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Alcuni consigli utili in vista dell’emanazione del decreto flussi 2005

Diamo qualche aggiornamento sull’imminente pubblicazione del decreto flussi 2005 pur sempre basandoci su notizie che sono attendibili fino ad un certo punto perché il Ministero del Lavoro ancora non ha né pubblicato il decreto flussi né diramato istruzioni precise.
Si lavora e si ragiona quindi sulla base di indiscrezioni che comunque sembrano fondate perché ormai da parte degli uffici provinciali del lavoro (D.P.L) – sia pure in modo non ufficiale – si conferma in larga parte l’impianto già previsto della procedura di autorizzazione all’ingresso dall’estero per i lavoratori stranieri.

E’ considerato ormai pacifico che il decreto flussi per i cittadini extracomunitari riguarderà complessivamente 79.500 ingressi, lo stesso numero che è stato autorizzato nel 2004.
E’ stato anche confermato che contemporaneamente alla pubblicazione del decreto flussi per i cittadini extracomunitari ci sarà anche la pubblicazione di un decreto flussi specifico per i neocomunitari che dovrebbe prevedere quote che si aggirano attorno allo stesso numero, cioè 70-80 mila unità complessive.
Importante è vedere come saranno suddivise queste quote: tra gli ingressi per il lavoro stagionale, con la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno non rinnovabile, e il lavoro a tempo determinato o indeterminato, con la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno che sarà rinnovabile direttamente in Italia.
E’ altresì fondamentale capire se verranno suddivise queste quote per le varie tipologie di lavoro e quindi se ci sarà eventualmente una parte riservata alle “badanti”, o più in generale alle persone che prestano attività di collaborazione domestica, e quale parte sarà riservata ai settori produttivi, ovvero ai lavoratori operanti nelle aziende.
Da verificare sarà anche la divisione tra nazionalità beneficiarie di quote riservate e tutte le altre nazionalità, e quindi se saranno aggiunti nuovi paesi alla lista di quelli che beneficiano di quote più o meno grandi, riservate ai soli cittadini provenienti da quei paesi con i quali l’Italia ha stipulato contratti di cooperazione in materia di immigrazione. Viene da pensare che a questo punto – per coerenza e per un minimo di equità nello “scambio” – il governo dovrebbe riservare una buona parte di quote alla Libia, vista la collaborazione avuta per i rimpatri !

E’ praticamente confermato che le domande verranno presentate esclusivamente attraverso il servizio postale, con inoltro in busta chiusa della modulistica compilata e completata di tutti i documenti di cui si prescrive la allegazione. I servizi postali a cui ci si deve rivolgere devono essere muniti di una macchina affrancatrice in grado di rilasciare una ricevuta da cui risulta attestato il giorno l’ora, il minuto e il secondo di invio della spedizione. Questo perché la graduatoria nell’utilizzo delle quote, anche se suddivisa per tipologie e nazionalità, sarà impostata sulla base dell’ordine d’arrivo delle domande, quindi è essenziale che si partecipi a questa “gara” con la consapevolezza che chi solo chi arriva fra i primi vince.

Il governo sarebbe intenzionato a comunicare in anticipo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale in modo che tutti sappiano esattamente a partire da quale giorno potrà avere inizio la “gara” nel presentare la domanda.
Non è stato ancora chiarito se la domanda dovrà essere presentata all’ufficio postale del luogo di residenza o della provincia in cui ha sede la ditta datrice di lavoro o se potrà essere fatta partire da qualsiasi ufficio postale.

Per quanto riguarda i requisiti e le condizioni che devono essere assicurate con la presentazione della domanda, non abbiamo ancora delle precisazioni, perché questa famosa circolare del Ministero del Lavoro che dovrebbe con anticipo comunicare la data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e fornire agli uffici periferici e ai diretti interessati le istruzioni relative, ancora non è stata emanata.
Il rischio è che possano essere richiesti da parte del Ministero del Lavoro documenti o requisiti particolari che i diretti interessati non avevano predisposto e quindi potrebbe far perdere tempo e far arrivare in ritardo nella consegna.

Il certificato di idoneità dell’alloggio
Per ragioni di prudenza cerchiamo di consigliare a tutti gli interessati di preparare tutta la possibile documentazione che potrebbe essere richiesta per inoltro della domanda in modo da averla pronta per qualsiasi eventualità nel caso in cui il Ministero ritenga – all’ultimo momento -di pretendere condizioni diverse.

La modulistica che è stata predisposta in questi ultimi tempi da diverse D.P.L è da prendere con cautela. Le D.P.L hanno dimostrato diligenza e scrupolo nel dare prime indicazioni e disporre già la modulistica ma ciò non toglie che il Ministero del Lavoro potrebbe all’ultimo momento prescrivere condizioni poco o tanto diverse da quelle che sono state già previste dalle D.P.L.

