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Anime salve: la vera storia di Ibon

a cura della redazione di Rimini del Progetto Melting Pot - Emilia Romagna

Mi chiamo Ibon sono un cittadino ivoriano in Italia dal 2001. Sono entrato clandestinamente come molti miei connazionali e non solo, ho sofferto la fame, il freddo, la solitudine, la mancanza di luce e calore propria della mia gente. Ha stento sono riuscito a raggiungere alcuni mie famigliari che vivono nella Provincia di Rimini, loro fortunatamente sono “regolari”, almeno esistono perché hanno quel pezzo di carta che si chiama permesso di soggiorno, io purtroppo non esisto, sono nullo, sono invisibile.

Eppure produco, eppure ho pagato caro in denaro e non solo, la mia possibilità di essere “legale” e sapete perché, perché nel 2002 alla notizia della Sanatoria mi si è avvicinata una persona dicendomi che pagando 3000 euro avrei potuto ottenere il tanto desiderato ed aspirato permesso di soggiorno. Tremila euro cosa sono di fronte alla possibilità di essere-nel-presente, di fronte alla possibilità di poter lavorare regolarmente?.

E così ho seguito questa persona – italiana naturalmente – mi sono fidato, ho “abbracciato” la sua “disponibilità e gentilezza”, ritrovandomi ora con 3000 € in meno e nessun pezzo di carta che mi “doni” la dignità di uomo.
Insieme a me quel giorno nel lontano ottobre del 2002 c’erano altre quattro persone (e chissà quante altre ancora), anch’esse con la speranza che pagando avrebbero potuto ottenere la libertà dalla schiavitù della fuga e della paura di essere braccato, espulso, rinchiuso in uno di quei lager che voi qui in Italia chiamate CPT
CPT, lager del presente, che nelle vostre finte democrazie ergete a difesa della legalità, per rinchiudere chi, secondo la vostra morale, turba il finto “equilibrio” del presente e della vostra insensibile società.

Ho imparato a leggere e un po’ anche a scrivere, questo mi permette di sfogliare i vostri giornali e di capire che nemmeno da questa parte del mondo esistono i diritti, esiste in parte il benessere ma è falso perché per pochi, con quel benessere così mal distribuito si arricchiscono e vivono in prosperità esigue persone, mentre gli altri, i precari, rasentano la povertà. Trascuravo, perdendomi nelle mie riflessioni, che ho un lavoro, un lavoro in regola, sono operaio in una fabbrica, direte: “ma come è possibile se sei clandestino?”, e io vi rispondo che è possibile, che pago un affitto mensile del permesso di soggiorno ad un altro mio connazionale regolare, sono stato assunto sotto falso nome…

Aprite gli occhi, esiste anche questo nella vostra “democratica” Italia. E purtroppo esiste anche chi, immigrato più fortunato, se ne approfitta, ma come posso biasimarlo o biasimarli, infondo oggi con questa legge Bossi/Fini,il solo permesso di soggiorno non è una gran garanzia, conosco, ad esempio, un ragazzo che ha avuto un infortunio nella mia fabbrica, un infortunio molto grave ed invalidante. Ha perso il lavoro perché ora non è più in grado di svolgere la sua precedente mansione e allora ha pensato di richiedere la pensione di invalidità, ebbene la pensione non può averla perché non ha la carta di soggiorno e quindi ora per mantenersi vende “abusivamente” poche scarne cose fuori da un supermercato.

Poche scarne cose, poche scarne cose, poche scarne cose, si, di questo è fatta la mia vita, nel freddo di questo inverno e nella bellezza del cielo stellato che nelle sere più fredde abbraccia il mondo, il mondo tutto. Questo mi aiuta perché mi piace pensare che almeno il cielo è uguale per tutti e per tutte in ogni parte di questo immenso pianeta Terra, a volte mi si gonfiano gli occhi pensando a questo e a queste poche scarne cose che abitano nella mia vita.

Dimenticavo di queste poche scarne cose fa parte un motorino, uno scooter, come lo chiamate voi, vecchio e pieno di “acciacchi”, il mio destriero, l’accompagnatore delle mie giornate, per andare al lavoro, a fare la spesa, a vedere il mare… Però è accaduto un fatto, quel compagno di avventure mi ha portato dritto alla schiavitù delle non persone. Si, sono stato fermato, schedato, identificato, ESPULSO! . Chissà cosa mi aspetterà questo fine dicembre, forse potrò vedere con i miei occhi i vostri centri per essere umani di serie B, quelli malati che “imputridiscono” le vostre società, forse potrò vedere altri fratelli e sorelle migranti rinchiusi, guardare i loro occhi e vedere la paura e la sofferenza, in questo fine dicembre, in questo vostro finto Natale 2004.
Ricordatevelo quando scarterete i regali, fingendo che tutto vada bene, che c’è la democrazia, che non ci sono le guerre, che ci sono i diritti, che c’è reddito per tutti e per tutte, così come la ricchezza.

Ricordatevi dei nostri occhi pieni di paura, dolore e sofferenza. Buon Natale e felice anno nuovo, scusate se è poco!!!