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Tratto dal sito unimondo.org

Ancona: diritto di voto agli immigrati

Il recente impegno politico assunto dall’Amministrazione del capoluogo regionale sul diritto di voto agli immigrati espresso proprio dalla voce del Sindaco Fabio Sturani è un importante segnale in direzione di quanto l’associazionismo che lavora con e per gli immigrati va chiedendo ormai datempo. Che questa intenzione venga comunicata proprio dal Sindaco di Ancona – referente del Comitato operativo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) per l’immigrazione – è un ulteriore motivo di incoraggiamento per tutti in vista di una battaglia politica che avrà uno spazio di azione prevedibilmente più ampio.

Oltre tutto, sotto questo profilo Ancona assieme alle città di Genova e Venezia costituiranno un terreno di sperimentazione di grande interesse su un tema di enorme civiltà e di rilevanti implicazioni future come quello rappresentato dalla inclusione politica degli immigrati. E dunque la tendenza al superamento della figura del consigliere straniero aggiunto senza diritto di voto – figura criticabile che ha costituito un primo passo verso il coinvolgimento della popolazione migrante alle decisioni che riguardano la città di residenza – non può che essere salutata con piacere e senza alcun rimpianto.

Come già opportunamente segnalato dal Sindaco di Ancona, questa dichiarazione di intenti va tradotta concretamente attraverso la modifica dello Statuto comunale e mediante alcuni criteri che stabiliranno chi tra gli stranieri avrà diritto di votare. Ed è su quest’ultimo punto che l’ARCI e la Rete Diritti Ora chiedono un confronto con l’Amministrazione perché, dopo aver mostrato questa sensibilità, non colleghi il diritto di voto degli stranieri a meccanismi quali la durata del soggiorno o peggio ancora, come era stato inizialmente previsto nella proposta avanzata dell’onorevole Fini, a criteri di censo ma faccia propria l’ipotesi di legare il diritto di voto semplicemente alla residenza.

Accanto all’ipotesi di concedere il diritto di voto agli immigrati va comunque previsto un percorso che preveda una serie di incontri congiunti tra le comunità degli immigrati, le associazioni di promozione sociale e quelle del volontariato in modo che vengano promosse la crescita e la partecipazione degli stranieri presenti sul territorio perché il diritto al voto non resti semplicemente un vuoto atto formale. Alle recenti votazioni tenute qualche settimana fa per l’elezione dei consiglieri stranieri aggiunti nella città di Roma si sono recati alle urne circa venti mila elettori a fronte di una popolazione straniera di circa trecento mila.

Questo fatto indica chiaramente lo scarto presente fra l’esistenza di un diritto formale e la sua effettiva realizzazione e ci sottolinea il fatto che l’esempio della città di Roma rappresenta per tutti un modello da evitare. Data quindi la complessità del fenomeno e le necessità conoscitive di operatori e decision makers, l’ARCI ha organizzato per la giornata dell’11 di maggio 2004 un convegno in cui verranno approfondite le questioni in merito.