapporti e dossier
  • Reportage e inchieste
  • Tesi di laurea, ricerche e studi
  • Traduzioni
  • Video
  • Immagini
  • Audio

Rubriche

  • Speciale Sanatoria 2020
  • Leggi Salvini
  • Campagna Lesvos calling
  • Around Europe
  • Questione asilo
  • Speciale CPR - CIE
  • A proposito di Accoglienza
  • Confini e frontiere
  • Il punto di vista dell’operatore
  • In mare
  • Papers
  • Speciale Hotspot
  • Un mondo, molti mondi
  • Radio Melting Pot
  • Voci dal Sud
  • Migrarte
  • Archivio delle Rubriche

Ricerca

  • Argomenti sans papiers
  • Argomenti cittadinanza
  • Tag geografiche

Social

facebook

twitter

telegram

youtube

rss

TELE RADIO CITY s.c.s.

Onlus
P.I. 00994500288
Iscr. Albo Soc. Coop.
n. A121522

CREDITS

web design HCE s.r.l.

2003-2021
creative commons

Cookies
Privacy Policy

Melting Pot è una testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Padova in data 15/06/2015 n. 2359 del Registro Stampa.