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da L'Arena del 14 marzo 2004

All’assalto dello sportello

Cerea (Verona). Lo sportello immigrati si imbatte in un caso di «omocodia». Succede cioè che tra le pratiche burocratiche da sbrigare un cittadino marocchino risulti avere lo stesso codice fiscale di un altro extracomunitario residente a Bergamo: un problema sul quale lo sportello sta chiedendo ora lumi al ministero. È questo uno dei casi, che ben chiarisce il ruolo svolto dall’ufficio destinato all’immigrazione. Inaugurato il 29 gennaio scorso, è stato fin dal primo giorno sommerso dalle richieste.
Il numero dei contatti avuti dall’ufficio – che è aperto solo il giovedì mattina – è arrivato a 94 con una media giornaliera di 13 utenti. «Lo sportello immigrati – commenta Fausta Bedoni, assessore ai Servizi sociali – dimostra come questo servizio risponda ad una necessità esistente nel territorio. I primi giorni ci siamo trovati addirittura spiazzati per la forte richiesta, tanto da richiedere l’appuntamento preventivo». Già oggi vi sono prenotazioni che arrivano fino a giugno: per marzo i posti liberi sono quelli riservati alle urgenze. L’elevato afflusso è anche determinato dall’affluenza dai Comuni limitrofi: sui 94 utenti ricevuti, solo il 63 per cento è di Cerea; il 12 proviene da Bovolone, il 7 da Legnago, il 5 da Gazzo, il 4 da Casaleone ed il 4 da Oppeano.
Alcuni vengono da fuori provincia: Merlara ed anche Giacciano di Barucchella. Cerea è, infatti, uno dei pochi enti pubblici del Basso veronese ad offrire questo tipo di consulenza. «Lo sportello – chiarisce Bedoni – era stato pensato ovviamente per i residenti del nostro territorio, ma vista la tematica delicata non ci siamo sentiti di escludere cittadini di altri Comuni, che pure penso debbano riflettere su questa esigenza. Vi è comunque, il preciso indirizzo di dare priorità ai residenti a Cerea».

È da sottolineare anche che non arrivano solo immigrati. Il 25 per cento, infatti, sono italiani: in particolare imprese o persone singole che chiedono permessi di soggiorno per regolarizzare i dipendenti o le badanti. Altri casi sono quelli di persone che convivono con un cittadino straniero e chiedono i ricongiungimenti dei parenti. Per il resto la maggioranza degli utenti è composta da marocchini (33 per cento), rumeni (13), ucraini (11) ed albanesi (8). Quanto alle pratiche, le più richieste sono il rinnovo del permesso di soggiorno e i ricongiungimenti o coesioni familiari. «Ciò che apprezziamo – spiegano Fier Ilir ed Aruci Artor, tra i primi rivolgersi allo sportello – è la comodità del servizio: gli addetti verificano che siano in regola tutte le carte per la presentazione della domanda del permesso e poi ci fissano un appuntamento in questura».
Roberto Marchiori