Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

dal Corriere Adriatico del 15 marzo 2009

Ancona – “Il Cie? Prigione dei migranti”

Protesta contro i centri di espulsione e il pacchetto sicurezza

Manifestazione ieri ad Ancona contro il pacchetto sicurezza del Governo e i Centri di identificazione ed espulsione (uno dei quali potrebbe sorgere a Falconara marittima). Fra i 200 e i 300 i partecipanti alla protesta, promossa dalle Comunità Resistenti delle Marche, dall’Ambasciata dei diritti e dall’Associazione Yabasta Marche. In piazza Roma è stato allestito, con stoffa e carta, un Cie simbolico, “una prigione per migranti” con tanto di persone dietro le sbarre, mentre in altri luoghi della città sono comparsi striscioni contro un progetto che “rischia di trasformare le città in prigioni a cielo aperto”. Sul più grande, in via XXIX settembre, c’era scritto “No Lager No Cie”. Altri cartelli riportavano lo slogan “Contro la crisi + reddito – ronde”.

“Nel mezzo di una crisi globale che costringe milioni di persone a sopravvivere nell’incertezza del futuro e nella precarietà del presente – affermano le organizzazioni che hanno curato l’iniziativa – si susseguono leggi e decreti-legge che contrabbadati come politiche per la sicurezza colpiscono pesantemente proprio i soggetti più deboli”. Continuano. “Lo chiamano pacchetto-sicurezza ma in realtà si tratta di norme che producono insicurezza sociale creando ad arte un clima di paura, odio, intolleranza e razzismo”. Il pacchetto sicurezza, per Comunità resistenti, Ambasciata dei diritti e Associazione Yabasta, “è un altro passo verso un diritto diseguale, in cui non conta quello che fai ma quello che sei”. Proseguono. “E’ il presupposto di ogni legge razzista. Nel mirino i migranti, i poveri, i senza casa e chiunque si opponga all’ingiustizia e alla discriminazione”. Per le associazioni “le ronde non faranno altro che rendere insicuri i nostri quartieri, i Cie (ex-cpt) “trasformeranno le nostre città in prigioni a cielo aperto, creando ghetti nei quali le persone vengono private di ogni diritto”.