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Amnesty International: violazioni dei diritti umani negli Hotspot. ASGI: il Governo monitori

Amnesty International ha presentato il 3 novembre 2016 il rapporto “Hotspot Italia”.

Nella premessa l’Organizzazione ricorda che “Da settembre 2015, il nostro paese, su richiesta della Commissione europea e degli altri stati membri, applica il cosiddetto “approccio hotspot”: le persone che approdano sulle nostre coste vengono identificate e smistate frettolosamente. Sulla base di queste procedure viziate, le persone vengono separate tra “richiedenti asilo” e “migranti irregolari”. Questi ultimi, sono passibili non soltanto di allontanamento tramite un ordine di lasciare l’Italia entro sette giorni, ma anche di rimpatrio forzato.

La ricerca di Amnesty International offre un quadro preoccupante: la riaffermazione di vecchi principi con modalità più aggressive sta portando a un aumento delle violazioni dei diritti umani – per le quali le autorità italiane hanno una responsabilità diretta, ma i leader dell’Ue hanno una responsabilità politica.

Per poter rimpatriare più persone, l’Italia ha stilato accordi bilaterali di cooperazione con le autorità di diversi stati, inclusi paesi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, come il Sudan. Questi accordi stanno progressivamente svuotando il diritto di asilo in Italia e in Europa, facilitando i rimpatri tramite procedure superficiali e esponendo le persone al rischio di gravi abusi, in violazione del principio di non-refoulement.Questi accordi sono illegittimi sotto il profilo dei diritti umani e devono essere fermati.” conclude Amnesty.

ASGI esprime seria riprovazione per le dichiarazioni rilasciate alla stampa nazionale da parte del Ministero dell’Interno che bollano come “cretinate” quanto riportato da un serio e rigoroso report di Amnesty International sulle violenze commesse a danno di migranti da organi di polizia, specie nelle fasi del primo arrivo, accoglienza ed identificazione nei cosiddetti hotspot.

E’ inaccettabile che una istituzione centrale dello Stato pensi di potere offendere e ridicolizzare quanto riportato da una delle più importanti organizzazioni mondiali di tutela dei diritti umani. Ciò indica debolezza, mancanza di argomenti e scarso senso delle istituzionisi legge nel comunicato che ASGI ha inviato ai giornalisti.

ASGI – che ha collaborato alla stesura della ricerca fornendo informazioni ai ricercatori – evidenzia che nei mesi scorsi ha seguito innumerevoli casi relativi a provvedimenti di respingimento di migranti avvenuti negli hotspot, provvedimenti assunti in flagrante violazione delle norme di diritto interne, di diritto dell’Unione e di diritto internazionale in materia di asilo. In sede di impugnazione, nella quali totalità dei casi, l’autorità giudiziaria ha riconosciuto l’illegittimità dell’operato dell’amministrazione.

Amnesty International si auspica che l’Italia agisca ora “per mettere fine a tali violazioni dei diritti umani e assicurare l’accertamento delle responsabilità. Gli agenti di polizia hanno bisogno di istruzioni (.pdf) chiare sull’uso consentito della forza e deve essere assolutamente inequivocabile che l’uso della forza consentito è minimo. La resistenza prolungata deve essere gestita attraverso altre forme di risposta da parte delle forze di polizia, non con un maggiore uso della forza. Il monitoraggio di questa procedura deve essere rafforzato e le accuse di abusi devono essere indagate a fondo.”

Anche ASGI chiede al Governo che attivi procedure interne volte a realizzare un serio monitoraggio su quanto sta avvenendo negli hotspot e in strutture assimilabili. Altre sì si augura che le autorità italiane diano concreta prova di serietà e trasparenza, consentendo l’ingresso in dette strutture alle organizzazioni indipendenti di tutela dei diritti umani.

Il Rapporto di Amnesty International “Hotspot Italia”
La lettera al Capo della polizia del 17 febbraio 2016 sul Foto segnalamento “forzoso
Interrogazione sull’uso della forza nel prelievo delle impronte dei migranti a Pozzallo e Lampedusa alla Commissione europea del 13 maggio 2016
La nostra scheda sul divieto di uso della forza nell’identificazione dei cittadini stranieri