A tal riguardo avevamo già ricordato, ad esempio, che in occasione del decreto flussi per l’anno 2004 la D.P.L di Vicenza aveva richiesto (come documento da presentare a pena di inammissibilità della domanda unitamente alla domanda stessa) il famoso certificato di idoneità dell’alloggio rilasciato dal competente ufficio tecnico comunale o dalla competente ASL.
La DPL di Vicenza non si accontentava più della semplice autocertificazione rilasciata dal datore di lavoro in cui si attestava che il lavoratore avrebbe fruito di un alloggio idoneo in base ai parametri stabiliti dalle leggi sull’edilizia residenziale pubblica con la semplice indicazione dell’ubicazione dell’alloggio.
A conferma di questo citiamo la modulistica recentissimamente predisposta dalla DPL di Padova (per ditte, per colf e bedanti) che per la prima volta prescrive che unitamente alla domanda sia presentata (oltre all’autocertificazione di disponibilità d’alloggio, al documento che attesta il titolo di possesso dell’alloggio come il contratto d’affitto o l’atto di proprietà dell’alloggio) anche l’attestazione comunale di idoneità d’alloggio o il certificato di idoneità igienico–sanitaria rilasciata dall’ASL competente per territorio.

In questo modo la D.P.L di Padova si è uniformata per l’anno 2005 all’orientamento – più farraginoso dal punto di vista burocratico – assunto già l’anno scorso dalla D.P.L di Vicenza e non è detto che altre D.P.L non si allineino sulla medesima posizione, come pure è possibile che lo stesso Ministero del Lavoro con la circolare che dovrà emanare imponga in via generale per tutto il territorio nazionale che le domande debbano essere presentate (pena la non ammissione) con allegato questo certificato.
Lo diciamo in anticipo proprio perché sappiamo che ci possono essere tempi di attesa più o meno lunghi a seconda del Comune, per il rilascio effettivo di questo certificato.
Consigliamo dunque a tutti, se non altro per prudenza ed anche se potrà successivamente non risultare indispensabile, di attivarsi immediatamente per richiedere al competente ufficio tecnico comunale o all’Azienda Sanitaria Locale competente per territorio il certificato di idoneità dell’alloggio di cui si prevede l’assegnazione o l’utilizzo da parte del lavoratore candidato all’assunzione.

Facciamo tutte queste considerazioni rispetto alla documentazione da presentare perché è probabile – anche se non ancora specificato ufficialmente – che venga stabilito che se la domanda non viene presentata corredata da tutti i documenti prescritti venga considerata inammissibile, quindi come non presentata.

Rispetto a questo problema sappiamo che in passato c’era stato in più occasioni il riconoscimento della possibilità di integrare successivamente la documentazione mancante tenendo buono l’ordine di arrivo della domanda così come presentata, anche se incompleta. Ma in questo momento non possiamo confermare che questa possibilità permanga anche per il decreto flussi per l’anno 2005. infatti potrebbe essere stabilito con lo stesso decreto – ancora sconosciuto a tutti – che la domanda non completamente documentata possa essere considerata inammissibile quindi scartata senza possibilità di integrazione successiva.
D’altra parte è possibile che se anche fosse riconosciuta la possibilità di integrazione della domanda venga considerata nell’ambito della graduatoria dell’ordine di arrivo solo a partire da quando i documenti vengono integrati, quindi con evidente ritardo ed inutilità della domanda stessa, perché presentarla completa quando le quote sono già assorbite dalle domande precedenti non avrebbe più senso.

Il contratto di lavoro
Oltre alla domanda di assunzione dall’estero, il datore di lavoro deve presentare alla DPL – sempre tramite spedizione postale – il contratto individuale di lavoro.
Si tratta di un modulo (scaricabile dal sito o direttamente reperibile presso le sedi della D.P.L) che si prevede debba essere firmato non solo dal datore di lavoro – che si trova in Italia – ma anche dal lavoratore che dovrebbe trovarsi all’estero. Si prevede quindi che il datore di lavoro prima di inoltrare la domanda provveda a trasmettere il contratto di lavoro già compilato, al lavoratore all’estero affinché questi provveda a sottoscriverlo firmandolo e a rinviarlo tempestivamente al datore di lavoro.
Questo non comporta particolari difficoltà tecniche perché anche tramite fax è possibile inviare il modulo già compilato domandando al lavoratore di firmarlo e di rispedirlo tramite posta o possibilmente via corriere (per ragioni evidenti di celerità). Tale contratto individuale compilato e firmato dal datore di lavoro e dal lavoratore verrà poi allegato alla domanda di assunzione e, in seguito alla concessione del visto di ingresso, questo contratto dovrà essere ulteriormente firmato dal lavorare giunto nel frattempo in Italia. Ma potrebbe anche accadere che la domanda venga considerata inammissibile perché mancante della copia del contratto firmata preventivamente dal lavoratore.
Per prudenza consigliamo agli interessati di compilare il contratto individuale e predisporne la sottoscrizione da parte del lavoratore dal proprio paese di residenza.

