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Anziani, l’assistenza in Emilia-Romagna parla straniero

Tratto dal sito Emiliaromagnasociale.it

Bologna – Un immigrato regolare su due in Emilia-Romagna lavora nel campo della collaborazione domestica e dell’assistenza familiare privata.
Il dato – in percentuale è il 49,92% – è fornito dalle Prefetture delle nove province, ed è il punto di partenza dell’indagine “Chi cura gli anziani non autosufficienti?”, promossa dalla Regione Emilia-Romagna e curata dall’Irs di Milano in collaborazione con l’Ausl di Ravenna. Dei risultati dell’indagine si discuterà nel convegno “Famiglia, assistenza privata e rete dei servizi per anziani in Emilia-Romagna”, in programma domani, giovedì 15 aprile, a Bologna (sala polivalente della Regione in viale Aldo Moro 50 – dalle 9,30 alle 13). “Siamo di fronte – spiega l’assessore regionale alle politiche sociali Gianluca Borghi – a un fenomeno di grande rilevanza che sta cambiando il volto dell’assistenza domiciliare nelle nostre città. Come Regione dobbiamo lavorare per accogliere le aspettative di queste persone, che vanno aiutate ad integrarsi al meglio nella nostra società, ma allo stresso tempo, anche, operare per qualificare sempre più il lavoro di cura da esse prestato”.
La ricerca rivela come i residenti in Emilia-Romagna di età pari o superiore a 65 anni siano quasi 900.000, pari al 22% della popolazione. Piacenza, Ferrara e Ravenna sono tra le province più anziane (dove gli over 65 sono, rispettivamente, il 24 e 23% della popolazione), mentre Forlì-Cesena si colloca tra le più “giovani” (21%). Gli anziani di età pari o superiore a 75 anni sono pari al 10% della popolazione regionale. Dalla ricerca, realizzata a Cesena ed in alcuni territori della provincia di Ravenna e di Piacenza emerge che il 21,5% degli anziani ultrasettantacinquenni residenti fruisce di assistenza privata a pagamento, sostenendo una spesa media mensile di 570 euro. Inoltre risulta che circa la metà di coloro che beneficiano di un assegno di cura fruiscono anche di assistenza privata familiare.
Perché l’anziano decide di rivolgersi alle assistenti familiari? Principalmente – dice la ricerca – a causa delle difficoltà dei familiari nel conciliare il tempo di cura da dedicare alla propria famiglia (41,4 %) o i tempi di lavoro (24,4 %). Nel 73,2% dei casi l’assistente domiciliare viene individuata attraverso canali informali, come gli amici ed i conoscenti. Nel 90% si tratta di una donna proveniente dall’Est europeo, in media di 41 anni. Quando l’impegno prestato è continuativo (2 casi su 3), la spesa media delle famiglie si aggira intorno ai 900-1000 euro al mese.
Notevole il livello di apprezzamento del lavoro svolto: in 9 casi su 10 gli intervistati riconoscono alle assistenti familiari capacità di cura, disponibilità, pazienza, simpatia e onestà. Tre datori di lavoro su 4 affermano di aver regolarizzato un lavoratore straniero con la sanatoria. I dati della ricerca evidenziano come sia la Polonia il Paese di provenienza da cui più spesso giungono persone che scelgono di prestare la propria opera nel campo dell’assistenza familiare. Tra esse è alto il livello di scolarizzazione (diploma e laurea). Tra quelle a tempo indeterminato, il problema dell’abitazione è il più frequente, mentre emerge un interesse verso una formazione mirata nel settore della cura (infermieristica e simili).