La fotocopia del passaporto
Un aspetto non ancora chiarito è se la fotocopia del passaporto (che dovrà essere allegata alla domanda) dovrà includere anche tutte le pagine, anche le pagine bianche del documento, o se invece sia sufficiente la fotocopia della prima facciata in cui sono indicate le generalità ed è inserita la fotografia.
Per prudenza consigliamo, anche in questo caso, di fare la fotocopia completa di tutte le pagine del passaporto salvo poi verificare quali saranno le istruzioni ministeriali al riguardo.

L’assunzioni di colf e badanti
Ultima considerazione riguarda la procedura da seguire per l’assunzione di colf e badanti. Specifichiamo ancora una volta che il termine collaboratore/trice familiare indica tutti i lavoratori alle dipendenze di un privato, che prestano attività di collaborazione a livello domestico: la definizione comprende dal cuoco al maggiordomo, alla bambinaia al giardiniere. Il termine badante è riferito invece ad una prestazione domestica nei confronti di persone che hanno necessità di un’assistenza personale in quanto non completamente autosufficienti.
Non sappiamo se nel decreto flussi 2005 vi sarà una distinzione tra colf e badanti. Non sappiamo innanzitutto se vi saranno delle quote riservate al lavoro domestico in generale e se nell’ambito di queste quote vi sarà un’ulteriore distinzione tra persone destinate a svolgere servizio di assistenza a persone non completamente autosufficienti e persone che invece dovranno svolgere un servizio di assistenza domestica. Inoltre non è ancora possibile sapere se venga data la priorità all’assistenza a persone anziane o non autosufficienti rispetto alla generalità dei lavoratori domestici e se, in caso di persone addette all’assistenza, sarà necessario documentare questa necessità con certificati medici. Quindi anche a tal riguardo suggeriamo, sempre per prudenza, di essere pronti a predisporre l’eventuale documentazione dalla quale possa risultare un’invalidità o non autosufficienza da parte della persona verso la quale sarà destinata l’assistenza.

Il reddito
E’ noto che per i lavoratori domestici il Ministero del Lavoro con la circolare n. 55 del 28 luglio 2000, prescriveva un reddito minimo a livello di nucleo familiare leggermente variabile da provincia a provincia (per Padova attorno ai 48.470 euro annui per l’assunzione a tempo pieno e di almeno 42.272,58 euro per l’assunzione a tempo parziale). Ricordiamo a questo riguardo che una recentissima sentenza del TAR Veneto ha dichiarato la illegittimità di questa imposizione di un reddito minimo: ciò in quanto tale condizione non è prevista da alcuna norma di legge, mentre d’altro canto la possibilità di pagare correttamente il costo del lavoro dell’assistenza familiare potrebbe ricavarsi anche da elementi diversi da quelli che si possono ricavare dalla sola dichiarazione dei redditi del nucleo familiare.
Dobbiamo comunque considerare che in questi casi sarà necessario allegare anche la documentazione relativa alla dichiarazione dei redditi dei componenti del nucleo familiare o comunque un’autocertificazione sostitutiva della dichiarazione dei redditi.
Sempre la D.P.L di Padova precisa che, nel caso in cui il datore di lavoro non possieda un reddito sufficiente, una terza persona – parente di primo grado o tutore – possa fungere da garante. Questo garante potrebbe allegare, al posto della persona direttamente interessata all’assunzione alla domanda di assunzione, una dichiarazione di garanzia in carta semplice e la propria dichiarazione dei redditi corrispondente al reddito minimo prima indicato.
La D.P.L di Padova nel dare le sue prime indicazioni aggiunge o modifica alcune indicazioni secondo la prassi seguita nell’anno precedente. E’ possibile che altre D.P.L adottino indicazioni analoghe o diverse e quindi fino a quando non ci sarà una circolare del Ministero del Lavoro che chiarisce tutti questi aspetti (ammesso che lo faccia in modo puntuale !) non ci permetteremo di aggiungere altre considerazioni.

Non mancheremo di inserire tempestivamente nel sito qualsiasi notizia che possa riguardare il decreto flussi allo scopo di favorire, nei limiti del possibile, una “gara” che si svolga quantomeno con un minimo di lealtà. Ci auguriamo che il Ministero del Lavoro effettivamente provveda a comunicare in anticipo la data di pubblicazione ufficiale del decreto flussi per permettere a tutti di essere pronti ai blocchi di partenza al momento opportuno.

Chiunque avesse novità, suggerimenti, informazioni potrà farli pervenire al nostro indirizzo mail [email protected]